CI MANCAVA PURE IL FERMO PRODUTTIVO PER TRE GIORNI

di Marco Antonini

Per qualcuno il clima negli ultimi giorni sembrava sereno eppure, nemmeno stavolta, ci sono buone notizie per i dipendenti Tecnowind. La boccata d’ossigeno del versamento dello stipendio di gennaio e febbraio è stato solo uno spiraglio di luce in una situazione tutt’altro che semplice. Al momento, infatti, si naviga a vista. L’attenzione è tutta per il vertice dell’11 aprile al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma tra proprietà, sindacati e Palazzo Chiavelli. In attesa dell’incontro si attendono ancora notizie circa la convocazione della proprietà aziendale da parte del Prefetto di Ancona e la presa di posizione della Regione Marche dopo il colloquio del sindaco Sagramola e dei sindacati con il governatore Ceriscioli. Ieri, intanto, nuova doccia fredda con il fermo produttivo per tre giorni (29-30-31 marzo) causa mancanza di materiale: resta aperta solo l’officina meccanica e il magazzino. Nessun aggiornamento, invece, circa le intenzioni del Fondo di investimento europeo interessato ad acquistare Tecnowind. “La trattativa è ancora in piedi – hanno detto i sindacati – ma non è stata presentata nessuna offerta vincolante e la situazione diventa ogni giorno più delicata per i 280 dipendenti dell’azienda. Si rischia il concordato preventivo in continuità aziendale causa mancanza di liquidità da parte delle banche”. A seguito dell’assemblea di ieri gli operai hanno deciso di non iniziare nuovo sciopero in attesa dell’incontro al Ministero anche se il fermo produttivo conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la gravità della situazione.