20 ANNI DOPO, IL PUNTO DELL’INGV

Sono passati 20 anni da quando il terremoto si impossessò del Fabrianese e non l’ha più lasciato. Alle ore 2:33, una prima scossa colpì una vasta area dell’Italia centrale, tra Umbria e Marche. In mattinata seguì la scossa di maggiore energia che provocò 11 morti, più di 100 feriti e oltre 80.000 case danneggiate. Il colpo di grazia per il Fabrianese è arrivato alle ore 11.42 con una scossa di magnitudo 6 Richter. Dimenticare è impossibile. La città ricorda l’unica vittima, la 65enne Agnese Ciccacci che stava camminando nei pressi della chiesa di San Biagio quando crollò un cornicione che la colpì in pieno. Quel giorno furono effettuati 235 interventi di soccorso, 10 persone furono trasferite al pronto soccorso dell’ospedale Profili. Ingenti i danni: crolli in via La Spina, Fratelli Latini, Sturzo e Serraloggia. Devastazione anche nelle frazioni: a Belvedere il 90% delle case fu dichiarato inagibile, situazione grave anche a Cupo. In città danneggiate anche le scuole: l’Istituto Agrario rimase chiuso per molto tempo causa crolli del pavimento, inagibile anche l’Allegretto. In quasi tutto il centro storico risultavano danni interni. Migliaia gli sfollati. Nelle prime notti più di 5mila persone dormirono fuori casa. Le aziende chiusero per molti giorni. Dopo le tende provvisorie arrivarono le roulotte, poi i moduli abitativi. Fabriano non si è fermata. Il Teatro Gentile è stato riaperto nel 1999; alcuni anni dopo la Cattedrale San Venanzio e Palazzo Chiavelli. Belvedere è stato completamente ricostruito. L’ultima inaugurazione post terremoto nel 2014 con l’apertura della Biblioteca Multimediale Sassi.

Tredici mesi fa il mostro è tornato. Anche Fabriano, quel 24 agosto 2016, si svegliò di soprassalto e ripiombò nell’incubo del 1997. Da quella volta di strada se ne è fatta tanta, eppure la paura non si è mai affievolita, anzi, il terremoto, spaventa ogni volta di più. Tanti i danni. Alla data di scadenza per la richiesta dei sopralluoghi, il 16 gennaio 2017, erano state depositate in Comune 2.800 domande di sopralluoghi. 166 le ordinanze di inagibilità, che coinvolgevano 235 famiglie per un totale di 581 sfollati. Quest’ultimi sono ancora in albergo o da parenti e amici. Molti hanno preso un nuovo appartamento grazie al contributo statale che spetta a chi non ha più casa. Nell’ultimo mese si è passati dai 900 sopralluoghi ancora da fare a luglio, ai poco meno di 100 di oggi. L’Amministrazione comunale conta di concludere tutto a breve.

L’evento al Gentile 

Davanti a centinaia di giovani sportivi, nati dopo il 1997, Fabriano ha ricordato il sisma che 20 anni fa ha scosso anche l’animo della gente. Per l’occasione l’Amministrazione comunale ha organizzato un evento a teatro che ieri, dalle 18, è andato avanti per tutta la serata. Insieme a Paolo Notari, Lara Gentilucci. Assente, causa influenza, la giornalista Rai, Giorgia Cardinaletti. Sul palcoscenico si sono alternati i campioni fabrianesi di ogni sport. “Volevamo ricordare i 20 anni del terremoto – ha sottolineato il sindaco, Gabriele Santarelli – con un appuntamento originale. Abbiamo dato risalto ai nostri talenti, alle eccellenze della città”. Spazio anche alla riflessione con la psicologa Valeria Catufi che ha ribadito “la difficoltà delle persone, negli anni, di ricostruire sè stessi oltre le abitazioni. Il terremoto – ha detto – è come un campanello d’allarme, rimane dentro ogni persona che rischiano di vivere con la paura”.  In serata applausi per Andreas Muller, il ballerino fabrianese vincitore di Amici 2016, il talent di Canale5, che ha premiato gli atleti e si è esibito. Un bagno di folla nella sua città a quasi quattro mesi dalla vittoria del programma Mediaset: per il ritorno a Fabriano ha scelto il ventennale del terremoto, come segno di speranza per una città che deve guardare in alto. Andreas a breve entrerà a far parte del cast del programma di Maria De Filippi. Le offerte raccolte durante lo spettacolo sono state devolute alla San Vincenzo de Paoli.

Ingv

Il 26 settembre 1997 due eventi sismici di magnitudo Mw 5.7 e 6.0 colpirono l’area di Colfiorito (al confine tra Umbria e Marche) a distanza di nove ore l’uno dall’altro. La sequenza sismica del 1997 al confine tra Umbria e Marche rappresenta uno spartiacque per la sismologia italiana. Si è trattato del primo terremoto nel nostro Paese per il quale furono disponibili dati di alta qualità rilevati dalle reti di monitoraggio a terra e dai satelliti. Il quadro che questi dati fornirono permise di delineare con una precisione mai raggiunta prima le caratteristiche delle faglie che si erano attivate e dei meccanismi di generazione dei terremoti appenninici. Gli eventi sismici degli anni successivi, quelli del 2009 all’Aquila e la recente sequenza del 2016-2017, hanno confermato molte delle interpretazioni tratte dagli studi sui terremoti del 1997, evidenziando ulteriori elementi caratteristici. Un tratto molto importante emerso dagli studi sulla sequenza del 1997 è la tendenza dei terremoti appenninici a manifestarsi con la migrazione dell’attività tra segmenti di faglia vicini, come accadde proprio il 26 settembre 1997. Al primo terremoto di magnitudo Mw 5.7, avvenuto nella notte alle ore 02:33 italiane, seguì un secondo evento più forte nove ore dopo, di magnitudo Mw 6.0, alle ore 11:40 italiane, che provocò ulteriori crolli e vittime. Studi successivi permisero di comprendere le cause di questa migrazione di sismicità (Cocco et al., 2000; Miller et al., 2004; Antonioli et al., 2005), anche se un unico modello in grado di spiegare la variegata casistica registrata in tutti i successivi terremoti appenninici (per es. L’Aquila, 2009, Amatrice-Norcia-Visso, 2016; Campotosto, 2017) non è ancora stato definito. Leggi il report completo: https://ingvterremoti.wordpress.com/2017/09/26/i-terremoti-del-900-la-sequenza-sismica-in-umbria-marche-del-1997/

a cura di Marco Antonini (foto Paolo Moretti)