CNA FABRIANO: “IN CALO MANIFATTURA (-12%) E COSTRUZIONI (-5.7%)”
La Cna di Fabriano area vasta ha puntato l’attenzione sulle imprese nate negli ultimi cinque anni e si è chiesta quante di queste sono sopravvissute alla crisi. “Le imprese stanno attraversano un momento difficile – spiega Andrea Riccardi Segretario della Cna di Fabriano area vasta – e la ripresa stenta a partire. Oltre a un calo drastico nei consumi, dal 2009 ai primi mesi dell’anno nella città di Fabriano si è segnata una perdita nella manifattura (-12,3%) e nelle costruzioni (-5,7%). Bisogna però fare una distinzione: quali sono le caratteristiche e i bisogni delle neo-imprese rispetto a quelle storiche che da anni lavorano sul territorio?” Secondo la Cna molti fabrianesi che hanno perso il lavoro si sono inventati come imprenditori, ma tanti altri hanno dato avvio ad una nuova attività artigianale, commerciale o di servizi perché in possesso del famoso spirito imprenditoriale. In entrambi i casi, la maggior parte delle nuove imprese ha in se un carattere innovativo (e per questo le istituzioni devono sostenerle), ma si trovano disarmate per la concorrenza e, come per gli imprenditori che da anni lavorano sul territorio, devono fare i conti con il calo dei consumi, la difficoltà legata alla tassazione, alla burocrazia e all’accesso al credito.
Il numero complessivo di imprese operanti nei comuni dell’area vasta di Fabriano è pari a 3.976 unità locali e la quota percentuale di “imprese giovani”, cioè quelle che hanno dato vita alla loro attività negli ultimi 5 anni, è pari al 23,6%, leggermente inferiore rispetto alla media provinciale (25%). “Nel fabrianese – precisa Gabriele Di Ferdinando referente Ufficio Studi Cna Marche – 129 delle 514 attività cessate negli ultimi due anni nell’area esaminata erano imprese giovani (il 25,1%); nella provincia, tale quota sale al 30%”. Secondo lo studio della Cna, l’area di Fabriano si caratterizza rispetto all’area di Jesi per una quota percentuale maggiore di imprese del settore primario e della trasformazione alimentare (25,7%) e della meccanica (4,6%) e per una quota inferiore di imprese dell’edilizia e delle attività immobiliari pari al 12,8%. Seguono in termini relativi le attività servizi di vicinato (3,4%), l’impiantistica (3,1%), la ristorazione (2,8%).
cs