VALANGA A PILA, FABRIANESE ESTRATTO VIVO

La valanga caduta sabato mattina, 7 aprile, a Pila, sopra Aosta, ha causato la morte di due scialpinisti e altre due persone sono state estratte dalla neve in stato di ipotermia e sono state trasportate in elicottero all’ospedale: uno è Giacomo Lippera, 45 anni, originario di Fabriano, ma residente, da circa sei anni a Rimini. Choc anche nella città della carta per quello che è successo sulle Alpi. Sono 5 gli sciatori travolti dalla valanga al Colle di Chamolé e il bilancio di quella mattinata di sole sulla neve sarebbe potuto essere ancora più drammatico. Il gruppo stava effettuando un corso avanzato di scialpinismo e snowboard organizzato dalla Scuola intersezionale di Alpinismo, Scialpinismo e Arrampicata libera ‘Pietramora’ del Cai di Cesena quando, improvvisamente, una valanga si è staccata dalla montagna e li ha trascinati via mentre attraversavano il costone della parete su cui si snoda il sentiero verso il rifugio Arbolle. La comitiva era giunta in Valle per una delle prove pratiche da svolgersi in questi giorni, che prevedeva, tra l’altro, tecniche di autosoccorso, progressione in cordata, uso di piccozza e ramponi e prove di ricerca in valanga. Morti, inghiottiti dalla neve, Roberto Bucci, 28 anni, di Faenza e l’istruttore del Cai Carlo Dall’Osso, 52 anni di Imola. Matteo Manuelli, 43 anni e Giacomo Lippera, 45enne di Fabriano residente a Rimini, sono stati estratti vivi nella neve dagli uomini del soccorso alpino intervenuti con due elicotteri e con squadre cinofile. Subito sono stati trasportati all’ospedale Parini di Aosta in stato di ipotermia, con traumi e contusioni. Giacomo si trova ancora all’ospedale e, salvo imprevisti, dovrebbe essere dimesso entro martedì con una prognosi di 20 giorni. Giacomo, dalla sua camera d’ospedale, non si è concesso ai cronisti. Ha solo riferito di “ricordarsi tutto, ogni secondo, di quel sabato mattina che ha cambiato la vita di quel gruppo di sciatori”. La procura ha avviato un’indagine.

Marco Antonini