LAURA BOLDRINI IN ANCONA: ‘SCUOLA E’ FUTURO’

E’ tornata per una giornata sui banchi di scuola, peraltro esempi di design a chilometro zero, la presidente della Camera Laura Boldrini, in visita questa mattina alla scuola 2.0 Savoia Benincasa, un’avanguardia educativa tra le uniche 20 in Italia dove c’è persino un’aula 3.0, con sedie di cartone compresso di un’azienda locale, supporti informatici all’avanguardia, lezioni ‘frontali’ bandite, didattica d’eccellenza. “Bisogna ricominciare dalla scuola. La scuola è il futuro”, esordisce Laura Boldrini salutata dagli studenti affacciati alle finestre e accolta dalla preside Alessandra Rucci. “Abbiamo delle scuole di eccellenza, dobbiamo valorizzarle – aggiunge – perché questa è la chiave di svolta”.    Prima tappa nell’aula di lingue, dove si insegna il cinese. “Ma non vedo studenti cinesi! Ci sarebbe da riflettere”, esclama. Gli studenti le mostrano i quaderni, lei va curiosando fra i banchi e riflette: “La lingua è come imparare a suonare uno strumento musicale, richiede costante allenamento”. Passando da un’aula all’altra saluta il personale della scuola, si ferma a parlare con le bidelle, con un vecchio professore, incrocia una delegazione della Rete degli studenti medi, che lanciano un appello “per la nostra buona scuola”. Dice a loro, come ripeterà a tutti i ragazzi, di non lasciar fare alla politica: “Non bisogna lasciarla nelle mani di chi non ha interesse alla cosa pubblica. Cominciate subito a praticarla, non lasciate questo straordinario spazio agli altri. Dovete essere esigenti con i politici. Il patto opaco tra cittadini e politica, ‘se mi voti raccomando tuo figlio’ deve finire. Ma la nuova politica non significa distruggere le istituzioni. Tuteliamole, perché senza le istituzioni democratiche c’è la dittatura”. Boldrini è invitata poi ad assistere a una ‘lezione’ di satira, un’analisi che gli studenti hanno elaborato partendo dalla strage al Charlie Hebdo. “E’ stata una tragedia – commenta -, dei giornalisti sono stati uccisi perché volevano manifestare il loro pensiero. Tutti abbiamo condannato la violenza: non si risponde alla matita con il proiettile. Dopodiché dobbiamo fare questo esercizio di metterci nei panni dell’altro. Fino a che punto non ci possiamo aspettare reazioni quando si ride di una religione? Dobbiamo guardare ai fenomeni nel loro insieme. Fare satira in modo sostenibile, senza rinunciare alla nostra libertà. Mettersi nei panni degli altri è fondamentale. Bisogna fare lo sforzo di capire e trovare un terreno comune”. Dalla satira si può anche imparare qualcosa su di sé: “Io stessa sono oggetto di satira, ma quando sa cogliere un elemento caratterizzante mi diverte. Trovo che l’imitazione che Gabriella Germani (nella trasmissione ‘Fuori programma’ di Fiorello; ndr) fa di me sia molto centrata e simpatica. Accetto tutta la satira, tranne quella che punta sugli aspetti fisici”. Ci sono anche una lezione di inglese, e la Boldrini tiene a braccio un discorso in lingua, e una di fisica (“non è la mia materia”, scherza), infine, nell’aula di lettere (“qui mi sento più a mio agio”), l’intitolazione dello spazio alla scrittrice Elsa Morante. “La cultura – dice la presidente – è una delle nostre fonti di riscatto”. Prima di andarsene, tra selfie, applausi e alunni entusiasti, Boldrini invita l’istituto a una visita a Montecitorio: “I giovani devono venire nella casa della democrazia, perché è la casa di tutti. Frequentate il Palazzo, sentitelo vostro. Cittadini e istituzioni devono fare pace e io – conclude – sono a disposizione di questa missione”. (Ansa)