VICENDA INDESIT: UN MALE NECESSARIO PER RENDERSI AUTONOMI di Alessandro Moscè

 

E’ l’ultima grande fuga all’estero degli italiani che non hanno più capitali e sono costretti a vendere. Le aziende di casa nostra lasciano il Paese e Indesit si unisce all’elenco dei marchi che scelgono di passare sotto la bandiera straniera. Dopo il controllo iberico del 25 % di Riso Scotti e la cessione di qualche settimana fa di Pasta Garofalo agli spagnoli, ora sono gli elettrodomestici made in Italy che lasciano l’Italia. Whirlpool ha raggiunto un accordo con Fineldo e la famiglia Merloni per la cessione di Indesit Company alla società americana. Il colosso Usa acquisterà il 60,4% (il 66,8% dei diritti di voto) della compagnia marchigiana per un imposto di 758 milioni di euro. Whirpool lancerà poi un’Opa sulle rimanenti azioni Indesit. In questa operazione la multinazionale americana ha anche sottoscritto accordi di compravendita di azioni con la holding, pari al 42,7% del capitaledi Indesit, e con alcuni membri della famiglia, per una partecipazione al 13,2%. Un passaggio che dovrebbe essere concluso entro quest’anno, essendo soggetto all’autorizzazione del Tribunale di Ancona. Ma ora il punto, per noi fabrianesi, è un altro: la produzione verrà interamente o in parte spostata in un’altra sede? Quando, eventualmente? Verranno o meno garantiti i posti dei colletti bianchi e delle tute blu o si procederà con una dismissione degli stabilimenti locali? L’accordo che Indesit, i sindacati e la Regione Marche avevano sancito a dicembre, prevede 83 milioni di euro di investimenti negli stabilimenti italiani, nessun licenziamento fino al 2018 e il ricorso ad un ventaglio di ammortizzatori sociali. Questo accordo sarà rispettato anche dalla nuova proprietà e integrato con una strategia industriale di medio-lungo periodo? Gli interrogativi, inquietanti, non trovano una risposta certa. Si fanno considerazioni, supposizioni anche a livello istituzionale. Un dato è certo: la holding della famiglia Merloni non cercava un partner straniero al quale affiancarsi, ma una multinazionale a cui vendere. Se salvare i posti di lavoro nel nostro territorio è una priorità, serve anche capire quale sarà il ruolo di Indesit nel quadro della presenza Whirlpool in Europa, così come pretendere  garanzie sulla salvaguardia della filiera produttiva dell’indotto, degli investimenti in formazione e ricerca fatti, nonché del progetto di piattaforma tecnologica avanzata (come ha rimarcato lo stesso Governatore delle Marche Gian Mario Spacca). Stare al passo con i tempi e tutelare l’occupazione, dunque. E’ ancora possibile? Ma un’altra domanda si fa strada tra i fabrianesi: è proprio necessario continuare a produrre l’elettrodomestico bianco qui da noi? Questa vendita non è anche uno sprone a ripartire da capo lasciando da parte un interesse egemone e il cosiddetto monoprodotto che non assicura più nulla? Ci si presenta sotto mano un’occasione storica per voltare davvero pagina. La trasformazione di Fabriano sta anche in questo: rendersi autonomi da una mentalità che fa ancora capo ad una dinastia familiare. Riscoprire le origini, l’artigianato, la cultura, la creatività individuale. Non tutti i mali vengono per nuocere.

Alessandro Moscè