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“I DISOCCUPATI DI FABRIANO”, INIZIATIVE E CRITICHE

“«I disoccupati di Fabriano non lasciano nessuno indietro. Si alla solidarietà con alimenti di qualità a prezzi concorrenziali, no alla carità”. Potrebbe essere questo il motto di Claudio Pezzetta, fondatore dell’associazione che vuole dare una mano a chi ha perso il lavoro. Così “i disoccupati di Fabriano”… aiuteranno i disoccupati di Fabriano! Non è un giorno di parole, ma la missione del gruppo coordinato da un ex disoccupato che ora è dovuto volare in Romania per lavorare, con tutte le difficoltà di stare lontano da casa e dagli affetti. Cibo e assistenza nella compilazione di alcune pratiche, quindi, per chi è in difficoltà. “Il progetto – spiega Pezzetta – nasce dalla presa di coscienza di due fattori fondamentali per un disoccupato. La caduta verticale della qualità del cibo che mette in tavola e la totale assenza delle istituzioni quando si tratta di aiuti reali ai disagiati. Dal primo mese di disoccupazione, infatti, parte la corsa alle offerte. Pollo e macinato misto prendono il posto di carni di qualità, essenziali se in famiglia c’è un bambino in crescita. Il Comune è il grande assente. Non esiste a Fabriano alcuna iniziativa vera di aiuto ai diseredati. I Servizi sociali, infatti, demandano moltissimo alla San Vincenzo de’Paoli e alla Caritas, ma non partecipa, né finanzia”.

Il fondatore del gruppo spiega come si sta muovendo insieme ad alcuni volontari in attesa che altri fabrianesi inizino a collaborare con loro. “Abbiamo chiesto ai commercianti di alimentari solidarietà e non carità. In due hanno subito risposto a questa richiesta positivamente e possiamo offrire due occasioni di acquisto di derrate alimentari di qualità. La cooperativa Ambrosia offre un pacco di carne locale biologica da 5 kg a 49 euro, 9,8 euro al kg, e il Punto Simply di viale Zonghi ci offre pasta, pomodori , tonno e latte a soli 15 euro a pacco, a prezzo di costo”. L’obiettivo è anche quello di valorizzare i prodotti del posto. I pacchi dei disoccupati sono composti da: due chili di fettine di bovino; un chilo di salsicce di produzione artigianale, di macinato misto e di pollo, sia solo petto che petto e cosce. Un punto di partenza importante perchè testimonia che ci sono imprenditori che vivono tutti i giorni a contatto con il pubblico che si rendono conto di come sono cambiate le abitudini della spesa di chi non riesce ad arrivare a fine mese.

“Vendiamo – confida una commessa di un supermercato della città – tantissima pasta, fagioli e ceci in scatola e prodotti scontati al 50% ormai prossimi alla scadenza in maniera massiccia rispetto al passato. Ci sono clienti, poi, che quando arrivano alla cassa, prima di chiudere il conto, chiedono il totale e se hanno superato il budget rinunciano a qualcosa e lo riportano sugli scaffali. Il modo di fare la spesa, in questi anni, è profondamente cambiato”. Pezzetta si rivolge ai commercianti per “riattivare un piccolo circuito virtuoso del territorio, stimolare la ripresa del commercio di prossimità”. Poi denuncia alcuni casi limite. “Una nostra famiglia si è ritrovata in piena emergenza economica, il Comune ha risposto negativamente. Noi ci siamo immediatamente attivati ed abbiamo fatto avere a quella famiglia un pacco di carne e 2 di derrate alimentari varie. Non ci vogliamo sostituire a nessuna delle associazioni già operanti in questi termini nel territorio, ma non abbiamo voluto lasciare indietro nessuno”. Altre iniziative appena avviate sono corsi di recupero in matematica, assistenza alla redazione di documenti come Isee o 730. L’associazione sta cercando avvocati per assistenza legale dei disoccupati sotto sfratto. “Ci siamo l’uno per l’altro e da oggi ci facciamo controparte alla latitanza colpevole del Comune nei nostri riguardi. Basti pensare che l’Ente municipale non ha un fondo per le emergenze sociali, nonostante la popolazione disoccupata ha superato le 6.000 unità”.

Marco Antonini