Istituto Tecnico Agrario Vivarelli : Le attività della stazione agrometereologica
La stazione agrometeorologica dell’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli di Fabriano registra alcuni parametri climatici con una serie storica particolarmente importante, se consideriamo che i dati sono archiviati a partire dal 1892 quasi in modo ininterrotto fino ad oggi. Attualmente i dati meteorologici (tra cui pioggia, vento e temperature) sono monitorati con una moderna stazione Campbell in grado di rilevare in tempo reale i parametri e di acquisirli in un data base. Da sempre la rilevazione dei dati climatici è stata seguita dall’azienda agraria per l’importanza primaria che ha la conoscenza degli stessi per le specie coltivate. Ne parliamo con il coordinatore professor Francesco Sbaffi. “Oggi – dichiara il professor Sbaffi – sono io ad occuparmi del coordinamento dell’azienda agraria didattica della scuola e così seguo anche la registrazione dei dati, la manutenzione degli strumenti e tutti gli aspetti didattici connessi in collaborazione con i diversi docenti di indirizzo delle scienze agrarie. L’agrometeorologia è una disciplina particolarmente importante per l’agricoltura: per questo motivo tutte le classi in modo diverso affrontano gli aspetti legati alle analisi e ai cambiamenti climatici in corso che fanno parte degli insegnamenti della scuola agraria Vivarelli”. Questa stazione è sicuramente un fiore all’occhiello per l’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli che permette ai propri alunni di svolgere molte attività. “I ragazzi – prosegue Sbaffi – sono coinvolti nel progetto stazione agrometeorologica e partecipano alla rilevazione dei dati, alla loro elaborazione e archiviazione. Dall’analisi dei dati raccolti si fanno ragionamenti e studi sui diversi parametri e la loro influenza sul comportamento delle piante come, ad esempio, il calcolo del fabbisogno in freddo che determina la data di germogliamento delle piante. Nella nostra azienda agraria ci sono diverse specie arboree e quest’anno, con i nostri studenti, abbiamo potuto verificare come le varietà di fruttiferi hanno reagito in termini di precocità ovvero di ritardo di germogliamento in primavera a seguito di un inverno particolarmente mite”. Stiamo assistendo ad un cambiamento climatico sempre più elevato, con estati molto calde e piogge che provocano molti problemi. Cerchiamo di capire, con l’aiuto delprofessor Sbaffi, se la stazione ha raccolto dei dati che possano spiegare questo cambiamento climatico e quanto esso incida nel ciclo delle colture agricole. “Il cambiamento climatico in atto – argomenta Sbaffi – evidenziato in tante occasioni e da autorevoli enti è un dato oggettivo e l’origine umana (antropica) del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio. Il tema è complesso e non può essere certo sviluppato in modo superficiale, così la soluzione non può essere semplice e trova sicuramente necessario un approccio olistico che passa attraverso tanti punti di vista. Mi piace citare la recente lettera “Laudate Deum” di Papa Francesco, che è l’Esortazione apostolica a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Un aspetto che abbiamo registrato nell’ambito dell’estremizzazione climatica che ha coinvolto la nostra città che ha riguardato, tra gli altri, i fenomeni ventosi particolarmente intensi che hanno investito Fabriano nel recente passato (autunno 2023) causando danni e imposto uno stato di allerta da parte delle autorità che hanno interdetto l’utilizzo dei parchi pubblici cittadini a scopo precauzionale. E’ importante sottolineare che tali allarmi diramati dalle autorità competenti (Protezione Civile e Sindaco) devono essere rispettati dai cittadini perché sempre più i cambiamenti climatici ci espongono a manifestazioni estreme e dunque mettono in pericolo la nostra incolumità. L’unica cosa giusta da fare in questi casi è applicare al massimo la prudenza ed essere attenti alle notizie diramate dagli organi ufficiali. Il nostro territorio è normalmente investito da una serie di giorni ventosi nel cambio di stagione autunnale (fine di ottobre-primi di novembre) dovuta all’affacciarsi dei primi abbassamenti termici importanti che determinano grandi spostamenti d’aria e dunque favoriscono la formazione dei venti. Nel caso analizzato, l’andamento dei venti era risultato rinforzato a partire dal 27 ottobre 2023 fino al 3 novembre con prevalenza dei venti da ovest che hanno raggiunto picchi di intensità di oltre 86 km/h. Per chiarezza ricordo che si considera potenzialmente dannosa una raffica che supera i 60 km/h. Il vento ha esposto in maniera più grave gli alberi, soprattutto quelli con ancora le foglie sui rami, alla sollecitazione meccanica che ha causato diverse rotture alle branche o addirittura al tronco. Per capire come tali fenomeni possano risultare pericolosi è necessario incrociare il fenomeno stesso con la situazione che si incontra: in questo caso, ad esempio, venivamo da un autunno particolarmente temperato e mite che ha lasciato vegetare più a lungo le caducifoglie esponendo le piante a maggiore sollecitazione meccanica per l’effetto bandiera del fogliame.
Per quanto riguarda le temperature, la nostra stazione agrometeorologica ha registrato quest’anno un agosto particolarmente caldo che, con i suoi 25,7 °C medi, ha visto un aumento di +2,9 °C rispetto al mese di agosto medio dell’ultimo trentennio. Il 2024 quindi rischia di chiudere come uno degli anni più caldi mai registrati visto che già nei primi otto mesi dell’anno abbiamo rilevato + 4,2 °C di aumento rispetto alla media del trentennio negli stessi mesi dell’anno. Tra gli effetti diretti di questo andamento del 2024 abbiamo riscontrato un anticipo di circa 15 giorni sulla data di vendemmia per le varietà ad uva da vino presenti nel nostro areale. Questo anticipo ha messo alla prova molte aziende che hanno dovuto attrezzarsi con le squadre di raccoglitori in condizioni di lavoro caratterizzate da alte temperature anomale per la vendemmia”. Abbiamo chiesto al professore se è ipotozzabile una previsione del clima che si prospetterà nel prossimo autunno ed inverno. “Non è possibile – prosegue Sbaffi – perché l’analisi del clima non permette di avere elementi di previsione meteorologica, che si basa invece su modelli matematici statistici. Oggi dobbiamo chiarire proprio questo aspetto all’opinione pubblica. Lo studio del clima e la valutazione dei cambiamenti climatici è un’analisi in profondità che si basa sulla registrazione e valutazione delle serie storiche dei dati, per questo è incontrovertibile, ma di per sé non ci dà risposte o previsioni. L’effetto del cambiamento climatico però si traduce in modifiche degli equilibri meteorologici che caratterizzano i diversi ambienti ed è la causa principale dei fenomeni estremi che sono oggi sotto gli occhi di tutti”. Parlando di futuro, sentiamo qual è l’obiettivo prefissato per la stazione agrometeorologica dell’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli da raggiungere. “Grazie a finanziamenti Ministeriali (PON Edugreen) – conclude Sbaffi – è stata implementata nel 2023 la stazione meteo con nuovi sensori e nel nostro progetto speriamo di essere in grado di rendere disponibile alla libera consultazione i dati in tempo reale tramite il nostro sito istituzionale: www.moreavivarelli.edu.it (azienda agraria)”.
Edoardo Patassi