PRESIDENTE TOBALDI ELIMINA LA MOZIONE DALL’ORDINE DEL GIORNO

di Marco Antonini

Fabriano – Il caso del dirigente comunale del settore “Assetto del territorio” a cui è stato revocato l’incarico continua. Dopo la presa di posizione della minoranza che ha richiesto l’accesso agli atti per conoscere le reali motivazioni che hanno spinto la Giunta Santarelli a prendere questa decisione e il doppio no da parte della Segretaria comunale, è arrivata una mozione di censura nei confronti della segretaria stessa firmata dalla “Commissione Capigruppo”. In consiglio, però, non arriverà. La presidente del consiglio comunale, Giuseppina Tobaldi ha eliminato dall’ordine del giorno la mozione stessa “perchè non era giusto inserirla”. Si attende la presa di posizione dell’opposizione.

Il punto della presidente Tobaldi 

“Ho deciso di raccontare una storia (la cui veridicità è facilmente verificabile). Tutto è iniziato con la richiesta di accesso agli atti da parte di due Consiglieri di minoranza per poter visionare un allegato relativo alla decisione di sollevare dall’incarico il Dirigente del settore “assetto del territorio”. Per la cronaca l’accesso agli atti è sacrosanto diritto del Consigliere Comunale e in pochi casi previsti dalla legge può essere negato, adducendo le dovute motivazioni. La richiesta di accesso è stata rifiutata dalla Segretaria Comunale, rifiuto motivato da norme giuridiche che se non rispettate avrebbero determinato un danno per l’ente. Ora, io posso capire la disapprovazione di chi si vede negato un accesso agli atti e capisco anche la decisione di scrivere una diffida. Si tratta del gioco delle parti più che comprensibile ed è ciò che legittimamente è avvenuto. I Consiglieri hanno invece la possibilità di rivolgersi agli organi competenti qualora ritengano di essere stati oggetto di un atto ingiusto o illecito, attivando tutte le azioni di tutela previste dall’ordinamento giuridico.

Il 13 ottobre si svolgeva la Conferenza dei Capigruppo, in occasione della quale, i Capigruppo di minoranza sollevavano dubbi sullla legittimità del rifiuto dell’accesso agli atti da parte della Segretaria Comunale, proponendo che il Consiglio Comunale votasse un documento di censura nei confronti della stessa. In quell’occasione confesso di essere rimasta spiazzata dalla proposta, perplessa sulle motivazioni, ma prendendo atto della volontà espressa nella capigruppo (ora col senno di poi dico purtroppo), ho lasciato che il documento fosse elaborato, sottoposto ai componenti della capigruppo e protocollato.

Prima nota stonata: il documento era stato appena protocollato che la notizia della mozione di censura alla Segretaria Comunale esce su un quotidiano locale. Alla faccia del dovere della riservatezza del Consigliere comunale! Non so chi è stato e nemmeno mi interessa. Penso solo a cosa sarebbe accaduto in caso di risposta positiva alla richiesta di accesso agli atti.

Nei giorni successivi, ho avuto modo di approfondire e documentarmi e di riconoscere l’errore di valutazione dovuto ad una non precisa e approfondita conoscenza della specifica normativa riguardante il ruolo del Segretario Comunale all’interno dell’Ente. Le fonti sono lo Statuto Comunale e il Tuel (testo unico degli enti locali), dove sono definiti ruoli e competenze di tutti i soggetti agenti nell’istituzione Comune. Confrontando tali conoscenze con le motivazioni date dalla Segretaria Comunale in risposta alla domanda di accesso agli atti e alla diffida, ho rilevato la non opportunità della mozione di censura.

Questi i fatti; dai quali si evince l’errore di valutazione da me commesso (e di cui mi assumo piena e completa responsabilità) e la decisione di eliminare quell’argomento dall’ordine del giorno del consiglio comunale del 27 ottobre p.v., semplicemente perchè non era corretto inserirlo.

Perchè ho voluto raccontare come sono andate le cose? In primo luogo, perchè lo devo ad una persona che si è vista menzionare pubblicamente sulla stampa, a causa della superficialità di chi ha passato la notizia, facendo intendere che aveva commesso chissà quale scorrettezza, quando ha semplicemente agito svolgendo il suo dovere. In pratica ha visto infangata la sua professionalità. In secondo luogo per cercare di prevenire l’inevitabile ondata di fango che mi vedrò arrivare addosso.

Ho voluto giocare d’anticipo, evitando mistificazioni e strumentalizzazioni. Per cui a chi mi accuserà di incompetenza e di ignoranza rispondo socraticamente che “il sapiente è colui che sa di non sapere” che tradotto nella situazione specifica, vuol dire che è più importante riconoscere anche pubblicamente un errore, piuttosto che perseverare nell’ignoranza, peccando di superbia e saccenteria. Ce ne sono già troppi in circolazione di sapientoni con la verità in tasca. A chi mi dirà che non rispetto le prerogative della minoranza o del Consiglio Comunale posso solo rispondere di leggersi (come ho fatto io) il TUEL e lo Statuto Comunale; tutelare il CC non vuol dire permettere allo stesso di fare ciò che vuole in nome della rappresentanza (la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei LIMITI previsti dalla Costituzione ….. e dalle leggi). Infine a chi mi accuserà di non essere super partes sinceramente non so che dire, se non che tutte le segnalazioni finora inviate alla Prefettura contro di me sono cadute nel vuoto.