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Ottobre Rosa 2024: l’intervista alla dottoressa Rosa Rita Silva

In occasione dell’Ottobre Rosa abbiamo raggiunto la dottoressa Rosa Rita Silva, direttore della Struttura Complessa Oncologia Medica Ospedale Profili di Fabriano per un aggiornamento sui dati nazionali e locali riguardanti i tumori, specialmente femminili.

Dottoressa, il tumore al seno è il cancro più comune tra le donne. Abbiamo dei dati aggiornati sull’incidenza di questo tumore e sul tasso di sopravvivenza allo stesso nel territorio?

In Italia nel 2023 sono attese 55900 nuove diagnosi di tumore alla mammella, con una sopravvivenza a 5 anni dell’88%, tra le migliori in Europa, e sono 834.200 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore della mammella.Il Registro Tumori della Regione Marche, ha presentato i dati relativi all’incidenza dei tumori nella nostra regione nel periodo 2013/2015 e ha rilevato nelle donne 13372 casi incidenti, con il tumore della mammella il più rappresentato con 3949 casi. Nella provincia di Ancona l’incidenza nel triennio esaminato è 1294 casi con età mediana 64 anni. Le incidenze e la mortalità sono pressoché sovrapponibili nella nostra regione e nel resto d’Italia.

La cultura della prevenzione è fondamentale, ma cosa significa di fatto fare prevenzione?

Pur essendo inverosimile cancellare dal nostro mondo le cause di tumore, possiamo, però, eliminare o limitare i comportamenti o le “situazioni ambientali” che aumentano il rischio di tumore, i cosiddetti fattori di rischio. Tra le situazioni che aumentano la probabilità di malattia c’è l’età. Il trascorrere degli anni moltiplica le occasioni di incontro con i rischi ambientali e riduce le nostre difese immunitarie. Tra i vari fattori di rischio il fumo di tabacco da solo è responsabile del 33% delle neoplasie; un altro 33% è legato ai cosiddetti stili di vita (dieta, sovrappeso, abuso di alcool e inattività fisica). I fattori occupazionali sono responsabili del 5% delle neoplasie. Le infezioni causano circa l’8% dei tumori (esempio Papilloma virus 16-18 per cervice uterina, virus dell’epatite B e C per il carcinoma del fegato). Le radiazioni ionizzanti e l’esposizione ai raggi ultravioletti sono responsabili del 2% dei tumori e l’inquinamento ambientale contribuisce per un altro 2%. L’ereditarietà ha un’incidenza molto bassa nella genesi tumorale: meno del 2% della popolazione è portatrice di mutazioni con sindromi ereditarie di rischio neoplastico: ad esempio i geni BRCA1 e 2 che aumentano il rischio di cancro alla mammella e all’ovaio. Se pensiamo al fumo nel biennio 2021-2022 nel nostro paese il 24% dei 18-69enni è fumatore; il 30% della popolazione è completamente sedentaria e all’inattività fisica in genere si accompagnano sovrappeso e obesità, altri importanti fattori di rischio: il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso. Infine 1 persona su 6 (17%) fa un consumo di alcol a “maggior rischio” per la salute per quantità o modalità di assunzione. Se poi prendiamo in considerazione l’alimentazione, in Italia solo il 7% della popolazione consuma le 5 porzioni di frutta e verdura giornaliere raccomandate. E’ chiaro quindi che non iniziare a fumare o smettere di fumare, seguire una corretta alimentazione controllando il peso corporeo, l’attività fisica (anche una semplice passeggiata di 30’ al giorno), l’attenzione alla esposizione solare, la vaccinazione dei giovani (ragazzi e ragazze) contro il papilloma virus, l’astensione dall’alcol, sono comportamenti corretti che contribuiscono a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore. E’ necessario che questi stili di vita corretti vengano conosciuti ed applicati a partire dalla giovane età. Quando parliamo di questo parliamo di PREVENZIONE PRIMARIA

La prevenzione purtroppo è ostacolata dalla difficoltà per molte donne del comprensorio nel riuscire a programmare controlli fondamentali come la mammografia, a causa di interminabili liste di attesa. Si sta lavorando per migliorare e garantire questi controlli essenziali?

Quando parliamo di diagnosi precoce, intendiamo la PREVENZIONE SECONDARIA. Gli screening per la diagnosi precoce dei tumori sono strumenti efficaci per la lotta alle neoplasie. Per il tumore della mammella l’offerta è una Mammografia ogni 2 anni, gratuita, attraverso lettera di invito personalizzata nella fascia di età recentemente allargata, che va dai 45 ai 74 anni. Purtroppo i dati relativi all’Italia mostrano come l’adesione allo screening mammografico nel 2022 sia stato del 43%, in calo di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nella nostra regione una donna su due non si presenta per eseguire la Mammografia spesso adducendo varie motivazioni (non ne ho bisogno, non ho tempo,  ho  paura del risultato,  non me lo hanno consigliato, ho sentito dire che si prova  dolore durante l’esecuzione,   sono imbarazzata). E’ quindi molto importante che le donne sappiano che quest’esame è semplice e consente di evidenziare lesioni tumorali millimetriche che possono essere curate con successo e consentire un numero sempre maggiore di guarigioni. Per quello che riguarda la mammografia clinica (e non di screening)  nella nostra area abbiamo due percorsi distinti: il percorso riservato alle donne operate di tumore alla mammella che ricevono l’appuntamento per l’anno successivo quando eseguono l’esame mammografico annuale,  e l’ambulatorio senologico dove le donne che presentano un problema senologico possono essere inviate dal Medico di Medicina generale per un approfondimento specialistico che può essere esclusivamente clinico e  se necessario anche strumentale. Ma la migliore arma a disposizione è lo screening quindi il mio auspicio è che nella nostra regione e nella nostra area la percentuale di adesione possa presto superare di gran lunga il 50%.

La diagnosi precoce e uno stile di vita sano possono salvare la vita. A che età è consigliabile sottoporsi a controlli periodici e con quale frequenza?

Come abbiano ricordato uno stile di vita coerente con le   raccomandazioni delle linee guida per quel che riguarda le abitudini voluttuarie (fumo, alcol), l’attività fisica, l’alimentazione che recuperi la dieta mediterranea, possono ridurre il rischio di ammalare di tumore. Gli screening raccomandati e offerti al momento oltre allo screening mammografico sono per il tumore del collo dell’utero Pap test e/o HPV test raccomandato e offerto ogni tre anni (Pap-test) alle donne fra i 25 anni e i 64 anni di età: il nuovo test di screening si basa sulla ricerca dell’infezione da Human Papilloma Virus (HPV) ad alto rischio . L’esame deve essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni in caso di negatività. Se il test HPV risulta positivo la donna dovrà sottoporsi a un Pap-test che quindi diventa un esame di completamento, per individuare eventuali modificazioni cellulari e indirizzare, in caso positivo, alla effettuazione di una colposcopia. Se, invece, la citologia non presenta alterazioni importanti la donna ripeterà il test HPV dopo un anno. Per i tumori del colon-retto con una offerta rivolta a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni di un test per la ricerca del Sangue Occulto nelle Feci (SOF) ogni due anni (con colonscopia come test di secondo livello nei casi positivi al SOF). L’offerta e la partecipazione ai programmi organizzati restano lo strumento più opportuno da implementare, perché offrono un percorso di approfondimento assistenziale e terapeutico definito e gratuito

Dottoressa, la ricerca ha compiuto passi da gigante, possiamo oggi affermare che oggi dal cancro si può guarire?

Gli ultimi vent’anni hanno testimoniato numerosi rilevanti progressi nella cura dei pazienti affetti da tumore; l’innovazione ha riguardato pressoché tutti gli ambiti di trattamento, dalla chirurgia alla radioterapia, alle terapie di supporto: anche l’oncologia medica ha visto importanti cambiamenti nella gestione farmacologica di quasi tutti i tumori solidi. Negli ultimi decenni, la ricerca clinica e di laboratorio ha consentito di comprendere a fondo molti meccanismi biologici alla base della crescita delle cellule tumorali e di sviluppare farmaci che interferiscano con questi meccanismi bloccando quindi la crescita tumorale. Oggi sappiamo che i tumori sono biologicamente diversi uno dall’altro: questo concetto non si applica solo nei confronti di un tumore che si sviluppa in un diverso organo (esempio mammella, colon retto, polmone) ma anche all’interno dello stesso tipo di tumore. Un tumore della mammella può essere quindi diverso da un altro per caratteristiche biologiche che ne condizionano il comportamento : ecco allora l’importanza della caratterizzazione molecolare che consente un approccio “mirato” in cui i trattamenti vengono scelti sulla base delle caratteristiche cliniche del paziente (privilegiando ad esempio farmaci meno tossici per i pazienti anziani o più fragili), e sulla base delle caratteristiche biologiche del singolo tumore: la cosiddetta “ Medicina di Precisione”. L’avvento dei farmaci a bersaglio molecolare ha consentito di ottenere, nei casi eleggibili sulla base del profilo molecolare, risposte obiettive molto importanti, associate spesso a un controllo di malattia prolungato nel tempo. L’altra grande rivoluzione di questi ultimi anni è stata l’introduzione nella pratica clinica dei farmaci immunoterapici.L’innovazione sopra ricordata accanto alla diagnosi precoce ha consentito di ridurre in Italia la mortalità per tumore nel periodo 2007-2019 del 14,4 % negli uomini e del 6,1% nelle donne. Quindi per rispondere alla sua domanda, la guarigione oncologica riguarda una quota crescente di persone in Italia ed è finalmente una realtà di cui prendere atto per superare l’ormai inaccettabile stigma che associa indissolubilmente il “tumore” alla “morte, quindi di tumore si può guarire e si può vivere a lungo anche con la malattia al punto che in Italia oggi ci sono 3 .600.000 persone vive dopo la diagnosi di cancro, corrispondente al 5,7% della popolazione italiana.

Un suo pensiero per l’Ottobre Rosa rivolto alle donne che stanno affrontando il percorso di cura o che hanno appena scoperto di avere un cancro?

Due riflessioni: Il colore rosa è sempre stato associato alla bellezza alla leggiadria e alla femminilità, ottobre rosa ci ricorda quanto sia importante acquisire consapevolezza di come il semplice gesto di accogliere la lettera d’invito e presentarsi ad eseguire la mammografia possa consentirci di arrivare precocemente ad una diagnosi di tumore mammario e affrontare la malattia con interventi sempre meno demolitivi e con terapie molto efficaci nell’aumentare la probabilità di guarigione. Alle donne che hanno appena scoperto la malattia o che stanno affrontando il percorso di cura dico di mantenere la fiducia nel loro medico oncologo, la speranza nella guarigione, la forza nell’affrontare la malattia e soprattutto di pensare che alla fine della notte c’è sempre un’alba colorata di rosa.

Gigliola Marinelli