LA RABBIA DEGLI UTENTI CHE NON POSSONO FAR VISITA AI PROPRI CARI A SANTA MARIA

Fabriano – Dalla scorsa estate alcuni reparti del cimitero di Santa Maria, il principale camposanto di Fabriano, sono inagibili a seguito di diversi crolli e i parenti dei defunti sepolti non possono far visita ai propri cari. Sono interessati i settori 4,8 e 9. Da tempo si attende l’avvio dei lavori di ripristino, dovrebbero partire nei primi mesi del nuovo anno. I familiari dei defunti seppelliti nel reparto 8 (circa 1.500), dichiarato inagibile, hanno sollecitato più volte l’Amministrazione comunale per far partire un intervento urgente per ripristinare la normalità. Complessivamente ci sono stati almeno quattro crolli, anche causa maltempo, e il distacco di intonaco. “Sono oltre sei mesi, dallo scorso giugno per la precisione – scrive Stefano Balestra – che non riesco ad andare a trovare i miei cari al cimitero di Santa Maria e non so ancora per quanto tempo non lo potrò fare. In compenso, però, il canone delle lampade votive è arrivato regolarmente nei giorni scorsi e senza neanche un centesimo di sconto. Delle sei lampade per le quali ho sempre pagato regolarmente il canone annuale, ben cinque sono dei miei cari collocati a dimora presso il famigerato reparto 8 del Cimitero di Santa Maria. Non è l’unico residente che oggi chiede un occhio di riguardo nei confronti di coloro che non possono raggiungere i propri cari defunti. “Il reparto 8 – prosegue Balestra – è inagibile a causa delle infiltrazioni d’acqua che hanno reso pericolosi i solai del piano superiore con il conseguente distacco di calcinacci e la chiusura, che avrebbe dovuta essere di natura temporanea, avvenuta con ordinanza del sindaco di Fabriano, il 12 giugno scorso. Ho sempre pagato regolarmente ogni anno quanto dovuto, ma in questa circostanza mi sarei aspettato un occhio di riguardo per coloro che come me sono stati vittima di questa incresciosa situazione che dovrebbe vedere soluzione nei primi mesi del prossimo anno, magari con un canone ridotto, ma evidentemente mi sbagliavo. Non mi resterà dunque che pagare, con un po’ d’amaro in bocca per la verità”.

Marco Antonini