ADDIO AL POETA PIETRO GIROLAMETTI

Fabriano – La città della carta omaggia Pietro Girolametti, morto oggi, 13 aprile, all’ospedale di Pesaro, a 96 anni, per colpa del Covid-19, un mese dopo aver perso la moglie. Ha lavorato fin da giovane all’Ispettorato Carte-Valori presso la Cartiera Miliani di Fabriano. Poeta vernacolare, miniaturista e pittore, ha collaborato per anni con scuole e associazioni per mantenere vive le tradizioni del territorio. La salma sarà esposta alle ore 8 di giovedì 15 aprile presso la camera mortuaria dell’ospedale i Fabriano. Le esequie sempre giovedì, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale della Misericordia.

Il ricordo di Sandra Girolametti 

Zio Pietro anzi Pierino come si faceva chiamare amava la vita in tutte le sue sfaccettature. Amava il prossimo, la musica, l’arte, la poesia, la letteratura, il vernacolo, la pittura. Adorava la figura di Cristo e di Sua Madre, profondo conoscitore di Padre Pio e Suo fervente seguace. Era ispirato da tutto ciò che è bello ed era sempre grato alla vita per i nipoti e per la famiglia che aveva intorno a sé. Le sue ultime parole di ieri sono state di amore verso i suoi familiari. “Vi amo tutti” ha detto a Marco il suo diletto nipote. “Portatemi un po’ di spumante…” sapeva che avrebbe presto brindato con la sua cara sposa Augusta che qualche giorno fa lo ha preceduto nel regno dei cieli e con l’amatissimo figlio Paolo, medico anestesista, prematuramente scomparso pochi anni fa. “ Le avventure di Marietta e Romallo” saranno per sempre il suo lascito , la sua graffiante ed esilarante immagine dei personaggi fabrianesi che si divertiva a rappresentare insieme alle poesie che declamava in quel vernacolo così colorito e con parole che risuonano indimenticabili… Non possiamo dimenticare Marietta che voleva la pelliccia ma che Romallo non gliela voleva comprare perché “t’acciammotta”… oppure al ristorante quando la coppia dei personaggi si era recata per festeggiare l’anniversario di matrimonio al momento del conto Romallo esclama “ Apposta el conto ce l’ha portato piegato in due! Pe’ n faccelo vede’ subbito! Avrà penzato, si no a quisti qui je pia ‘n corpo appena magnato. Je se rimpone!!”
Preghiamo il requiem eternam come lo avrebbe recitato Romallo alla” Casa der morto”: “ recchia materna, donis Dommine, lucchese perpetua, lucìa attei, reschìatte ‘n pace, àmmene!” Vorrei terminare questo breve ricordo di Zio Pierino con le sue irridenti parole riguardo la morte : “ Un Santo l’ha chiamata anche sorella, l’omo però je manna ‘n accidenti; chi la vole ‘na parente come quella?!”.

m.a.