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IL MUSEO NELLA VECCHIA STAZIONE DI FABRIANO ASPETTANDO 2 ANTICHE LOCOMOTIVE

Allestite quattro sale nella vecchia Stazione di viale Serafini di Fabriano. Il Museo della Vaporiera prende forma grazie all’ex dipendente delle Ferrovie dello Stato nonchè consigliere comunale, Giancarlo Bonafoni che, da anni, si sta impegnando nella realizzazione di questa struttura che, nel progetto originario, dovrebbe coinvolgere anche la linea Fabriano-Pergola chiusa ormai chiusa. Attualmente Bonafoni ha allestito quattro sale all’interno della vecchia stazione ferroviaria, ma l’obiettivo, è quello di riportare a Fabriano anche le due locomotive di inizio ‘900, attualmente trasferite a Foligno che potrebbero essere utilizzate per alcuni percorsi turistici come treni a vapore. “L’idea – ha riferito Bonafoni al Corriere Adriatico – è quella di creare un percorso storico didattico, raccontato attraverso gli strumenti. I visitatori potranno toccare con mano e capire l’evoluzione della strumentazione, da un telegrafo del 1920 fino alle apparecchiature più recenti”. Nelle quattro stanze, si possono ammirare una centrale telefonica della metà del secolo scorso, la simulazione di una linea elettrica, poi leve, segnali, timbri, mappe, bandiere, tutti oggetti che venivano utilizzati una volta, nonché diverse tipologie di rotaie, una sezione dedicata ai libri, un’altra alle foto e si sta cercando di raccogliere ulteriore materiale. Bonafoni chiede anche alle Istituzioni di “adoperarsi per rendere disponibili gli spazi delle officine dismesse”. (Nella foto: serratura con chiave comando linea Fabriano-Pergola)

Dal nostro archivio – di Giancarlo Bonafoni

Un Museo dinamico con la storica locomotiva che si muoverebbe lungo la linea dismessa Fabriano-Pergola, magari con vetture d’epoca al traino, trasportando i fruitori del Museo. La linea Fabriano-Pergola di circa 32 km si snoda attraverso il tipico paesaggio collinare marchigiano, la visione della sbuffante locomotiva attraverso le vallate e le colline farebbe venire la pelle d’oca a tantissimi appassionati. Una grande attrattiva per il vasto mondo di cultori del settore disposti a muoversi da ogni parte pur di trovare una locomotiva a vapore funzionante. Ecco così che il Museo avrebbe la caratteristica di un museo interattivo, storico e dinamico sfruttando la linea Fabriano-Pergola chiusa al traffico ferroviario dal novembre 2013, dove far ammirare la storica locomotiva a vapore. Treni rievocativi e turistici sarebbero così possibili senza andare ad impattare con il normale traffico ferroviario avendo qui la possibilità di uso esclusivo della linea. La effettuazione di questi “treni d’epoca” produrrebbe il coinvolgimento di un territorio ancora sconosciuto ai più, ma ricco di eccellenze e rarità che solo qui allignano: il Sito Archeologico di Sassoferrato, le vicine Grotte di Frasassi, la medioevale Abbazia Monastica di Fonte Avellana, il Museo della Miniera di Cabernardi, i Bronzi Dorati di Pergola, il Museo della Carta di Fabriano, il Museo dei Mestieri in Bicicletta, lo stupendo Teatro Gentile e quant’altro di Fabriano e di tutto il Comprensorio Montana e della vicina Umbria, Gubbio e Assisi. Tutto il materiale esposto evocherebbe tempi remoti ad iniziare dal 1865 con reperti rari che susciterebbero curiosità e potrebbero essere oggetto di studio e ricerca. Senza tralasciare il fatto che una locomotiva marciante, dell’epoca, oltre che costituire eccezionale forma di attrazione, sarà anche occasione di lavoro per giovani volenterosi; non si esclude la costituzione di una vera e propria scuola del Vapore che attirerebbe appassionati da ogni parte del mondo. Considerato che dal primo gennaio 2016 FS ha provveduto alla chiusura del Deposito Locomotive e relativa Officina riparazioni con trasferimento di lavorazioni e personale da Fabriano a Ancona e i locali di questa imponente struttura attualmente sono completamente vuoti e inutilizzati, si prestano molto bene per l’istituzione museale. Visto che i locali dismessi da FS sono di grandi dimensioni e in ottimo stato di conservazione possono essere utilizzati, una parte per il museo le altre parti, comprensive delle aree esterne, per usi che possono venire da studi e progetti dell’Università a beneficio della collettività e del territorio.