La chiesa di San Giuseppe Lavoratore, l’arte di Guelfo
Fabriano – La chiesa di San Giuseppe Lavoratore rappresenta una delle opere architettoniche più rappresentative del ‘900 del territorio. Aveva la necessità di offrire ai fedeli un ampio luogo di culto, in un quartiere di Fabriano in espansione presso la zona degli stabilimenti vecchi e nuovi delle Cartiere Miliani e presso l’antica chiesetta di Santa Maria Maddalena, patrona dei cartai e ricca di opere d’arte, tra cui la Maddalena del Gentileschi. Tra l’altro in quella zona sorgeva nei tempi antichi anche una necropoli romana. San Giuseppe Lavoratore è opera dell’architetto Goffredo Papi, venne edificata nel 1962, all’epoca del vescovato di Monsignor Macario Tinti. Come architettura ci si avvicina alle antiche cattedrali gotiche, per lo meno nello spirito e nella concezione, con quel verticalismo che invita a innalzarsi verso la Verità.
Entrando all’interno vediamo che l’altare viene posto al centro così da consentire ai fedeli una disposizione corale, secondo le innovazioni previste dal Concilio Ecumenico II sotto il pontificato di Ss. Papa Giovanni XXIII. D’impatto sono le belle vetrate, ben 78, opera del Maestro Guelfo che tramuta il Sacro in arte del vetro, furono eseguite tra il 1981 e il 1986, si estendono per oltre 130 metri quadri. Esse ornano il vano principale e la cappella del Santissimo Sacramento. Descrivono il perimetro della chiesa e sono intervallate da quattro grandi vetrate: la Natività, San Giuseppe Lavoratore, la Cena di Emmaus e la Resurrezione. Le vetrate presentano un’accesa policromia, un nuovo modo di vedere la religiosità in modo creativo e sereno, attraverso una vivace rilettura dei testi sacri. Sono disposte seguendo la pianta interna che ripropone la Croce della Redenzione, manifestazione della luce divina.
San Giuseppe Lavoratore è un vero e proprio tempio con i suoi simboli: il materiale spoglio, il cemento della costruzione caratterizzano l’epoca contemporanea, le vetrate invece legano simboli primordiali a quelli tradizionali cristiani. La pianta è un ottagono, la figura geometrica che rappresenta la continuità tra Vecchio e Nuovo Testamento, tra la Chiesa di Sion e la Nuova Chiesa di Gesù Cristo, forma ottagona che ci riporta anche al rito pagano.
Francesco Fantini