QUANDO IL TEMA VA IN SOFFITTA

L’incredibile alacrità del ministro Fedeli non dà tregua. In una settimana ha rottamato l’uso del tema e della grammatica italiana, in compenso non smette di pungolarci con la solfa del virtuoso uso delle tecnologie. In effetti nei disegni dei tecnici ministeriali si sta configurando una ponderosa ristrutturazione della prima prova dell’esame di stato per le scuole superiori. Da quello che trapela è abbastanza chiaro che faranno le spese della rivoluzione le tipologie testuali C e D cioè rispettivamente il tema storico e il tema d’attualità da decenni baluardi della civiltà pedagogico-didattica italiana. Al di là dei pareri quello che ci sentiamo di dire è che i disegni della Fedeli vanno messi in prospettiva e collegati tra loro.

La rottamazione del tema per esempio va vista in stretto collegamento con lo sdoganamento dell’uso del cellulare in classe. Mentre la Francia lo proibisce a scuola l’Italia col nostro illuminato ministro ne caldeggia l’utilizzo come strumento di ricerca. Quindi se fino a poco fa tu insegnante avevi problemi a fartelo consegnare adesso gli studenti ti risponderanno “stia zitto e mi lasci lavorare”. Ma soprattutto la disponibilità della rete farà in modo che a poco a poco si ottunderanno molte delle capacità critiche del soggetto umano.

Non c’è nessuno che non capisca che mentre il tema necessitava di un lavoro critico sulle conoscenze e sulla organizzazione di esse ora il “saggio breve” è il compito perfetto per l’animale digitale. Nessuna esplorazione di concetti ma solo messa in linea e in successione di materiali già pronti. La scuola italiana con la Fedeli che è l’ultima delle aberranti incarnazioni del ministro progressista – il cui prototipo fu Luigi Berlinguer- chiude il cerchio della civiltà gutenberghiana (europea) della lettura, dello studio e del senso critico per sdoganare quello della civiltà dell’immagine e della ripetizione. Quello che più addolora è che tale progetto evidenzia un totale disprezzo per quello che fu il centro della educazione umanistica: la capacità umana di creare organismi concettuali e astratti degni di figurare come opere divine. Lo spiegava Pico della Mirandola nel suo “de hominis dignitate” quando raffigurava dio intento a parlare con la sua più perfetta creatura, appunto l’uomo: “Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti, tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine”

Il ministro Fedeli ha deciso che i nostri figli debbano avvicinarsi più ai bruti e che il loro domani sarà segnato da una istruzione di bassa lega atta a prepararli a compiti esecutivi. Saranno animali ubbidienti e soddisfatti per nulla addolorati della loro ignoranza, incapaci di posizionarsi nell’esperienza e di agire criticamente sul mondo. Prepariamoci.

Alessandro Cartoni