“LA VERITA’ CHE RENDE LIBERI” don Gino Pierosara replica alla dottoressa Mazzoni

Gent.ma Dottoressa Mazzoni, rispondo al suo articolo “Una triste occasione mancata”. Mi ha sorpreso la reazione che ha suscitato in lei il mio articolo “Narconon, ovvero Scientology”, in quanto il mio intento era semplicemente e solo quello di informare tutti coloro che non sanno del legame che c’è tra Narconon e Scientology. Non era, quindi, mia intenzione entrare nel merito della realtà di Narconon, anche perché non ne ho le competenze. Mi nasce, allora, il sospetto che la sua reazione possa nascondere una certa paura della verità. Come cristiano, prima ancora che come sacerdote, credo nella parola di Gesù: “La verità vi farà liberi” (Gv 8,32). Dove non c’è verità, ma si tende a camuffare la realtà, c’è sempre un inganno finalizzato a secondi fini, e, di conseguenza, si è schiavi di qualcosa o di qualcuno. Nel mio articolo ho cercato di rivelare la verità che sta dietro Narconon, risalendo alle sue origini. Altro che seguire una logica “per saltum”!
Mi rimane, invece, incomprensibile la sua logica, quando, scomodando perfino Schopenhauer, mette sullo stesso piano il procedimento che ho seguito per evidenziare il rapporto esistente tra Narconon e Scientology, e il procedimento “di alcune lobbies che stabiliscono una identità fra Chiesa Cattolica e i preti pedofili”. E lo sa perché non la comprendo? Semplicemente perché non tiene conto di un particolare: mentre la Chiesa Cattolica condanna in modo deciso il comportamento dei preti pedofili e di altri scandali al suo interno, ritenendolo totalmente contrario ai principi cristiani, su cui è fondata, il programma Narconon, invece, è basato interamente sulle opere di Ron Hubbard, fondatore unico di Scientology. Per cui non si può conoscere realmente Narconon, se non si conoscono le leggi fondamentali e le verità predicate dal sig. Hubbard, che sono alla base di Scientology, di cui è un’articolazione. Lei, in riferimento al mio articolo, afferma: “Non potendo parlare male di un soggetto, si afferma l’identità fra quel soggetto e altro che si ritiene che sia conosciuto come negativo o facilmente criticabile e poi si discute solo di quest’ultimo”.
Mi perdoni il paragone, ma se una persona è affiliata ad una organizzazione mafiosa, come si potrebbero capire i meccanismi che sono alla base del suo comportamento, se non andando a conoscere le leggi e i metodi sui quali è fondata l’organizzazione di cui fa parte? Lei stessa ha ribadito che “il programma Narconon, fondato dal Sig. W. Benitez ed utilizzato dagli stessi centri Narconon, si basa sul lavoro del sig. Hubbard”. Non credo proprio che sia “una cosa triste” il voler conoscere una determinata struttura andando ad esaminare le sue radici e i fondamenti su cui è costruita. Altrimenti si rischia di rimanere alla superficie di quella realtà e di essere ingannati dall’apparenza. È il rischio che avrei corso, indipendentemente dall’essere Don, se fossi venuto a Poggio S. Romualdo, per il ventennale del centro, “a vedere e sentire”, senza avere conoscenze sufficienti e reali di quella realtà. Sicuramente, in quella occasione, tutto sarà apparso bello, attraente e piacevole, ma ho imparato a diffidare delle belle parate, che spesso nascondono amare sorprese … un po’ come potrebbe verificarsi con una mela, bella e colorita all’esterno, ma, appena la si apre, rivela tutt’altra realtà.
Lei, dottoressa, termina il suo scritto ripetendo, per una seconda volta, che il mio articolo “è una cosa triste”. Tale insistenza mi convince che lo è sicuramente per il suo centro Naconon, dal momento che ho cercato di rivelare la sua vera identità, liberando così dall’ignoranza, almeno lo spero, qualche cristiano che, in buona fede, potrebbe lasciarsi ingannare.

Cordialmente
don Gino Pierosara