Cartiere, giovedì tavolo tecnico al Ministero. Il vescovo a Roma: “Non possiamo perdere nessun posto di lavoro”
Disponibilità ad un tavolo tecnico con il Ministro Urso che chiede, insieme al Governatore Acquaroli, di «prendere tempo per approfondire soluzioni alternative alla chiusura» ma, al momento, la produzione di carta per fotocopia con Giano srl terminerà il 31 dicembre. Ognuno resta sulla sua posizione, ieri pomeriggio, nel primo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy per affrontare il caso della chiusura di Giano e la fine della produzione della carta da ufficio delle storiche Cartiere di Fabriano con il conseguente licenziamento di 195 persone. Presenti, ieri pomeriggio, l’Amministratore delegato di Fedrigoni, Marco Nespolo, la sindaca, Daniela Ghergo, i sindacati, un centinaio di lavoratori in presidio, il vescovo diocesano, Francesco Massara, gli assessori regionali Antonini, Aguzzi e Biondi. Prima dell’avvio del tavolo, il ministro Urso ha avuto un bilaterale con il presidente, Francesco Acquaroli. Tra i temi trattati le possibili soluzioni per il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali di Giano, ma anche Beko, su cui è stato convocato il tavolo di aggiornamento al Mimit, con sindacati, azienda ed enti locali per giovedì alle 17:30, mentre alcune ore prima, al mattino, si terrà un tavolo tecnico sulle Cartiere tra azienda, ministero e regione. Si lavora, quindi, per soluzione alternative alla chiusura. I sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Chimici sono pronti a nuove iniziative, non solo a Fabriano, per tutelare produzione e posti di lavoro. Marco Nespolo, Amministratore delegato di Fedrigoni: «Confermiamo la disponibilità ad aprire un tavolo tecnico con il Ministero per valutare possibili scenari volti a mitigare l’impatto sociale sulle persone coinvolte dalla decisione di chiudere Giano che cesserà ogni attività commerciale e produttiva legata al business delle carte da ufficio con la fine del 2024». Poi ha ribadito quanto già annunciato durante l’incontro a Fabriano di due settimane fa, che riguarda la ricollocazione di parte del personale, la possibilità di una ventina di prepensionamenti e 55 posizioni aperte negli stabilimenti del Nord Italia. «Per mantenere il più possibile i livelli occupazionali sul territorio, potenzieremo il business delle carte di sicurezza» ha ribadito Nespolo ricordando che l’azienda «sta mettendo in campo ogni sforzo possibile per salvaguardare i posti di lavoro e che lo storico marchio Fabriano, è uno degli asset rilevanti della nostra strategia di lungo termine». Il vescovo, Francesco Massara, è andato a Roma in pullman insieme agli operai, ai sindacati e alla sindaca. Ha detto il presule: «Fabriano non può perdere nessun posto di lavoro. Ci sono famiglie in difficoltà, in un territorio già martoriato dalle crisi e dal sisma. Auspico che si possa tornare a lavorare in un clima di serenità. Ho ribadito che le conseguenze sociali di questa decisione sarebbero drammatiche per tutto l’entroterra». Il vescovo Massara ha proposto al ministro Urso «la possibilità che la zona del cratere entri nella “Zes” e che si valuti un intervento del Poligrafico». Ha chiesto all’azienda «di congelare questa decisione in attesa di soluzioni che tutelino il sito e i lavoratori». Il presule ha consegnato al Ministro Urso un report dettagliato della situazione redatto dalla Caritas Diocesana di Fabriano-Matelica.
Marco Antonini