“SOGNO UNA CHIESA IN ASCOLTO”

<Sogno una Chiesa che sia capace di testimoniare con i fatti, prima ancora che con le parole, la realtà di Dio. Come amava dire Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni”>. Il nuovo vescovo di Fabriano-Matelica ha esordito così, ieri pomeriggio, nella Cattedrale San Venanzio durante la presa di possesso della cattedra episcopale. Succede a Mons. Giancarlo Vecerrica che ha lasciato la guida della chiesa marchigiana per raggiunti limiti di età. Un pomeriggio importante quello vissuto dai fedeli della Diocesi della città della carta che, fin dalle ore 15, si sono radunati, prima all’Ospedale Profili dove Russo ha aperto la Porta Santa in occasione del Giubileo della Misericordia, poi in centro storico dove è avvenuto il saluto delle autorità e la consegna delle chiavi della città. Accompagnati dalla Banda Cittadina e dal Palio di San Giovanni, il nuovo pastore ha ricevuto l’omaggio del sindaco Giancarlo Sagramola. <Insieme – ha detto il primo cittadino – è la parola d’ordine per superare le piccole beghe, le ripicche, le insidie dando più fiducia a noi stessi.> Poi la processione in Cattedrale. Presente anche il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona- Osimo e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana. L’accoglienza sul sagrato della Cattedrale basilica, il bacio del crocifisso e la consegna del pastorale da parte del predecessore, hanno caratterizzato il sabato che precede la festa del patrono San Giovanni Battista che ha riunito intorno al presbiterio clero, fedeli e vescovi delle Marche. Russo ha tracciato subito una programmazione pastorale prendendo in prestito i suoi desideri frutto di anni di sacerdozio e di lavoro ad Ascoli Piceno e a Roma in qualità di direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana. <Sogno – ha detto – una Chiesa in cui i suoi diversi membri, nel rispetto di un disegno ordinato alla e dalla comunione, si sentano direttamente impegnati e responsabili della sua costruzione. Sentano cioè che la loro vita può diventare una divina avventura, spinti dalla comune passione per la Chiesa>. Poi ha elencato alcune caratteristiche essenziali della chiesa. <Deve essere in ascolto, capace di cogliere il disegno di Dio dentro la nostra storia. Non chiusa e autoreferenziale, ma attenta a farsi prossima ad ogni uomo, con la consapevolezza che nessuno può pretendere di essere possessore esclusivo della fede ma che i talenti che abbiamo ricevuto da Dio vanno trafficati>. Una Chiesa trasparente dove i presbiteri, i diaconi, le religiose, i religiosi, siano i primi testimoni della comunione. Prima della festa in piazza con gli Sbandieratori del Palio di San Giovanni Battista, don Stefano ha dato i compiti a casa al clero. <Al termine della giornata, ogni sacerdote, facendo l’esame di coscienza durante la compieta, dovrebbe porsi questa domanda: ho gareggiato nello stimare i miei confratelli sacerdoti? Un presbiterio che vive e ricerca la comunione è uno dei più efficaci “luoghi” di evangelizzazione>. Rivolgendosi alle autorità e al popolo ha rimarcato le tante e gravi sfide del comprensorio alle prese con la mancanza del lavoro. <Auspico quella collaborazione che contribuisca all’edificazione di una società più equa e solidale>. Oggi il presule è a Genga per la celebrazione delle Cresime. Nel pomeriggio l’ingresso ufficiale a Matelica. Dopo l’accoglienza in piazza la Messa nella chiesa Concattedrale.

Marco Antonini