Palestra Mazzini chiusa, le reazioni politiche

Fabriano – Chiusura della palestra Mazzini a Fabriano, infuria la polemica politica. Ad attaccare ci pensa l’ex sindaco, Gabriele Santarelli, M5S. “In 5 anni abbiamo ripristinato la sicurezza nelle scuole e rimesso a posto gli impianti sportivi per quello che si poteva considerando lo stato pietoso lasciato in 15 anni di trascuratezza – dichiara. – La Sindaca deve guardarsi in casa quando cerca i responsabili dello stato degli immobili comunali e chiedere conto a chi è stato al governo della città nei 15 anni precedenti ai nostri durante i quali un bombardamento avrebbe fatto meno danni” Secondo l’ex sindaco pentastellato “lo stato in cui versa la palestra Mazzini non è imputabile agli ultimi 5 anni durante i quali noi abbiamo garantito la praticabilità del parquet, degli spogliatoi nonché dei tunnel di ingresso. Per la Mazzini vale lo stesso discorso del Pala Guerrieri e del cimitero: 15 anni e più di incuria di chi oggi siede accanto a lei non si curano in 5 anni. Ricordo solo che noi siamo stati costretti a chiudere 3 scuole, il Palazzetto e il Cimitero. L’assenza di manutenzione ordinaria viene da lontano” conclude.

L’opposizione alza i toni. Valentina Minelli, gruppo “Sorci Fabriano c’è-30.001”, che nei giorni scorsi aveva segnalato questa problematica, attacca: “Sono stata accusata di fare interrogazioni su temi futili, ma evidentemente la cosa era più grave di ciò che si credeva. Sono preoccupata per la sicurezza dei nostri ragazzi. Si trovi una soluzione: non possono essere sempre i ragazzi a pagare” conclude. Danilo Silvi, Fratelli d’Italia, presenta interpellanza e commenta: “La palestra chiusa conferma che bisognava, da tempo, intervenire su tutte le strutture comunali. Prima dell’avvio dell’anno scolastico sono stati effettuati accurati sopralluoghi alle scuole?”. Il sindaco Ghergo: “I tecnici interpellati ritengono che i lavori possano essere effettuati in tempi rapidi, 15 giorni. Lunedi nuovo sopralluogo. E’ un ulteriore disagio per la città che sconta uno stato di carenza di manutenzione alla quale nessuno negli ultimi decenni ha posto rimedio”.

Marco Antonini