CHIESE ABBANDONATE DA SALVARE – L’APPELLO DI FABRIZIO MOSCE’

di Paola Rotolo

Sono molteplici nel fabrianese le opere cosiddette minori che giacciono abbandonate da tempo e che purtroppo, senza interventi di recupero, rischiamo di perdere definitivamente. Nel dettaglio segnaliamo due situazioni molto delicate cui sarebbe necessario, viste le condizioni in cui versano, ed opportuno, vista la loro rilevanza storica, porre rimedio quanto prima. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Moscé, membro del Comitato “Alla Scoperta del Giano” e cittadino sempre in prima linea sulle questioni storico-ambientali.

“La prima situazione a rischio, anche fisico poiché strutturalmente vicina al crollo, è quella della Chiesetta del Crocefisso di Via delle Fontanelle, costruzione del 1700, ma con tutta probabilità di origine ancora più antica, perché eretta o riadattata su una struttura di culto preesistente forse dopo il distruttivo terremoto del 1742 come è avvenuto anche per altre chiese fabrianesi – spiega Moscè. – Essendo sulla via che conduceva alle Cartiere Miliani fu luogo caro ai cartai che la elessero a protezione del loro faticoso lavoro, quindi recuperarla avrebbe un valore non solo storico, ma anche etico e strettamente legato alla nostra Città. Anticamente la chiesetta era sede di una confraternita che il 14 settembre festeggiava solennemente l’Esaltazione della Croce oltre ad essere insignita di speciali indulgenze. Al suo interno è ancora presente un affresco realizzato dal pittore fanese Giovanni Loreti, di ispirazione bolognese e carraccesca, che raffigura la Crocefissione di Cristo fra Maria Addolorata e San Giovanni. Ci sono anche pregevoli stucchi barocchi che raffigurano due putti ed una campana bronzea, probabilmente coeva della chiesa, è in bilico sul piccolo campanile pericolante – rincara. – Oggi, purtroppo, tutta la struttura è diroccata e cadente e le opere d’arte menzionate sono letteralmente esposte alle intemperie; senza contare che è un vero e proprio miracolo che il tetto sopra l’affresco non sia ancora crollato. Vista la situazione sarebbe opportuno salvare almeno l’affresco, operazione credo non particolarmente onerosa, ma sarebbe ancora meglio se si facesse di tutto per salvare l’intero stabile, ripristinando quindi le opere lasciandole però nel loro contesto originale. Dico questo a mo’ di appello, nonostante io sia perfettamente consapevole che oggi la proprietà della chiesa è privata e dispersa tra diversi eredi che, evidentemente, non hanno interesse o possibilità di finanziare il salvataggio delle opere d’arte e tantomeno il restauro dell’intera struttura.” Appello che speriamo vivamente smuova non solo le coscienze, anche perché è necessario tener presente che il problema di un eventuale crollo strutturale è al contrario di interesse pubblico, in quanto potenzialmente pericoloso.

La seconda situazione da sottoporre all’attenzione di tutti è quella che riguarda la Chiesetta di Santa Maria del Popolo: “Sita sotto il cimitero delle Cortine, a pochi metri dall’alveo del torrente Giano, anche questa struttura- racconta Moscè – è sorta su un luogo di culto più antico dove veniva venerata l’immagine di una Madonna con Bambino in trono, iconografia molto usata nel 1200 e 1300, da cui probabilmente prende il nome la chiesa. L’edificio attuale fu eretto nel XV secolo, ma oggi rimane solo la chiesa della struttura originale che doveva essere molto più grande considerato che ospitava un ospedale per gli ammalati di peste; da qui il nome Ospedaletto ed il toponimo via del Lazzaretto per la strada che scende verso il fiume. Successivamente chiesa e annessi divennero convento di frati cappuccini e poi di mendicanti dell’ordine dei Carmelitani Scalzi. Nel 1800 con la realizzazione del vicino camposanto fu adibita a chiesa di servizio del cimitero e luogo di sepolture private. La chiesa oggi è completamente priva delle opere che custodiva un tempo. L’incuria e l’abbandono, oltre alla recente azione di vandali, hanno già e stanno continuando a ridurre anche questa struttura ad un rudere. La proprietà mi risulta essere comunale, quindi qualora ci fosse l’intenzione, sarebbe più facile ed immediato intervenire per un possibile recupero rispetto alla chiesetta del Crocefisso.”

Due chiese di epoca antica, dimenticate, decadenti, di cui abbiamo rispolverato le origini per apprezzarne al meglio il valore artistico, storico ed etico-spirituale e per comprendere a pieno quanto varrebbe la pena salvarle.