1.407 CINGHIALI ABBATTUTI, IL SINDACO DI FABRIANO: “SERVE UN CENSIMENTO”

di Marco Antonini

Fabriano – Invasione in corso? Pare proprio di sì leggendo gli ultimi numeri ufficiali circa la presenza di ungulati nella città della carta tanto che il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, chiede un censimento per aiutare regione Marche e Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a comprendere la gravità del problema cinghiali. “Nel 2017 si stimava la presenza di 330 esemplari e l’abbattimento di 230 animali. In realtà sono stati abbattuti ufficialmente 1.407 cinghiali ossia quasi 7 volte di più” la riflessione del primo cittadino. A conti fatti, secondo gli ultimi dati a disposizione, sono veramente tanti gli animali uccisi nell’entroterra. Se ben 1.407 cinghiali sono stati abbattuti in un anno, figuriamoci quanti ce ne sono vivi in circolazione! Solo ieri mattina, 3 gennaio, ad esempio, un grosso selvatico è stato visto correre lungo via Dante, la principale strada che, dallo svincolo SS 76 Fabriano Est e quartiere Santa Maria, conduce in centro. Il sindaco ritiene necessario, quindi, “attivare censimenti più rispondenti alla realtà per aiutare Regione e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a capire meglio il problema”. Dopo le tante segnalazioni dei cittadini che, in via del Molino, alle Cortine, in prossimità dell’ospedale e in via Moro, (sono gli avvistamenti degli ultimi mesi) hanno avuto a che fare con i cinghiali, l’Amministrazione comunale sta cercando di studiare una soluzione per arginare la presenza di questi ungulati vicino alle case.

Tre le idee che il sindaco ha scritto nero su bianco in una missiva inviata a regione Marche. Si chiede di limitare le aree precluse alla caccia o a caccia regolamentata di cui è circondata Fabriano creando una fascia di 500 metri dalla città dove dovrebbe essere consentita sia la caccia che il disturbo per allontanarli; autorizzare agricoltori e proprietari ad intervenire in caso di necessità in prima persone anche con trappole di cattura; abolire la norma che vieta la caccia di selezione a Fabriano e nelle altre arre montane nei periodi in cui si pratica la caccia collettiva. Sulla vicenda è intervenuto anche Danilo Baldini, delegato Lac (Lega Abolizione Caccia) per le Marche. “Il problema sicurezza attualmente a Fabriano – dichiara – non è rappresentato dai cinghiali, bensì dalla ben più concreta ed attuale minaccia di esercitare le battute di caccia a ridosso del centro abitato che il sindaco vorrebbe addirittura fosse incrementata ed agevolata. E la sicurezza? Nel corso delle “braccate” al cinghiale vengono utilizzate dai cacciatori, oltre a munizioni corazzate e a pallettoni, anche carabine che hanno una gittata superiore ai 3 chilometri”.