IL SENSO DEI CONFINI – di Jacopo Del Pio
In questo momento storico sono spesso nominati ed al centro di varie discussioni e riflessioni. Per alcuni sono solo dei “segni fatti con la matita” sulle cartine geografiche che non hanno alcun senso. Anche in alcune canzoni, si invita al loro superamento, quasi come fosse un limite o un ostacolo alla libertà. Anche diversi personaggi importanti, scandiscono frasi in questa direzione. Ma cosa è di preciso un confine? La domanda sembra sciocca, ma come spesso accade, ci dimentichiamo del significato e del senso delle cose. Esistono confini vario tipo, ma essi hanno tutti la stessa funzione: delimitare due o più cose diverse tra loro e di conseguenza mettere in luce le loro differenze, identità (che possono essere di infiniti tipi). Già da questa presa di coscienza del significato del confine, dovrebbe venire in mente una cosa: è la differenza che fa nascere il confine, il limite…non viceversa. Il confine è conseguenza della diversità presente nella natura delle cose. Diversità che non si cancellano assieme ai confini. Nel vocabolario il suo significato, esso è limitato al concetto territoriale ed è descritto come “una linea di delimitazione di due proprietà, territori, possedimenti.” Una distinzione dovuta ad una differenza, tra almeno due cose, che già esisteva e che è resa con esso ufficiale. E’ resa nota.
La prima rappresentazione di un confine nella cultura europea si trova nell’Iliade dove il divino fabbro Efesto forgia uno scudo per Achille, nel quale è rappresentato tutto l’universo noto, delimitato in tutto dal fiume Oceano, oltre il quale non c’è più niente. Già dai tempi dei Greci quindi, il confine è conosciuto come una linea netta che distingueva il mondo conosciuto dal nulla.
Nel tempo l’uomo ha saputo superare diversi tipi di confini: ad esempio quelli della conoscenza scientifica con le varie scoperte ed invenzioni. Si sono superati anche vari confini morali (a volte eccedendo) permettendo cose che prima erano considerate un tabù, ma la funzione dei confini come limite territoriale, è rimasta sempre la stessa. Perché se sotto gli altri aspetti, i limiti sono stati superati, in questo tipo di confine, non è possibile fare altrettanto?
Perché ancora esistono i confini tra Nazioni? Le risposte sono diverse, ma quella che mette d’accordo tutti è questa: oltre a noi come persone fisiche, esistono anche le persone giuridiche, tipo gli Stati che sono come noi, soggetti di diritto. Nel diritto internazionale in particolare il soggetto è il singolo Stato che può controllare il confine sia materialmente e militarmente: un esempio di questo tipo era il Muro di Berlino ed un altro è il confine tra le due Coree che presenta una zona cuscinetto smilitarizzata. Ma lo Stato chiaramente amministra anche il suo popolo e ne regola il comportamento e molto altro.
Secondo Wikipedia il confine “è una curva immateriale, frontiera della superficie controllata da un soggetto, che sia una persona, nel caso di proprietà privata, o autorità locali e statali in altri casi, e che la separa perciò da quelle controllate da altri enti”. Il perché dovrebbe essere evidente: non puoi esercitare un potere o vantare diritti su un qualcosa che non è tuo. Ed ecco allora che con i confini si sono definite (proprio per non lasciarle indefinite) anche le aree in cui ogni popolo era libero di sentirsi come se stesse “a casa”. Si dava a ciascuno un posto nel mondo, in cui sentirsi liberi. Ed è proprio questa la sacralità ed il senso principale dei confini: farci sentire liberi nel nostro spazio. Nostro e di nessun altro. Allo stesso tempo, quando si passa dall’altra parte, il confine ci ricorda che stiamo entrando in un’area che non è nostra. Quindi impone l’attenzione e rispetto delle cose altrui.
Pensate ora, se domani si decidesse di eliminare ogni forma di confine o di delimitazione. Non ci sarebbe più alcuna proprietà privata. Nessun controllo su chi ti entra dentro casa. Ognuno sarebbe libero di andare e fare ciò che più aggrada. Non ne verrebbe lesa immediatamente anche la nostra di libertà? Pensate inoltre la confusione! E fortuna che siamo sempre meno inclini a sacrificarne anche una minima parte, in favore degli altri (dalle cose più piccole come i vari episodi di inciviltà, alle cose più grandi come lo spirito di fratellanza, troppo spesso sbandierata solo a parole). Tutto questo perché la libertà, è sovente interpretata egoisticamente, come il diritto ad essere liberi di fare quel che si vuole. Sempre e ovunque. Come se non ci fosse nient’altro (doveri) e nessun altro. Ecco allora che i confini, non sono solo delle linee tracciate da una matita, ma sono molto di più. E non ce ne renderemo conto finchè con essi non perderemo la nostra amata libertà.