“IN HOC SIGNO VINCES”, AL MUSEO MANNUCCI DI FABRIANO LA MOSTRA DI GABRIELE MAZZARA
E’ tempo di mostre nella “Città del Fare”, della carta, nella terra di artigiani, pittori e artisti. La mostra “Da Giotto a Gentile” porta in città turisti provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo. Tante sono le iniziative che la città offre per i turisti e i cittadini durante questo periodo. Un evento da ricordare è la mostra dell’artista fabrianese Gabriele Mazzara “In hoc signo vinces”. Inaugurata lo scorso 10 maggio e rimasta aperta fino al mese di giugno al Museo della Carta e della Filigrana, questa mostra ha avuto un tale successo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana ha deciso di replicarla in una nuova location: la mostra aperta al pubblico dal 6 agosto sarà visitabile fino al 30 novembre presso il Museo Mannucci-Ruggeri proprio durante ed in collegamento con la grande mostra fabrianese curata da Sgarbi. Mazzara, nato a Fabriano, orgoglio di una città proclamata dall’Unesco “città creativa” è un pittore, disegnatore e scultore. Laureato in ingegneria si specializza in architettura esprimendo da sempre un grande talento artistico. Durante il suo percorso formativo incontra Edgardo Mannucci e diviene allievo dello scultore Ennio Gaoni, docente di storia dell’arte e poi direttore della Pinacoteca Civica di Fabriano. La figura di Mazzara è il risultato di anni di studio e di lavoro, è un artista che ha viaggiato e vissuto in molte terre venendo dunque a conoscenza di diverse culture anche molto distanti da quella occidentale. Da questo tipo di vissuto si è plasmata e creata una personalità artistica complessa, tipica di chi sa cogliere gli stimoli dell’ambiente che lo circonda. L’essenza artistica di Mazzara è incentrata sull’immaginazione; dopo essersi immerso in un determinato contesto storico, geografico-antropologico l’artista si immedesima e crea, elabora e viaggia anche e soprattutto con la mente alla ricerca di spunti ed ispirazioni. Naturalmente ogni artista mette tutto se stesso nelle opere che crea, ma se l’ispirazione è data dalla terra di origine, come nel caso della mostra “In hoc signo vinces” dai ricordi e dall’arte della propria città, l’opera creata diviene un tutt’uno con l’artista, parte fisica e spirituale dell’artista stesso. Questa mostra è composta da disegni fatti a penna in cui riecheggia l’arte di alcuni artisti fabrianesi e non solo che hanno segnato la storia dell’arte e la formazione professionale e personale di Mazzara: Allegretto Nuzi, il Maestro di Campodonico, Giotto, Antonio da Fabriano, Puccio di Simone, Jan van Eich, Leonardo da Vinci, Ingres e Rodin. Si respira tra i disegni “in punta di penna” di Mazzara un’aria di sfida artistica, di reinterpretazione di famose opere che vengono personalizzate in un binomio corporeità- sacralità. Afferma infatti Mazzara: “Pongo il corpo nudo della donna su uno sfondo a tema religioso, ispirato dalle pitture di cui mi sono cibato finora e che guardo tutti i giorni qui a Fabriano. Nei miei disegni mescolo la sacralità dei santi con le nudità e la corporeità onnipresente.” In punta di penna Mazzara disegna comunicando il suo vissuto umano e artistico: “Ci troviamo con questa esposizione di fronte a lavori su carta realizzati, come a pochi è uso, con la penna a sfera.” Scrive Giuseppe Salerno nel catalogo della mostra: “Brevi e sottili tratti di inchiostro definiscono monocrome testure chiaroscurali da cui affiorano composizioni di evidente raffinatezza della quale non mi soffermo a dire.” “In hoc signo vinces” è la dimostrazione che a Gabriele Mazzara piace scoprire il Genius Loci; l’artista con la penna ricerca l’essenza interiore della propria città, lo spirito che anima la cultura fabrianese instaurando una relazione intima e profonda con la città natale. La mostra, promossa dall’associazione culturale InArte, è curata da Anna Massinissa ed è accompagnata da un catalogo a cura di Francesca Mazzara con testi critici di Fabio Marcelli e Giuseppe Salerno. E’ possibile visitare la mostra dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Francesca Agostinelli