SOLDI ALLE SLOT-MACHINE, STORIE IN TEMPO DI CRISI

Ho perso il lavoro. Inizialmente non mi sono scoraggiato. Ho iniziato a inviare curriculum, ma nessuno rispondeva. A cinquant’anni mi sono ritrovato con le giornate completamente libere da riempire con parenti, amici e passioni varie. Quando i soldi iniziano a scarseggiare suona la sirena nella tua testa e ti interroghi: “E adesso?”. Così mi sono avvicinato per caso al gioco d’azzardo, ho iniziato a puntare soldi alle slot-machine e ho perso quel poco denaro che avevo”. E’ lo sfogo di un fabrianese alle prese con la ludopatia. Con le lacrime agli occhi ricorda il brutto periodo che ha vissuto, quando per sbarcare il lunario si è inventato qualsiasi mansione. Quando, però, arrivi in un punto di non ritorno, ti inventi qualsiasi cosa. “Mi sono sentito un fallito – confida – e mi sono vergognato di me stesso. Qualcuno sa cosa vuol dire avere moglie e figli a casa e non portare lo stipendio a fine mese? Non poter comprare un regalo? Dover contare i soldi perché le bollette vanno pagate e l’affitto pure?”. Una piaga, quella del gioco, che ti trascina dentro senza compassione. “Ho iniziato a giocare 5 euro, poi 10. Tre volte perdevo, una volta vincevo qualcosa”. Giorno dopo giorno, bastava passare davanti a un locale con le slot, e saliva la voglia di tentare la fortuna. “Sono arrivato a giocare quasi tutti i giorni. Spendere 400-500 euro al mese è stato un attimo. Ho perso circa 3mila euro – racconta – poi i miei cari si sono accorti. Sono stato fortunato: mia moglie ha compreso la mia difficoltà e non mi ha giudicato, mi ha aiutato”. Ora il gioco non è più una tentazione e lui è tornato a lavorare saltuariamente.

Situazione analoga per una donna di circa 40 anni residente nel comprensorio fabrianese. “Andavo a comprare le sigarette tre volte a settimana. Poi prendevo un Gratta e Vinci, ma ero sempre sfortunata. Ho visto le slot nell’angolo del bar e ho pensato che mi avrebbero permesso di incassare qualche soldo. Una volta ho vinto 100 euro e ne avevo giocate 20. Mi sono caricata, ma la fortuna non ha più bussato alla porta. Ho continuato ad avvicinarmi agli apparecchi con qualche banconota da 10 euro in mano, ma perdevo. In un mese avrò buttato via 500 euro”. La donna, fortunatamente, ha avuto il coraggio di parlare di questo problema con un medico che “l’ha aiutata ad uscire da questo tunnel che crea solo dipendenza e ti rende più povero di prima”. Anche la politica si interroga. La ludopatia è uno dei tanti problemi urgenti da affrontare. “Purtroppo – evidenzia Olindo Stroppa, consigliere comunale Forza Italia – lo Stato è il maggior azionista dei giochi”. Due anni fa, Pino Pariano, ex presidente del consiglio comunale aveva presentato una Mozione per contrastare questo fenomeno crescente anche a Fabriano. “La crisi economica – aveva detto – ha ulteriormente aumentato il ricorso al gioco d’azzardo, specialmente tra le fasce più povere e fragili della popolazione, desiderose di guadagni facili. Nella maggior parte dei casi si sentono storie di intere famiglie rovinate dalla dipendenza”. Pariano aveva chiesto di rafforzare l’informazione verso i cittadini in merito alla pericolosità dell’abuso dei giochi che consentono vincite in denaro e di prevedere, per i locali commerciali che hanno le slot machine, nel caso in cui decidessero di rinunciare ad ospitare al loro interno queste “infernali macchinette”, l’adozione di sgravi e agevolazioni sulle tasse comunali. “Peccato – commenta l’ex presidente – che questa mia proposta è rimasta sulla carta. Spero che l’attuale Amministrazione sia sensibile a questo problema e intervenga”.

I numeri fanno riflettere. Solo nel 2016 sono stati giocati 21,4 milioni di euro a Fabriano con le slot-machine, 30 milioni se consideriamo tutto il comprensorio. 291 slot in funzione in città, a Sassoferrato, Genga, Cerreto d’Esi e Serra San Quirico. Questi numeri collocano Fabriano, con i suoi 31.212 abitanti, fra i comuni meno virtuosi al livello italiano con 6 apparecchi ogni mille abitanti. A Sassoferrato le giocate ammontano a 4,6 milioni di euro, 641 euro pro capite. A Genga, 1.781 abitanti, consumati 1,36 milioni di euro; 764 euro pro capite. Promossi Cerreto d’Esi con 1,29 milioni di euro giocati; 344 euro pro capite e Serra San Quirico. Qui sono stati spesi 800 mila euro alle slot; 284 euro pro capite.

Marco Antonini