Modello Fabriano in crisi, si cerca la via del riscatto
Fabriano – La relazione di Andrea Cocco, Cisl, in occasione dell’assemblea pre-congressuale del sindacato che si è tenuta a Fabriano. La riportiamo integralmente.
Il punto del sindacato
Benvenuti a tutti i delegati all’assemblea pre-congressuale della Ast Cisl di Fabriano, un saluto agli ospiti (Arrigo Berionni, Mina Fortunati e Mauro Corpolongo della Cgil, Carlo Sabbatini della Uil, Ugo Pesciarelli Presidente dell’Unione dei Comuni, Lamberto Pellegrini Coordinatore Ambito 10, Emilio Procaccini Dirigente scolastico e Preside dell’istituto Morea-Vivarelli, Loredana Baldi Adiconsum Marche ed il Dott. Nico Bazzoli dell’Università Carlo Bò di Urbino. Un saluto al segretario generale Cisl Marche Sauro Rossi, ed i segretari Cristiana Ilari e Marco Ferracuti. Grazie a tutti per la vostra presenza.
La Cisl ha avviato la fase congressuale partendo dai congressi di base, per concludersi con il XIX° congresso Cisl Nazionale dal 25 al 28 maggio, questa assemblea precongressuale della zona di Fabriano si pone prima del XIII° congresso Cisl Marche che si svolgerà il 3 e 4 marzo.
Il congresso è un momento importante per il sindacato, oltre ad eleggere a tutti i livelli i segretari e le segreterie, si discute e si decide le azioni di politica sindacale dei prossimi anni, è un grande cammino di democrazia associativa, di partecipazione e confronto.
Questo nostro congresso cade in un contesto economico attuale dove le famiglie italiane vivono notevoli difficoltà, che con la pandemia, si sono decisamente ampliate; abbiamo perso molti posti di lavoro, nonostante i vari bonus e la cassa integrazione Covid;
Secondo il Cnel, se in generale l’epidemia ha peggiorato le condizioni del mercato del lavoro, le donne con i giovani «hanno pagato il prezzo più alto della crisi in quanto impegnate a ricoprire ruoli e a svolgere lavori più precari, soprattutto nei servizi», ma anche perché hanno avuto un maggiore carico di lavoro familiare con le scuole chiuse.
Il blocco dei licenziamenti ha protetto, infatti, i dipendenti a tempo indeterminato e la riduzione dell’occupazione si è concentrata nel lavoro a termine e in quello indipendente.
Meno della metà delle donne tra i 15 e i 64 anni è occupata, ha messo in evidenza il report del Cnel, un dato molto al di sotto della media europea e peggiorato con la pandemia.
Quanto ai giovani, il numero di quelli «occupati con meno di 34 anni è diminuito del 4%; i più giovani rappresentano la classe di età che maggiormente ha subito i contraccolpi del virus e delle conseguenti misure di contenimento».
Le indagini di mercato attuali ci dicono che dopo un’inversione di tendenza iniziata gli scorsi mesi, nel 2022 è prevista una più decisa crescita dell’occupazione, che riporterà i livelli vicini a quelli pre-Covid.
Tra 2021 e 2022 avremo un recupero di 531 mila posti di lavoro, un rimbalzo che però non consentirà di colmare per intero il gap di posti persi nel 2020 (-622 mila).
Per ultimo i recenti aumenti delle bollette acqua, luce, gas:
Se nel 2020 le famiglie italiane hanno speso in media 1.320 euro per le spese per energia elettrica e gas (pari al 4,7% della spesa totale annuale) l’esborso è salito a 1.523 euro nel 2021 con un aumento di oltre 200 euro.
Ancora più difficile appare la situazione in prospettiva: nel 2022 questa cifra dovrebbe salire a quasi 1.950 euro (+426 euro rispetto al 2021) arrivando a rappresentare il 6,1% dei consumi.
Gli aumenti importanti dei carburanti, il Caro benzina: +16 euro per il pieno e un incidenza importante sul costo dei beni di prima necessità;
Questi rincari mettono in ginocchio famiglie, imprese, esercizi pubblici, terzo settore ed enti locali.
Qui serve un intervento urgente e straordinario che il governo deve assolutamente fare e un investimento senza precedenti sulle energie rinnovabili, non possiamo più rimandare!!!
In prospettiva per il futuro serve un cambio di marcia, partendo dai denari che ci sono a disposizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR; qui serve lungimiranza nella costruzione dei progetti, vedere più in là del naso e recuperare le lacune strutturali che abbiamo.
Oggi vorrei toccare alcuni temi importanti che incidono direttamente nella vita delle famiglie del territorio fabrianese e dirvi cosa abbiamo fatto in questi ultimi anni.
Lavoro – Nel territorio fabrianese, dati del centro per l’impiego, si contano 6000 disoccupati all’inizio del 2021, e già questo dato è allarmante, ma la cosa più drammatica è che dal 2009 inizio della crisi, cioè 13 anni fa, ad oggi nonostante denari finanziati dal Mise con l’accordo di programma Merloni, e nonostante molti incontri fatti, sia a livello regionale che nazionale, nulla è cambiato;
Così non va bene, dobbiamo fare di più;
forse siamo stati poco incisivi e determinati, ma la politica, in maniera trasversale, sembra si sia dimenticata di questo territorio.
Da tempo chiediamo tavoli dove siano presenti tutti gli attori dell’economia, nei momenti di crisi cosi devastanti non ci sono controparti, non ci sono classi sociali predominanti, non ci sono colori politici pro o contro, non ce la finanza buona o cattiva, c’è solo un obiettivo ricostruire l’economia di un territorio.
Credo che la cosa più brutta che ci possa capitare è continuare tutti a prenderci in giro, ognuno difendendo la propria fortezza che lentamente si sta sgretolando, scaricando le responsabilità sugli altri;
Serve individuare le missioni industriali di questo territorio, mettere a disposizione gli opifici dismessi e inutilizzati dalle varie procedure fallimentari, offrire servizi e benefici economici a coloro che hanno intenzione investire nel entroterra, formare le lavoratrici ed i lavoratori alle nuove attività, recuperare le piccole progettualità mettendole insieme lavorando in rete; il sistema finanziario deve adoperarsi attivamente nel sostenere le nuove attività, abbiamo un esagerato bisogno di economia reale.
Questo entroterra ha bisogno di progetti innovativi e di prospettiva, ad esempio, perché non lavorare su progetti all’insegna dell’economia circolare?
Una sfida importante per il sistema produttivo e per la società perché richiede di adottare attività e processi di produzione e di consumo che siano sostenibili ed in grado di gestire in modo consapevole ed efficiente le risorse del pianeta.
Il territorio Fabrianese può essere l’apripista di questa nuova rivoluzione industriale e di pensiero, con le amministrazioni che avviano processi virtuosi nella gestione dei rifiuti, dalla prevenzione al riciclo dei materiali, fino alla realizzazione di impianti volti al recupero di materia e grazie ai cittadini che diventano circolari con comportamenti che li rendono più responsabili e consapevoli delle loro azioni quotidiane.
Per fare tutto questo serve però un forte indirizzo e coordinamento a livello nazionale e regionale, che metta in campo le norme, gli strumenti economici e rimuova le barriere non tecnologiche per la nascita di una vera e propria rivoluzione circolare.
Dobbiamo puntare ad obiettivi sfidanti, che cambi anche la cultura della nostra gente, tutto questo si può fare, ci sono esperienze positive in Italia, non possiamo e non dobbiamo mollare ora.
Infrastrutture – Al centro del cambiamento e della nuova progettazione le infrastrutture, sia materiali che immateriali sono importantissime, dai collegamenti stradali e ferroviari e soprattutto nell’era del digitale la banda larga e la fibra ottica; nell’attesa della conclusione del raddoppio della Statale 76 con il progetto quadrilatero iniziato più 10 anni fa, dobbiamo recuperare il tempo perduto, concludere i lavori in essere e pianificare investimenti che servano veramente;
Onestamente la riapertura della Fabriano-Pergola lascia molti dubbi sulla sua utilità ed il suo sviluppo turistico e soprattutto sul suo beneficio economico per il territorio.
Sanità e sociale – Qui tocchiamo un tasto sensibile dove la pandemia ha fatto emergere problemi strutturali derivati dalle scelte sbagliate della politica del passato; nel nostro piccolo territorio ulteriori scelte sbagliate della giunta regionale passata, hanno prodotto disservizi e ridotto di servizi, un eccellente ospedale come lo era in passato, in un caos assoluto, dove il merito del lavoro va solamente ed esclusivamente dato al personale ospedaliero, medici e soprattutto infermiere, infermieri, Oss e tecnici.
Abbiamo duramente criticato la precedente giunta regionale, ma debbo dire che gli attuali amministratori ad oggi, dopo più di dodici mesi di governo, non hanno assolutamente cambiato nulla; rimangono in essere le vecchie problematiche, dalla chiusura del reparto pediatria, alla riduzione ed accorpamento di altri reparti, alla riduzione di servizi al cittadino e alle lunghe liste di attesa per la diagnostica e le visite ospedaliere;
La sanita è un diritto costituzionale che va assolutamente difeso, vanno modificate le norme, le aree interne non sono come la costa, il territorio montano va assolutamente servito in maniera diversa e più efficiente.
Giovani –La percentuale di giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni in Italia è 27,7%. Lo dicono gli ultimi dati Istat, pubblicati alcune settimane fa, che fotografano un paese in cui la disoccupazione giovane è tra le peggiori d’Europa. In Germania per esempio, se si confronta il dato Istat con quelli rilasciati da Eurostat, la percentuale corrisponde a 7,5%. I paesi europei con il minor livello di disoccupazione giovanile e il minor numero di NEET (Not in education, employment or training) sono quelli dove sono più diffusi i sistemi di formazione in cui scuola e lavoro sono affiancati.
Anche la Commissione europea ha di recente pubblicato un rapporto sul mercato del lavoro nell’Unione Europea e per l’Italia viene delineata una “situazione critica“;
Il Paese è in fondo alla classifica sia per l’occupazione dei giovani sia per quella delle donne. “La situazione sociale riflette la situazione economica degli ultimi 20 anni, segnata da una profonda stagnazione“.
La disoccupazione giovanile “è intorno al 30%”, ma al tempo stesso “vi è carenza di manodopera“, che vede le cause nel “tasso elevato di abbandono scolastico”, nella carenza di “competenze tecniche” (“o quelle che hanno sono sbagliate”) ma pure nel fatto che “spesso i salari sono bassi.
Se vogliamo attirare nuovi lavoratori nell’edilizia, tanto per fare un esempio, bisognerà pagarli meglio“. Infine, “bisogna anche indurre un cambio di mentalità e uscire dall’idea che si trova lavoro perché si conosce lo zio di un amico“.
Nel nostro territorio il calo drastico delle opportunità lavorative porta di conseguenza ad un calo degli abitanti, Fabriano è scesa sotto i 30.000 abitanti e coloro che lasciano la città sono giovani che vanno a ricercare sulla costa le attività lavorative; non possiamo essere passibili a questo, dobbiamo muoverci, abbiamo il dovere di valorizzare l’entroterra per permettere ai giovani di realizzare i propri sogni.
Oggi abbiamo ospite qui con noi il Dott. Nico Bazzoli dell’Università Carlo Bò di Urbino che poi vi presenterò, e potrà aiutarci nelle azioni da intraprendere a favore dei giovani;
Il rapporto tra i giovani ed il mercato del lavoro raccontate ed analizzate da un giovane dottore fabrianese, grazie Nico per aver accettato il mio invito.
Confronto con i Comuni e Ambito Sociale
In questi anni e soprattutto negli ultimi 2, abbiamo effettuato molti incontri, con i Comuni del territorio, in merito ai bilanci comunali per le tariffe e tasse comunali, (in tutti i comuni siamo riusciti a non far aumentare le aliquote) che con l’Ambito Sociale affrontando discussioni in merito alle povertà, la tutela degli anziani e disabili; ritengo questi incontri molto importanti;
Serve migliorare la pianificazione degli interventi e le loro priorità, in questi giorni abbiamo iniziato la discussione con gli ambiti territoriali per le stesure dei piani sociali di zona, 8 sono i temi di discussione, politiche a sostegno di:
1. Sostegno alle persone anziane
2. Inclusione sociale delle persone con disabilità
3. Politiche educative per la famiglia, infanzia e adolescenza
4. Contrasto alla violenza di genere
5. Lotta all’esclusione sociale, alla fragilità, alla povertà e al disagio abitativo
6. Accoglienza ed integrazione degli immigrati
7. Pratica sportiva e motoria per tutti
8. Politiche giovanili
Nei vari temi ritengo che il nostro obiettivo per un buon piano sociale debba avere 4 parole chiave, prossimità, promozione, protezione e universalismo.
Prima di giungere al termine lasciatemi segnalare alcune attività che si sono svolte in Cisl nel territorio:
Adiconsum, l’associazione di difesa dei consumatori con il recapito regolare di Loredana Baldi; un ottimo livello di professionalità e determinazione nella tutela dei cittadini, grazie Loredana.
Recupero Irpef cratere sismico, abbiamo intrapreso il ricorso collettivo promosso da Cisl Marche, in convenzione con l’avvocato Leonardo Pierdominici, per la restituzione dell’Irpef versata nel 2017 dei cittadini dei comuni del cratere sismico, nel nostro territorio oltre 140 pratiche delle otre 3000 a livello regionale; proprio in questi giorni dopo le sentenze positive di primo grado della commissione tributaria di Ascoli Piceno, anche la commissione di Ancona si è espressa favorevolmente sulle prime effettuate;
Siamo soddisfatti da questo risultato che conforta la nostra decisione di sostenere un’istanza importante giunta da chi ha vissuto in prima persona la tragedia del terremoto, dovendo poi fare i conti con leggi inique.
Sappiamo che il percorso è ancora lungo, ma queste prime pronunce rappresentano un precedente che può rendere più agevole il raggiungimento del nostro obiettivo: rendere giustizia a tutti i cittadini terremotati.
Un risultato non definitivo ma sicuramente un primo traguardo di giustizia.
Non mi dilungo di più e come è giusto fare vorrei fare i complimenti ai colleghi della Cisl di Fabriano, dalle categorie che frequentano la sede, all’Fnp, al Inas, il Caf e l’ufficio vertenze, il Sicet e L’Anolf; il vostro intenso lavoro è il cuore della nostra attività sindacale, grazie.
Fatemi ringraziare i colleghi di Cgil e Uil presenti oggi qui, la nostra attività sindacale nel territorio, come dicevo, è stata intensa, credo che dovremmo essere più determinati nel confronto con gli enti locali, dobbiamo dare ampia disponibilità al dialogo, ma con l’obiettivo di produrre accordi per le persone che rappresentiamo;
Discutendo, lottando e decidendo insieme potremmo dare il nostro importante contributo per il bene dei lavoratori e dei pensionati.
Ora mi taccio, ma lasciatemi salutare un carissimo collega sindacalista, un vero amico, per me un fratello che non è più tra noi, ciao Angelo ci manchi!