ARTE E GUSTO, LA MOSTRA DI MATELICA CHIUDE IN BELLEZZA. SGARBI IN CITTA’

Ultimi giorni per visitare a Matelica la mostra “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico”, aperta fino al 4 novembre al Museo Piersanti. Per il ponte di Ognissanti la città si è preparata ad accogliere i visitatori con appuntamenti tra arte e gusto, organizzati dal Museo in collaborazione con l’Associazione Produttori del Verdicchio di Matelica. La mostra, curata da Fulvio Cervini e promossa da Mibact, Regione Marche, Comune di Matelica, Diocesi di Fabriano-Matelica, Museo Piersanti, Università di Camerino, SAGAS Dipartimento di Storia dell’Arte di Firenze e Anci Marche, è l’ultimo appuntamento espositivo 2018 del progetto Mostrare le Marche, che ha attivato un percorso d’arte nelle terre colpite dal sisma portando all’attenzione del pubblico un patrimonio artistico vasto e prezioso.

Un progetto espositivo di grande valore per la storia dell’arte, che ha saputo parlare non solo agli addetti ai lavori, con quasi 2500 visitatori registrati ad oggi. “Aver raggiunto i numeri della mostra organizzata nell’estate 2016, prima del terremoto, è una grande vittoria – commenta il sindaco, Alessandro Delpriori – Questa mostra, frutto di un lavoro importante, rigoroso, è molto apprezzata dagli specialisti, ma ha attirato anche un pubblico più vasto, con tante persone che sono venute a scoprire Matelica e le sue eccellenze. Un buon risultato anche in termini di indotto, con riscontri positivi da parte delle attività commerciali”.

L’evento segna anche un’ulteriore tappa verso il recupero degli spazi espositivi del Piersanti, chiuso dopo il sisma dell’ottobre 2016 e parzialmente riaperto la scorsa estate. Molto soddisfatto il direttore, Don Piero Allegrini: “La mostra ha attirato visitatori dall’Italia e dall’estero, ed è un grande risultato anche la partecipazione dei più giovani, con tante scuole coinvolte e percorsi ad hoc ideati grazie all’impegno dei ragazzi del museo. L’invito è di approfittare degli eventi organizzati per il ponte di Ognissanti con il Foyer del Verdicchio, col quale si è instaurata una bella collaborazione per l’accoglienza turistica in città”.

Domani, 4 novembre, visita guidata a cura di Alessandro Delpriori nelle vesti di storico dell’arte con il curatore Fulvio Cervini  con degustazioni di Verdicchio di Matelica e di tipicità locali l’appuntamento è per le ore 17; info e prenotazioni: 0737 84445).

La mostra “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico” espone in un elegante allestimento sculture, dipinti e oreficerie medievali. Un percorso affascinante che spiega perché, intorno al 1200, tra Umbria e Marche, il linguaggio figurativo si trasforma verso un naturalismo di grande potenza plastica, e l’arte guida diviene la scultura in legno policromo. Tra le opere più suggestive, il Crocifisso di Sant’Eutizio, che anche oggi è simbolo di rinascita come accadde nella mostra La cultura lignea del ’99, dopo il sisma del ’97. La mostra ha anche il merito di rendere fruibili opere di non facile accesso, perché provenienti da edifici lesionati o conservate in depositi chiusi al pubblico. A conclusione del percorso espositivo, si può finalmente visitare la cucina settecentesca che si affaccia sulle campagne matelicesi, “un gioiello – dice Don Allegrini – di cui ogni visitatore del Museo Piersanti porta il ricordo più bello”.

Sgarbi a Matelica

“Una mostra intelligente, un’illuminazione su molte cose non conosciute e che oggi finalmente si guardano con un occhio più attento, anche individuando stili e percorsi coerenti”. Questo il commento di Vittorio Sgarbi alla mostra “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico”, aperta fino al 4 novembre al Museo Piersanti di Matelica, che il critico d’arte ha visitato nei giorni scorsi accompagnato dal sindaco Alessandro Delpriori. Sgarbi si è soffermato sul valore di opere capaci di fare luce su momenti dimenticati, come i Crocifissi del Duecento che indicano in alcuni artisti “un’attenzione verso la capacità di rappresentare l’uomo, la fragilità o anche la monumentalità che si lega alla figura prevalente del Cristo”. Una mostra che testimonia il lavoro di personalità spesso anonime, ha sottolineato Sgarbi, che “hanno indirizzato verso una nuova sensibilità tra arte e natura, che poi è quella che porterà alla grandezza di Giotto e poi della pittura moderna”. Sgarbi ha ammirato il Miracolo di San Filippo Neri, opera del Settecento che testimonia le conseguenze di un terremoto del 1688 a Benevento: “Pochi dipinti – ha detto il critico d’arte – sono stati profetici come questo delle condizioni in cui versa una parte dell’Italia centrale; vedere le stanze di palazzi come il Piersanti che non sono più arredate in quel modo divino fa una grande malinconia; anche se opere importanti come queste da sole ti consolano di un percorso tra chiese e musei. Questa condizione di disagio del monumento non si avverte vedendo questa bella mostra”. (cs)