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PETIZIONE ASSOCIAZIONE FABRIANO PROGRESSISTA, ASPETTANDO CONSIGLIO DI STATO

di Marco Antonini

Fabriano – L’associazione Fabriano Progressista, con il consigliere comunale Vinicio Arteconi, da oggi, 17 maggio, si trova tutti i giorni all’ingresso dell’ospedale Profili per promuovere una petizione popolare indirizzata al governatore, Luca Ceriscioli, per la riapertura di Pediatria. “Dal 18 marzo – si legge nel documento – il reparto è chiuso. Possiamo contare solo su una modesta assistenza ambulatoriale di 6 ore con successivi ricoveri in altre strutture. Così come già avvenuto con la chiusura del punto nascita, la dismissione di Pediatria rappresenta un colpo gravissimo per la nostra comunità che continua a non essere tutelata a livello regionale”. Il territorio montano conta ben 7.823 bambini in età pediatrica che vengono dirottati a Jesi con tutti i disagi del caso. “Sono numerosi i casi lamentati da alcune mamme – denuncia Arteconi – costrette a corse frenetiche e pericolose, vista anche la disastrosa viabilità delle strade di collegamento sia in direzione Jesi che in direzione Gubbio, in Umbria. Qualcuno ha deciso che nella nostra Regione ci siano cittadini di serie A e di serie B. Riteniamo la chiusura del reparto di Pediatria una scelta scellerata che discrimina tutti, bambini e famiglie. E’ frutto di una politica regionale miope – conclude – che decide chi deve progredire e chi deve chiudere”. Questa sera, alle ore 21, presso il Teatro don Bosco della parrocchia Misericordia, assemblea pubblica indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil sul tema: “Codice rosso per la sanità fabrianese. No al silenzio, sì alla lotta”.

Consiglio di Stato

E’ stato discusso ieri mattina, 16 maggio,  a mezzogiorno il ricorso presentato dall’Amministrazione comunale di Fabriano al Consiglio di Stato per fermare la chiusura del punto nascita dell’ospedale Profili. Già oggi potrebbe arrivare il verdetto dei magistrati. L’avvocato Giovanni Ranci per la città della carta e l’avvocato Alessandra Ranci per i Comuni di Sassoferrato e Genga, hanno sottolineato i motivi per cui la sala parto deve restare aperta. Dalla parte opposta i legali di Asur e Regione Marche. Si attende, adesso, la sentenza. La settimana prossima, poi, udienza al Tar.