Nota di replica di Progetto Fabriano all’intervista rilasciata dal consigliere Zannelli
Zannelli e la favola del commercio: quando la narrazione ignora la realtà
Leggiamo con un misto di incredulità e “divertimento” le dichiarazioni del consigliere comunale Leonardo Zannelli, che si autoproclama salvatore del commercio locale, stratega della crescita economica e massimo esperto di dinamiche amministrative. Peccato che la realtà sia ben diversa da quella che racconta e che il suo contributo concreto allo sviluppo della città sia pari a zero.
Zannelli, titolare di un negozio di abbigliamento, si presenta come un esperto di impresa e sviluppo economico. Curioso, perché chiunque abbia un minimo di esperienza nel settore sa che fare impresa oggi significa affrontare sfide ben più complesse di quelle di chi si limita ad aprire e chiudere la saracinesca ogni giorno. Se fosse davvero così competente in materia, forse non si limiterebbe a lamentarsi dei disagi temporanei causati dai lavori pubblici, che definisce “miopi”, ma vedrebbe le opportunità di riqualificazione e rilancio che questi porteranno.
Qual è, dunque, la sua visione innovativa per il commercio? Quali strategie ha mai proposto per attrarre investimenti, modernizzare il settore o incentivare i giovani ad aprire nuove attività? Finora, l’unica proposta che sembra avanzare è riaprire il centro storico al traffico, in un’epoca in cui persino i più piccoli comuni di provincia si avviano verso una pedonalizzazione sempre più estesa.
Se in un periodo di profondo cambiamento dei consumi, trainato dallo sviluppo digitale, la sua idea di innovazione si riduce a questo, che Dio ce ne scampi e liberi.
Zannelli riduce il tema della desertificazione del centro storico a una semplificazione banale, come se il destino del commercio locale dipendesse esclusivamente dalla possibilità di far passare le automobili. Una visione miope che ignora completamente i fattori economici e sociali ben più profondi che stanno trasformando i centri storici in tutta Italia.
La realtà è che il cambiamento del commercio nei centri cittadini è inevitabile e legato a dinamiche che vanno ben oltre la chiusura o l’apertura di una strada. I fattori principali sono il cambiamento delle abitudini di consumo, con la crescita dell’e-commerce e dei centri commerciali, il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, che incidono sulla vivacità economica di molte aree urbane, e l’aumento dei costi di gestione per le piccole attività, che faticano a reggere la concorrenza delle grandi catene.
Di fronte a queste sfide, il Comune non è rimasto a guardare. Sono stati avviati bandi per incentivare l’occupazione degli spazi commerciali nel centro storico e l’assessorato competente sta lavorando con gli attori del settore per sviluppare soluzioni concrete che favoriscano il ripopolamento e la vivibilità del cuore della città.
Proprio a dimostrazione di questo, l’assessore Pisani ha già avuto un colloquio proficuo con l’associazione dei commercianti per discutere dei lavori in programma nel centro storico. L’obiettivo è quello di coordinare al meglio gli interventi, riducendo al minimo i disagi per le attività commerciali. Il dialogo è aperto e continuo, e tutte le misure possibili per tutelare gli esercenti sono già in fase di valutazione e implementazione.
E il consigliere Zannelli, invece, cosa fa? Oltre a ripetere slogan logori e lanciare accuse, ha mai avanzato una proposta concreta? Ha mai partecipato a un tavolo di lavoro per cercare soluzioni? Difficile, considerando che è assente nel 95% delle sedute del consiglio comunale e ha collezionato quasi il 100% di assenze nelle commissioni.
Viene quindi da chiedersi in che modo possa definire “bellissima” la sua esperienza in consiglio comunale, se di fatto non l’ha mai vissuta. Forse per lui il consiglio è un concetto astratto, un luogo mitologico di cui ogni tanto legge sui giornali, senza mai sperimentarlo di persona.
Non manca neanche l’aggiunta di un tocco quasi cinematografico e vagamente razzista: secondo il consigliere, il centro storico sarebbe addirittura finito in mano a pericolose gang di “Latinos”, trasformandosi in una zona di anarchia e devastazione. Un racconto da film di serie B che non trova riscontro nella realtà, ma che forse suona più affascinante dei numeri e dei fatti.
Peccato che nel mondo reale il Comune abbia lavorato per migliorare la sicurezza urbana, coinvolgendo le forze dell’ordine e promuovendo iniziative per rendere il centro più vivibile, mentre il consigliere si limita a evocare scenari apocalittici senza alcun fondamento.
Leggiamo poi la solita lamentela sulla gestione dei servizi, con il consigliere che insinua oscure trame per favorire Jesi a scapito di Fabriano. Peccato che la realtà sia ben diversa: la collaborazione con Jesi Servizi ha garantito maggiore efficienza, una riduzione dei costi e un miglioramento della qualità dei servizi per i cittadini.
Non manca, poi, la polemica sterile e stucchevole sull’assessore Marcolini, reo, secondo Zannelli, di non essere nato a Fabriano e quindi, a suo dire, incapace di amministrare le finanze della città. Un’argomentazione debolissima, che non meriterebbe neanche risposta, se non fosse che i numeri smentiscono il consigliere su tutta la linea.
Il curriculum dell’assessore Marcolini parla da solo, così come i risultati ottenuti in termini di equilibrio finanziario dal suo insediamento ad oggi. Non solo è riuscito a mantenere la spesa sociale, ma addirittura a incrementarla, nonostante la situazione finanziaria di partenza fosse tutt’altro che rosea. Questo, forse, Zannelli lo ignora o, più probabilmente, finge di ignorarlo perché non rientra nella sua narrazione politica.
Infine, la polemica sulle imposte. Zannelli si indigna per gli aumenti, dimenticando però di spiegare come si possano garantire servizi essenziali senza risorse. Criticare è facile, proporre alternative è più difficile. Non una parola su come ridurre le spese senza compromettere i servizi, non un’idea su come attrarre risorse senza aumentare la pressione fiscale.
Fabriano ha bisogno di persone con visione, coraggio e pragmatismo, non di nostalgici che vedono complotti ovunque e scaricano le loro frustrazioni su chi lavora per il bene della città.
Se il consigliere Zannelli vuole davvero contribuire, porti proposte concrete e accetti il fatto che il commercio, come il resto del mondo, sta cambiando.
Il tempo delle rendite di posizione è finito: ora servono idee, non lamenti. E magari, la prossima volta, si degni di presentarsi almeno a una commissione.
da Progetto Fabriano