USO E ABUSO DEI SOCIAL NETWORK, LA PAROLA ALLA PSICOLOGA

Torna l’appuntamento con la dottoressa Daniela Magnini, psicologa-psicoterapeuta nonché socia e fondatrice dell’Associazione A.P.E.(Associazione Psicologia d’Emergenza) onlus aderente all’A.N.P.A.S.S. Marche.

Questa settimana parleremo dell’uso e abuso dei social network. L’avvento di internet e l’uso che le persone ne hanno fatto nel corso degli anni, lo hanno reso un compagno onnipresente nelle vite di gran parte di noi.La tecnologia si adatta e segue questo trend: non solo computer portatili sempre più maneggevoli, ma ora anche smartphone e tablet garantisco l’accesso al web ovunque ci troviamo (o quasi).Più di un miliardo di persone nel mondo hanno un account e circa la metà comunicano regolarmente con Twitter. Il primo grande merito dei social network è indubbiamente quello di aver facilitato la comunicazione: basta avere la connessione a Internet per parlare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, grazie alle webcam addirittura vederne il volto.

I Social Networks rappresentano un aggregatore di persone che cercano e vogliono mantenere contatti con vecchi e nuovi amici, condividendo foto, video e contenuti della propria vita. Tutto ciò è molto utile e pratico, sia nella sfera privata che nell’ambito del lavoro; l’importante è l’uso che ne facciamo, considerato che il rischio di abuso è altrettanto facile. Infatti, si registrano sempre più casi di dipendenza che, anche nel caso dei social network, si basano sui soliti meccanismi che regolano le classiche dipendenze già conosciute (es. quelle da sostanze come alcol, droghe, ecc.), come quelli del piacere e della soddisfazione. Inoltre, si va incontro ai fenomeni già ben noti di tolleranza/assuefazione (il bisogno di aumentare il tempo in cui si sta connessi per arrivare a provare la stessa soddisfazione), astinenza (intenso disagio psico-fisico se non c’è possibilità di farne uso) e craving, cioè pensieri fissi e desiderio incontrollabile.Questa settimana parlemo di vantaggi e svantaggi.

Dottoressa Magnini, quando possiamo parlare di abuso dei social network?

La dipendenza da social network è molto diffusa e come avviene nelle altre dipendenze è causa di alcuni problemi. Gli atteggiamenti di uso ed abuso di questi siti web ed il loro perpetrarsi, fino addirittura alla dipendenza, sono innescati e portati avanti da meccanismi psicologici e neurologici di piacere, soddisfazione, affettività ed autostima. A livello cerebrale vengono rilasciate maggiori quantità di sostanze psico-attivanti e a livello mentale si creano meccanismi e schemi ricompensatori che portano al riutilizzo continuo e sempre maggiore.

E’ una patologia che colpisce di più i giovani?

Inizialmente ad essere letteralmente rapiti dai social network sono i giovani, , visto che trascorrono da 2 a 3 ore al giorno sui vari profili disponibili in Internet. Secondo una recente ricerca otto adolescenti su dieci sono connessi a un social network e aggiornano continuamente il profilo. Nel 2008 la diffusione di facebook è stata così esponenziale da  posizionare l’Italia al primo posto della classifica mondiale dei paesi con maggiore percentuale di incremento utenti. In pochi anni facebook e divenuto uno dei dieci siti maggiormente cliccati e frequentati del web, acquisendo in breve tempo milioni e milioni di utenti in tutto il globo. Purtroppo però, accanto alle caratteristiche positive di visibilità, congregazione, condivisione, recupero di vecchie conoscenze ed amicizie e nascita di nuove, sono comparse anche delle note assai negative, in particolare legate a problemi e, sempre più spesso, veri e propri casi di dipendenza. I giovani, i quali trovandosi in una fase della vita in cui non hanno ancora delle certezze, né un’identità definita, passano la maggior parte del loro tempo sul web perdendo così ogni contatto con la realtà ed anche la voglia di vivere i rapporti in maniera più pratica Ora non solo gli adolescenti ma anche gli adulti sono a rischio di dipendenza da social network.

A cosa si può imputare la dipendenza dai social network?

La dipendenza dai social network sembra essere dovuta al forte senso di sicurezza e di socialità (in una società sempre meno connotata dai contatti sociali) che tale forma di siti sono in grado di fornire. Come le altre dipendenze, porta le proprie conseguenze e i propri problemi. Quelli più riscontrati a causa di questa patologia sono l’emicrania (l’effetto più diffuso) e la tachicardia. Certamente è molto difficile valutare se e quando un uso eccessivo del web si trasformi in un problema vero e proprio. Molti giovani e meno giovani passano ormai una quantità significativa di ore sul computer senza per questo sviluppare forme di dipendenza. Quello che diventa un segno della eventuale presenza di un “problema” riguarda il modo in cui l’uso di internet riduce la qualità relazionale e interattiva dell’individuo nella sua quotidianità. Il soggetto vive in un mondo parallelo e irreale, dove tutto pare possibile e, sicuramente, più bello e attraente; d’altra parte, proprio perché si tratta di un universo senza tempo né spazio definiti, la persona si sente libera di far tutto ciò che vuole, pure se proibito o riprovevole nella realtà ,anche perché sa di poter beneficiare dell’anonimato e di una certa impunità. Il senso delle relazioni, come l’amicizia, viene distorto e perde quella profondità e serietà che la dovrebbe contraddistinguere: tutti hanno moltissimi “amici” e si confidano con semi-sconosciuti, perdendo di vista i rapporti “vis à vis”, la condivisione concreta, lo scambio di sguardi, sorrisi ed abbracci che veicolano emozioni sentite, sostituite dalle “faccine” (emoticon) spesso fraintese o mal interpretate. Ne risente il rapporto diretto e il confronto sia fra amici che fra coppie. Infatti si è completamente persa la bellezza che contraddistingue il guardarsi mentre ci si confronta e il far trasparire le proprie emozioni tramite la mimica facciale, aumentando anche la possibilità di mentire e mantenere la relazione ad un livello più distaccato e freddo.

L’abuso dei social network può portare ad una perdita progressiva della privacy del soggetto?

Certamente i siti sono organizzati in modo tale da poter condividere tutto della propria vita, da semplici foto ricordo a pensieri profondi,intimi e privati, letti da chiunque abbia la possibilità di accedere al contatto. Diventa soggettivo scegliere cosa pubblicare e a chi dare la possibilità di scoprirlo ed eventualmente commentarlo. Si affrontano anche gli eventuali effetti negativi, per gli utenti che affidano le loro informazioni personali alla rete. Al rischio relativo alla privacy, si aggiunge il pericolo del cosiddetto “furto di identità”: è facile creare identità fittizie, appropriarsi del nome di un’altra persona e addirittura dell’identità, grazie ai dati anagrafici pubblicati sul sito.

Come possiamo riconoscere la dipendenza dai social?
La risposta, sebbene ardua, è piuttosto ampia  e variegata, infatti si spazia da selfie e foto, a un vero e proprio linguaggio social.  Comunemente, i 5 sintomi per riconoscere una dipendenza sarebbero i seguenti:

-essere costantemente e continuamente attaccato allo smartphone da avere 2 cellulari al posto delle mani;

-essere continuamente alle prese con foto, fotine e selfie scattati in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi;

-comunicare parlando per #hashtag, e cosa peggiore, stupirsi che gli altri non comprendono quello che si dice e vuol dire;

-vantarsi di avere milioni di amici sui social e di aggiungerne sempre di nuovi, ma in realtà non conoscerne nemmeno la metà;

-“dulcis in fundo” l’ossessione di svegliarsi la mattina con l’unico scopo di controllare le notifiche e novità dei social.

Questi sono tutti segnali di un assoluto ed eccessivo aumento dell’interesse provato e ricercato nelle effimere  gratificazioni dei social a discapito di un reale, concreto e sano interesse verso il contesto circostante.

Sicuramente in molti possono riconoscersi in questa tua “rassegna”. Ma si può guarire da questa dipendenza?

La dipendenza colpisce tutti, ma non bisogna allarmarsi perché in fondo si è tutti sulla stessa barca, ma soprattutto perché guarire da questa dipendenza (come dalle altre) è possibile. Basta innanzitutto, cominciare a rendersi conto del problema per poi poter correre ai ripari cominciando a sacrificare le ore dedicate a internet e ai social per cercare un confronto reale e costruttivo con gli altri e, ovviamente, nei casi più gravi, consultare esperti che sapranno aiutare a uscire dal circolo vizioso dell’ossessione e dall’assuefazione dalla dipendenza. In questo caso è consigliato avvalersi di un percorso di psicoterapia, preferibilmente di indirizzo cognitivo-comportamentale poiché dimostratasi davvero efficace, per aiutare il soggetto a riprendere in mano il controllo della propria vita in maniera duratura, magari con il supporto di gruppi appositi di sostegno, che lo incoraggino ad abbandonare le vecchie e dannose abitudini disfunzionali per sviluppare nuove strategie e dedicarsi ad attività piacevoli alternative, limitando l’uso di internet ed imparando ad usufruirne in maniera sana .In conclusione, la dipendenza dai social sta prendendo sempre più piede, diventando sempre più divampante, ma uscirne si può e si deve. L’auspicio è naturalmente quello di  ritornare a un uso sano, lucido e proficuo dei social . Basta quantomeno volerlo, perché volere è potere.

Gigliola Marinelli