RICOSTRUZIONE LEGGERA, SOLO 23 PRATICHE GIA’ CONSEGNATE A FABRIANO
Più di 600 ordinanze di inagibilità nel Comune di Fabriano, 400 quelle che riguardano la ricostruzione leggera. Di quest’ultime sono solo 23 le pratiche arrivate in Municipio per il parere di conformità urbanistica necessario per ottenere il contributo. Il sindaco, Gabriele Santarelli, sollecita i proprietari degli appartamenti. Un problema, questo, che riguarda molti stabili a Fabriano. “I rallentamenti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Cristiano Pascucci – sono imputabili a molti fattori tra questi i progetti di conformità urbanistica. In poche parole sono evidenti discrepanze tra i progetti depositati, 20,30,40 anni fa all’atto della costruzione dello stabile e quello che poi è stato realizzato”. Questo comporta che l’anomalia va sanata contestualmente o prima di presentare il progetto. Un abuso edilizio ignaro, in molti casi, che sta facendo riflettere molti proprietari di appartamenti. In alcuni casi, infatti, ci sono stabili che, devono spendere più soldi per sanare quest’anomalia rispetto a quando potrebbero prendere come contributo statale per la ricostruzione. “C’è chi sta riflettendo – conclude Pascucci – se presentare la domanda o effettuare gli interventi di ricostruzione leggera privatamente”. Una questione che non è emersa durante il terremoto del 1997 perchè la verifica di conformità non andava richiesta.
Le scadenze
Due le date da mettere in agenda: 31 marzo, 30 aprile. Scade, infatti, il 31 marzo il tempo utile per la compilazione e la presentazione delle schede Aedes da parte dei tecnici professionisti per la ricostruzione pesante; il 30 aprile, invece, la domanda per il contributo per a ricostruzione privata con danni lievi. Corsa contro il tempo post terremoto 2016. I dati sono allarmanti. Con l’avvicinarsi della scadenza per le domande di contributo, infatti, il direttore dell’Ufficio Sisma delle Marche, Cesare Spuri, ha inviato una lettera ai sindaci, al governatore Ceriscioli e al Commissario straordinario De Micheli, per evidenziare come sono ancora attese, nell’area del cratere, 14.235 perizie giurate mentre sono stimate in circa 5-6mila i progetti di ricostruzione per danni lievi ancora da presentare entro fine aprile. “E’ inutile sottolineare l’importanza e l’imminenza delle due scadenze – scrive Spuri – perchè, in caso di non presentazione delle domande, arrecherebbero gravi ripercussioni al processo di ricostruzione”. Ad oggi, all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione di Macerata e Fermo sono arrivate in tutto 1.300 domande di contributo delle quali solo 190 già approvate.
Le chiese
Tempi lunghi, intanto, anche per la riapertura delle chiese della Diocesi di Fabriano-Matelica colpite dal terremoto. “Se pensiamo ai soli edifici di culto di proprietà ecclesiastica, sappiamo, dall’ultimo censimento fatto, che ammonta a 164 chiese. Possiamo dire che circa un terzo di questo patrimonio, dopo il sisma di ottobre 2016, è stato dichiarato inagibile”. E’ il bilancio del vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Stefano Russo, che ricopre anche l’incarico di presule delegato per la Conferenza Episcopale Italiana per beni culturali in merito alla ricostruzione post sisma. Solo nel Fabrianese sono più di 50 le chiese inagibili, senza considerare le case parrocchiali. “I tempi della ricostruzione in ogni caso non saranno brevi. Bisognerà avere pazienza considerando anche che ci sono alcuni territori che nelle stesse Marche vivono un’emergenza superiore alla nostra”. Il presule sottolinea le tante problematiche che emergono nella ricostruzione. “Le maggiori ritengo che possiamo individuarle nelle difficoltà economiche che il nostro paese sta attraversando, nella mancanza di indicazioni chiare sulle procedure da attivare unite alla burocrazia che seppure necessaria per garantire determinate tutele del “bene comune”, sta rallentando e complicando eccessivamente le operazioni legate all’emergenza, al soccorso delle persone, delle famiglie, delle aziende, e alla ricostruzione. Gli “attori” in campo chiamati ad intervenire e a decidere – conclude – sono troppi e spesso non sufficientemente collegati fra di loro in un raccordo efficace”.
Marco Antonini