News

IL SOGNO DI BERTA – di Laura Trappetti

Il suo nome era Berta Càceres e proprio ieri avrebbe compiuto 43 anni. Uso il condizionale perché Berta l’alba del 4 marzo, del suo quarantatreesimo compleanno, non l’ha vista mai: l’hanno ammazzata mentre dormiva. Non è la prima volta che succede, probabilmente non sarà l’ultima, non solo in Honduras, non solo sulle rive del Gualcarque. Morire per difendere l’ambiente, per difendere i diritti dei popoli indigeni, morire osi affermare che le persone, la terra dove tutti viviamo, l’acqua che la rende fertile, sono più importanti degli interessi economici, più importanti della speculazione e sono un patrimonio collettivo, esente da qualunque proprietà. La morte di Berta deve farci capire, una volta per tutte, che la questione ambientale non riguarda una minoranza di attivisti, di esaltati o specialisti. La questione ambientale, la predazione delle risorse, i cambiamenti climatici non devono essere interesse di tutti solo perché il benessere dell’uomo è direttamente proporzionale a quello del pianeta, ma perché tutto questo si intreccia strettamente con l’idea di democrazia presente e futura, con l’idea di uguaglianza. Parliamoci chiaro: i disastri ambientali, come tutti i disastri, non saranno tali per tutti. Persino le più grandi devastazioni, la desertificazione, l’innalzamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci, per qualcuno saranno un affare, perché chi appartiene a quel 10% di mondo che detiene il 90% della ricchezza, il modo di difendersi, di continuare a bere, a mangiare, a vivere in ambienti sani, lo troverà. Il problema semmai sarà per tutti gli altri e non solo per gli indigeni Lenca dell’Honduras. I grandi colossi delle assicurazioni già si stanno attrezzando ad incassare i ricchi premi degli stati più a rischio a causa del riscaldamento terrestre. Molte cose non sono nelle nostre mani, forse altre sì, come decidere se arrivare a prossimi tempi peggiori con un’aggressività reciproca alta, oppure raccogliere il testimone di Berta e difenderci, cercando modi cooperativi e non conflittuali di campare. Siamo stati bravissimi a costruire muri e muraglie e continuiamo a farlo anche oggi. Molti di essi sono caduti giù. Armiamoci di piccone e coraggio. Grazie Berta, ci mancherai.