L’ANNO CHE VERRA’: L’ITALIA E IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – di Alessandro Moscè

Ci incuriosisce il toto-nomina che si è aperto da qualche settimana sulla carica più alta dello Stato. Sembra una sorta di lotteria di Capodanno dove in molti tenteranno la fortuna. E dietro il sipario il gioco perfido della politica è volto a fare e a disfare sull’onda del Patto del Nazareno, della supremazia elettorale del Pd, ma anche sulle rimostranze di Berlusconi, sulle velleità di Prodi, sull’avanzata dei grillini, sulle dissidenze di tale movimento stesso ecc. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Gli italiani ne hanno le tasche piene dei partiti ridotti ormai a gusci vuoti, senza più rappresentanze, senza più autorità, senza più programmi. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferma che il suo mandato presidenziale è quasi giunto al termine: “La prossima fine di questo anno 2014”, ha detto in occasione della presentazione degli auguri del corpo diplomatico al Quirinale, “con l’imminente conclusione del mio mandato, inevitabilmente ci porta a svolgere alcune considerazioni sul periodo complesso e travagliato che stanno attraversando l’Italia, l’Europa ed il mondo. L’opera portata avanti dal Presidente Renzi e dal Governo rappresenta un coraggioso sforzo per eliminare alcuni nodi e correggere mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico”, ha sottolineato. Non sono frasi scontate, né di supporto aprioristico al premier: bensì di augurio per una stabilità che la nostra politica non trova. Napolitano richiama alla disciplina, al buon senso, e lo fa da uomo super partes. Chi sarà in grado di proseguire nel suo monito, con equilibrio, ponderazione, equità? Dove reperire la “persona giusta”? Molti indicano Mario Draghi come l’uomo della provvidenza. Altri, addirittura, Riccardo Muti. La sensazione che una figura scorporata dalla politica tradizionale possa imprimere un’accelerazione anche all’attuazione delle auspicate riforme, va condivisa. Ma di questi tempi l’Italia riuscirà nell’impresa di cambiare faccia? Per ora si mischiano le carte, consapevoli che i primi nomi sono solitamente bruciati. Vedremo chi la spunterà diventando il dodicesimo Presidente della Repubblica. Gli italiani vorrebbero eleggerlo direttamente. Chissà se prima o poi arriverà anche questa riforma in grado di ravvivare le scelte istituzionali. Riteniamo che i tempi siano maturi. Buon 2015 ai nostri amici Gold!

Alessandro Moscè, direttore editoriale