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L’omelia di Natale di Mons. Francesco Massara

Natale del Signore – Messa del giorno – L’omelia del vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Francesco Massara

 

Cari sorelle e fratelli,

potremmo dire che il vertice del brano evangelico del giorno di Natale è racchiuso nell’espressione giovannea: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14) o, più letteralmente in noi nel senso che non sta in mezzo a noi, ma in noi. Questa bellissima immagine richiama l’intimità che Dio ha con noi e che rappresenta il mistero del Natale: il Dio di Gesù è talmente innamorato degli uomini che chiede di essere accolto per “fondersi” con la loro umanità, per dilatare la loro capacità d’amore e far sì che ogni persona e ogni comunità diventino l’unico vero santuario nel quale si irradia l’amore di Dio.

La solennità del Prologo di Giovanni si infrange, però, con la concretezza della nostra umanità attraverso la semplice, ma altrettanto evocativa immagine di un neonato avvolto in stracci ed adagiato sulla paglia di una mangiatoia. Chi, vedendo questo bambino così conciato, può dire di aver incontrato Dio? Eppure è stata proprio questa la modalità che l’Onnipotente ha scelto per rivelarsi agli uomini: un bambino! Per confondere i sapienti e i potenti, e farsi riconoscere dagli umili e dai poveri, Egli ha scelto l’espressione più indifesa della vita. Anche oggi, possiamo correre il rischio di non riconoscere Dio nei piccoli e di fuggire l’idea che il Signore possa rivelarsi proprio nei deboli.

Mi sono chiesto allora: quale luogo oggi il Signore sceglierebbe per rivelarsi al mondo? In che posto verrebbe ad abitare in mezzo a noi? Quale luogo della terra ha la stessa potenza e valenza simbolica della grotta di Betlemme?

La risposta non ha tardato ad arrivare. Proprio mentre ci riuniamo come società civile, comunità ecclesiale e famiglie per festeggiare la gioia del Natale, nel nostro territorio regionale e nelle nostre città, tanti uomini e donne rischiano di perdere il lavoro e di precipitare in un tempo di incertezza e di precarietà. La speranza nel futuro, costruita sul diritto fondamentale al lavoro, è minata dal risultato di politiche economiche e sociali non lungimiranti e non attente ad attuare il dovere dello Stato e delle istituzioni di essere al servizio del bene comune.

Il Natale è una festa di gioia e speranza che ci ricorda che non siamo soli nell’affrontare le difficoltà e le sfide che la vita spesso ci presenta. Ecco perché come credente sono sicuro che, se Gesù dovesse scegliere un luogo in cui venire al mondo, nascerebbe proprio lì, fra la disperazione di queste persone, al freddo di politiche sociali indifferenti e al gelo di soluzioni economiche marginali e inadeguate.

Questo presepe moderno, infatti, non tradirebbe la logica di Dio che non smette di rivelarsi debole fra i deboli, ultimo fra gli ultimi, perché Gesù è venuto per salvarci non dall’esterno, con semplici parole o promesse, ma entrando come fratello e amico nel tessuto concreto delle nostre sofferenze e incertezze sia presenti che future. È venuto a insegnarci che, seppure il futuro è pieno di incognite, con Lui che cammina con noi, al nostro fianco, possiamo guardare avanti con più coraggio e con più fiducia nella forza del bene, della giustizia e dell’amore.

Il dono del Natale non è fatto di “cose”, per quanto preziose possano essere, ma di una persona, di un bambino. Il Natale è quindi un invito a riscoprire il valore delle persone accanto a noi come il dono più grande ed autentico. Anche noi possiamo essere un dono per gli altri. Quando comprendiamo questa verità, diventiamo capaci di ascoltare e rispondere alle attese di chi ci sta vicino, valorizzandolo per ciò che è, senza limitarci a relazioni superficiali o utilitaristiche.

In cuor mio, dunque, come padre e pastore, nonostante le difficoltà e le incertezze del tempo che viviamo, Vi rivolgo il mio più affettuoso augurio di Natale con la serena speranza che possa essere anzitutto un Natale sereno in famiglia e che, con l’aiuto del Divino Bambino, possiate rafforzare l’unità, il dialogo e l’amore tra sposi, genitori, figli, fratelli, amici e anziani.

A chi vive le gravi difficoltà della crisi economica, auguro la forza di guardare al futuro con speranza, confidando in Gesù che, fin dalla nascita, ha condiviso le nostre stesse fatiche, e conosce il valore e la durezza del lavoro. Alla Sua intercessione affido chi ha responsabilità economiche e politiche, affinché promuova scelte coraggiose e solidali. Il mio augurio è che il Figlio di Dio benedica le vostre case e porti pace nei vostri cuori. Vi assicuro la mia vicinanza e la mia benedizione, segno della paternità e dell’amicizia verso ciascuno di voi.

Buon Natale a tutti!

+Francesco Massara, Arcivescovo