LE CITTA’ SONO UN PUNTO AL CONTRARIO – di Marco Galli

di Marco Galli, Itis Merloni – Fabriano

Questa silloge, questa raccolta antologica, è un viaggio straordinario tra i meandri della mente e le vie aperte del cuore. La potenza di richiamo che sgorga dalle linee dei versi, tramortisce per la bellezza figurativa delle parole, ma soprattutto per la profondità dei concetti espressi. Qui non esistono più distanze siderali, gli abissi sono portati in superficie, sono offerti ai lettori, ma lo stile pieno di rejet, enjambement, conduce su lidi popolati da assonanze che si incrociano continuamente con dissonanze, in modo perpetuo. La punteggiatura, le forme, la metrica, il giostrare delle figure retoriche, obbediscono all’IO puro e incontaminato del sentire struggente, ma rigorosamente composto e riservato dell’autrice. Un universo sigillato da un istinto superiore, altamente dotato di riflessione, ponderatezza, un sospeso monastero trappista celebrale, dove vige il silenzio e dove si respira il senno del Sapere quasi ultra terreno e terreno allo stesso tempo, senza distinzioni. L’esaltazione lirica del verso, non è una licenza poetica, un vezzo, uno specchietto per ammaliare. Nulla, assolutamente nulla di tutto ciò. Si potrebbe azzardare a dire, senza essere blasfemi, che c’è una Via tracciata da “lassù”, da un luogo sacro dove qualcuno ci ama davvero e da dove parte, con una missione consegnata a una messaggera eletta, l’irradiazione del “bene” vero, pulito e contagioso, innanzitutto nei confronti di chi lotta con gli inferni della ragione perduta. Anche se occorre leggere e rileggere l’opera poetica di Ava Kerry (di cui non svelo la biografia ma invito a scoprirla tramite la conoscenza del suo componimento) per stabilire delle tangenti che aiutino a decodificare i significati acuti e concettuali di buona parte del libro, l’esaltazione lirica naturale di quello che arriva, penetra dentro, fortemente entra nell’intimità; a volte trafigge, a volte procura estrema sofferenza, altre accarezza, come le docili acque di un fiume nel suo letto d’argilla e sono le pagine dell’Amore cercato, finalmente trovato, osannato, sublimato: l’incontro della vita, il calore della casa, la complicità del letto matrimoniale, la tenerezza delle mani, il miracolo del più semplice dei gesti, si, ancora la dolcezza delle mani…e qui le parole tornano alla portata di ogni comprensione: soggetto, verbo e complemento oggetto.., il pensiero è sereno, sono lontani i lampi, i tuoni, la tempesta, i mostri, scompare l’urlo..l’urlo pauroso come quello graficamente impressionante di Munch.

Un senso di rilassamento, intrigantemente tenero, pervade il lettore, è un riconoscente omaggio ai poteri dell’Amore, il mistero chimico-osmotico che tutto guida, convoglia, trasforma, sostituisce, crea. L’essenza che traspira da ogni contesto della narrazione intima e personale della scrittrice, viaggia libera, senza briglie serrate e involontariamente sfiora gli accenti noti dell’Ermetismo con il suo misticismo, dei sentimentali Parnassiani, cultori del Monte Parnaso di Apollo, del Simbolismo di Rimbaud succhiato dai desideri dell’inconscio, del decadentismo spirituale e idealista di Pascoli, del Crepuscolarismo con i suoi rassicuranti “rifugi”, ma le virate incontrollabili inducono a porgere l’attenzione non su un estetismo esibito, ma su metafore che contemplano una molteplicità di aspetti dirompenti, dissolvenze e assolvenze simboliche che poi, come per incanto, sfociano nel candore della linearità, la parola complessa si tramuta in semplice, su un viatico fascinoso di iniziazione che porta ad un antro magico: la sovrapposta trasparenza di mondi, il tramonto e l’alba, l’abbraccio tra Reale e Sogno…La Primavera di un nuovo dì. Volutamente non ho parlato, ma solo accennato ad un unico contenuto sinottico della silloge di Ava Kerry, un’artista impegnata su vari fronti, dalla scrittura, alla scultura, alla pittura, al canto, ma sento forte il desiderio di trasmetterle, nel mio piccolo, tutta la stima, per essersi messa a “nudo”, senza vergogna e reticenze, pura come una ninfea, al servizio dell’umanità. Un fatto molto raro, in un’era in cui impera l’immagine di sé portata all’ennesima potenza, dove l’esteriorità la fa da padrone e può vincere su ogni aspetto della vita, relegando l’intelligenza della mente e la nobiltà dell’anima in posizioni disgraziatamente sottostanti. Una sottolineatura importante: parte del ricavato di “Le città sono un punto al contrario” sarà devoluta a favore della progettazione e dello svolgimento del progetto di Albatros, denominato Laboratorio di Scrittura Creativa LettariaMente, dedicato a persone con disagi psichici. I componimenti prodotti dai partecipanti saranno presenti in una stampa finale dei lavori.

LE CITTA’ SONO UN PUNTO AL CONTRARIO di Ava Kerry Editore Albatros Distributore Le Messaggerie Libri Spa Euro 9,90