A Fabriano “La luce e i silenzi, Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca”

La luce e i silenzi – Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento
a cura di Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori
2 agosto – 8 dicembre 2019
Pinacoteca Civica Bruno Molajoli
Fabriano (AN), Piazza Giovanni Paolo II

Orari d’apertura
Agosto – settembre
10-13/ 14.30-19.30

Da ottobre
10-13/15-18

Chiuso il lunedì – 15 agosto aperto

Biglietti
Intero: 5 €
Gruppi con più di 20 persone: 4 €
Gruppi scolastici con più di 15 persone: 3 €
Over 65: 4 €
Under 18: 3 €
Gratuito: portatori di handicap e loro accompagnatori, accompagnatori gruppi, giornalisti, bambini sotto i
sei anni, residenti nel Comune di Fabriano.

 

Fabriano – La Regione Marche, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, il Comune di Fabriano e Anci Marche
presentano la mostra La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del
Seicento a cura di Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori, che coinvolgerà non solo la
Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano, ma anche due evidenze storico-artistiche molto importanti
della città, il Duomo e la Chiesa di San Benedetto.

L’esposizione fa parte del progetto Mostrare le Marche, nato dal protocollo d’intesa fra la Regione, il
Mibac, l’Anci Marche, la Conferenza Episcopale e i Comuni di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Loreto,
Matelica e Fabriano per promuovere la conoscenza e lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2016. La
mostra è l’ultima di un ciclo di 5 grandi mostre che hanno già interessato le città di Loreto, Macerata, Ascoli
Piceno, Fermo, Matelica. Ora è Fabriano e il suo territorio a raccontare un altro grande artista – Orazio
Gentileschi – che lavorò e soggiornò nelle Marche nel secondo decennio del Seicento, puntando i riflettori
sulla sua attività marchigiana con importanti scoperte, confronti, anche inediti, e un ulteriore
approfondimento del rapporto di Gentileschi con Caravaggio e l’influenza che questo suo caravaggismo
ebbe sulla regione.
Fabriano, per la sua posizione e la sua storia è universalmente riconosciuta come osservatorio speciale e
privilegiato sui fatti artistici che, a partire dalle Marche, hanno avuto poi un impatto ben più vasto. Dopo
l’esposizione su Gentile da Fabriano nel 2006 e il prestigioso riconoscimento ricevuto dall’Unesco, la città
ospita un’altra grande mostra sulla figura e l’attività di Orazio Gentileschi, pittore commovente,
caravaggesco elegiaco e limpido, che rivela uno speciale focus nel momento fabrianese e marchigiano.
La mostra infatti riunisce i capolavori realizzati tra Ancona (1606-1607) come la sublime Circoncisione, con
quelli del periodo fabrianese (1613-1619), con La Vergine del Rosario oggi nella Pinacoteca Civica, la
Visione di Santa Francesca romana oggi a Urbino (Galleria Nazionale delle Marche), l’intensa Maddalena
per l’Università dei Cartai, nucleo di una stanza tematica in cui Gentileschi viene messo a confronto con
Guerrieri, il grande caravaggesco marchigiano cui è riservata una mostra nella mostra, Baglione, Turchi,
Valentin, Vouet, Cagnacci e molti altri.
Infine, le opere della Cattedrale di San Venanzio, tra cui la Crocefissione, e della Chiesa di San Benedetto,
contesti ricchissimi, sono parte integrante del progetto e del percorso espositivo e riflettono, a gradazioni
diverse, la conversione caravaggesca dell’artista.
Quest’ultima rappresenta un tema focale della mostra e di grande suggestione, la cui analisi viene proposta
per la prima volta in relazione alle Marche, terra dove Caravaggio è grande assente in quanto ad opere, se
pur documentate, ma presentissimo nel lascito di Gentileschi e compagni.
La mostra, anche grazie a novità di opere e documenti, alcuni sorprendenti, sia per quanto riguarda
Gentileschi che per altri protagonisti, allarga l’indagine sul territorio per gettare luce su incontri, incroci e
incidenze dei numerosi artisti che, nel ‘raggio di Caravaggio’, ne hanno diffuso la dirompente novità in
territorio marchigiano.
Una novità-curiosità accattivante, che si deve alla giovane ricercatrice di Sassoferrato Lucia Panetti è quella
che riconosce il volto di Artemisia, nota figlia del pittore e grande pittrice, all’epoca quattordicenne, nella
Circoncisione di Ancona: tra gli angeli nel cielo il suo ritratto è nelle vesti di Santa Cecilia che suona l’organo
portativo.
Si riuniscono in questa occasione brani altissimi del filone caravaggesco nelle Marche, a partire dalle opere
del protagonista marchigiano per eccellenza del settore, Giovan Francesco Guerrieri al quale è riservata
particolare attenzione, quasi una mostra nella mostra, e altrettanto rilievo avrà l’opera del romano
Giovanni Baglione, folgorato da Caravaggio del quale diventerà poi acerrimo nemico, artista che fu molto
attivo per le Marche.

Notevoli e diversificate le presenze che mostrano la fatale influenza del genio del Merisi anche in questa
parte d’Italia: da Alessandro Turchi a Valentin de Boulogne, da Bartolomeo Manfredi ad Antiveduto
Gramatica, da Giovanni Serodine ad Angelo Caroselli, fino a Carlo Bononi, la cui pala realizzata per il
monastero delle clarisse cappuccine ed oggi a Brera, tornerà per la prima volta a Fabriano dopo le
spoliazioni napoleoniche del 1811.
La mostra vuole anche dimostrare come ci siano state presenze altrettanto preziose tra coloro che hanno
fatto da contrappunto alla diffusione del linguaggio caravaggesco, mostrandone l’impatto ma con
un’inflessione più classicista, tra Bologna e Roma, come in Giovanni Lanfranco, Simone Cantarini, Guido
Cagnacci, Giuseppe Puglia, Girolamo Buratti o nel dibattersi di due anime e due epoche, come in
Pomarancio, Andrea Lilli e Filippo Bellini.
L’esposizione La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento ha
voluto instaurare un rapporto forte con il territorio e con il caravaggismo che attraversò la regione, per
questo rappresenta un’occasione unica per ammirare opere emblematiche di un momento fra i più
memorabili della storia dell’arte, con uno slancio verso la modernità mai visto prima, che ha aperto la porta
alle emozioni, alla loro forza vitale e drammatica, al loro dibattersi profondo che è ancora il nostro.
La mostra si avvale di un prestigioso comitato scientifico, del quale fanno parte alcuni dei massimi esperti
dell’argomento, tra cui Gianni Papi, Daniele Benati, Raffaella Morselli e Keith Christiansen.
Con il biglietto della mostra inoltre sarà possibile visitare fino al 3 novembre anche un’altra esposizione in
corso a Camerino Dalla polvere alla luce: l’arte recuperata promossa dall’Arcidiocesi di Camerino – San
Severino Marche e dal Comune di Camerino e realizzata con il contributo della Regione Marche. La mostra
è allestita in parte nella Chiesa del Seminario, unica chiesa agibile di Camerino, e in parte nell’adiacente
deposito attrezzato “Venanzina Pennesi”, che è aperto al pubblico per l’occasione grazie al finanziamento
della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. È un piccolo, ma preziosissimo
spazio dove sono state accolte e rese fruibili circa trenta opere, recuperate grazie anche ai Carabinieri del
Nucleo Tutela Beni Culturali e ai Vigili del Fuoco, che si sono adoperati con tenacia e determinazione per
mettere in salvo le opere d’arte della città di Camerino e del territorio dell’Arcidiocesi.

0732 250658 – mostra.gentileschi@comune.fabriano.an.it