IL RICORDO DI NINO, CON LA CHITARRA IN MANO

E’ morto sul colpo Vincenzo Lamolinara (a sinistra, nella foto, mentre suona la chitarra), conosciuto, nel Fabrianese, come Nino. Un drammatico tamponamento lungo l’autostrada A13, tra Bologna e Padova, ha spento per sempre, ieri mattina, a 68 anni, il chitarrista che imitava e cantava tutte le canzoni di Adriano Celentano. Lutto a Marischio, la popolosa frazione del comune di Fabriano, dove il commerciante di articoli sacri e da regalo viveva da più di 30 anni insieme alla moglie Gianna, dipendente di Multiservizi e alle figlie Chiara e Francesca. Originario di Giulianova, nel Teramano, ha vissuto quasi sempre a Fabriano dove era conosciuto e apprezzato per le sue doti musicali. Si trovava nel nord Italia per lavoro con la sua Fiat Multipla a metano, quando, per cause ancora in corso di accertamento, ha perso il contro del mezzo e ha tamponato un camion ribaltandosi.

L’impatto è stato violentissimo e per lui non c’è stato nulla da fare. Entro domani la salma ritornerà a Fabriano per le esequie che verranno celebrate a Marischio dove Nino era conosciutissimo. “Ricorderemo la sua allegria e la sua spensieratezza – hanno detto commossi dalla frazione – perché Nino si è fatto voler bene da tutti. Le sue imitazioni, sia nei gesti che con il timbro di voce, di Adriano Celentano e le sue improvvisate con la chitarra sono famosissime. Conosceva a memoria tutte le sue canzoni e aveva trasmesso a sua figlia Chiara questa passione. Con lei, infatti, suonava, in passato, anche in pubblico. Lo ricordiamo, per diverso tempo, nella chiesa di Marischio quando Chiara animava la celebrazione con la chitarra e lui, orgoglioso, la dirigeva, a mo’ di direttore d’orchestra tenendo la chitarra a tracolla”. Dolore e commozione anche in Cattedrale, a Fabriano, dove Nino, insieme alla moglie Gianna dirigevano il coro parrocchiale di San Venanzio.

Ps. Ho conosciuto Nino personalmente tantissimi anni fa, forse nel 1988-89. Io e Chiara andavamo a scuola elementare insieme. A casa sua ridevo molto, c’era una bella accoglienza… Quando prendeva la chitarra provavo a canticchiare anche io pur non sapendo le canzoni a memoria… e sbagliavo le parole. Mi “rimproverava”, giocando, che ero stonato… devo dire che aveva ragione! Ciao Nino…

Marco Antonini