SALVARE OSTETRICIA, LA SOSPENSIVA IN ATTESA DEL TAR
E’ corsa contro il tempo per salvare il reparto di Ostetricia dell’Ospedale Profili di Fabriano. Al momento, infatti, la chiusura del punto nascita è fissata per domenica 31 gennaio, ultimo giorno utile per partorire nella città della carta. Poi Branca, in Umbria e Jesi, una volta superati gli ostacoli della SS76, saranno gli ospedali più vicini per le mamme in dolce attesa. Mentre si attende l’esito del ricorso al Tar presentato dall’amministrazione comunale previsto per metà febbraio, il Sindaco Sagramola ha presentato martedì la richiesta urgente della sospensiva al giudice del Tribunale Amministrativo. Non si dormono sonni tranquilli in città perché c’è rassegnazione per quello che è stato definito dai cittadini il primo passo verso lo smantellamento dell’unico ospedale di rete del comprensorio montano. Una sconfitta della politica che ha permesso ai fabrianesi di tornare ad essere compatti sui grandi temi sociali. Ma il malumore resta. Il caso del Comune di Osimo che ha perso il ricorso insegna. “Stiamo studiando cosa fare se la sospensiva della determina Asur non venisse concessa. Speriamo nel Tar. Siamo pronti a nuove manifestazioni. Ci aspettano – hanno detto gli attivisti del Coordinamento cittadino – giorni molto delicati. Prima la sospensiva, poi il ricorso. Noi non ci arrenderemo facilmente”. Dopo la nuova presa di posizione di Ceriscioli che ha confermato che il riordino sanitario prosegue, si cerca di capire la fattibilità dell’Area Funzionale Ottimale Integrata con l’equipe unica dei medici di Jesi e Fabriano
IL PUNTO DEI SOCIALISTI
“I socialisti dell’alta vallata dell’Esino – s legge nella nota – ritengono che i provvedimenti assunti dalla Giunta Regionale in materia di sanità necessitino di una maggiore riflessione e soprattutto un maggiore coinvolgimento dei territori, degli Enti Locali e delle forze sociali. Infatti si sono messi in cantiere interventi senza prevedere contestualmente soluzioni idonee e alternative, atte a dare tranquillità sulla qualità dei servizi alle popolazioni interessate. Soprattutto il nostro entroterra, che già soffre di trasporti inadeguati e di una viabilità datata, ha protestato con forza, e secondo i Socialisti, giustamente contro provvedimenti calati dall’alto da dirigenti frettolosi nel decidere le sorti di un territorio, ancor prima dell’approvazione definitiva del governo regionale. In questo ambito la questione dei punti nascita necessita di ulteriori approfondimenti al fine di verificare come delle fredde cifre si calano in alcuni territori soprattutto quelli montani.I Socialisti in tal senso ritengono che il punto nascita di Fabriano, di cui si è programmato la chiusura, abbia tutti i presupposti per ottenere una deroga, tenuto conto di diversi fattori tra cui la viabilità sicuramente ancora non conforme alle emergenze che si potranno verificare.”