NESSUNO DEVE PARTORIRE IN STRADA – il punto delle mamme e di Emanuele Rossi

Prosegue la protesta delle mamme contro la chiusura del punto nascita dell’Ospedale Profili e tante raccontano la loro storia affinchè la logica prevalga sulla politica che sopprime un servizio essenziale in un territorio già martoriato dalla crisi e isolato da vie di comunciazioni arretrate e ferme a 40 anni fa. “Ho avuto una complicazione a casa – racconta A. F. – e dopo 15 minuti ero in Ostetricia. Pochi secondi, poi la corsa in sala operatoria per il taglio cesareo. Cosa sarebbe potuto accadere durante quei 50 chilometri con la macchina per arrivare a Jesi attraversando le gallerie della SS76 piene di imprevisti e ostacoli? Abbiamo il diritto di partorire vicino casa. Per una mamma – conclude – è il giorno più bello della vita.”

IL PUNTO di LAURA RICCIATTI ED EMANUELE ROSSI – SEL

Le preoccupazioni del governatore Ceriscioli nonché assessore alla sanità della regione Marche sono un falso problema. Con questo non vogliamo teorizzare che la sicurezza non sia importante, soprattutto in un momento così importante per la vita di una coppia quale la nascita di un figlio; ma vogliamo – questo si – denunciare come questo governo regionale tagli con la scusa della sicurezza  il diritto ad una donna di partorire, perché di questo si tratta. Sosteniamo ciò perché è normale che se ad un reparto vengono tagliati i servizi si arriva a mettere in discussione l’esistenza di un reparto stesso. Leggiamo increduli che varranno tagliati i punti nascita di Fabriano, San Saverino ed Osimo poiché mancherebbero le rianimazioni neonatali. Logica vorrebbe che si istituisse la rianimazione pediatrica per garantire un servizio, anche perché – per amor del vero – a Fabriano il reparto di rianimazione esiste, basterebbe semplicemente scegliere di insediarvi anche uno spazio per quello neonatale. Una scelta che Ceriscioli potrebbe assumere in appena due giorni. Vorremmo inoltre domandare in base a quale articolo della Costituzione i cittadini dell’entroterra godono di minori diritti rispetto a quelli che vivono in grandi centri pur pagando le tasse in egual misura. Non si può non cogliere la sensibilità geografica che contraddistingue l’area del fabrianese per comprendere che quella è una realtà da tutelare e da garantire coi servizi. Non accettiamo, e non accetteremo mai il principio che il diritto alla salute venga garantito dalla forza dei numeri, dagli accessi ai servizi ospedalieri, poiché vengono viziati dalla mobilità passiva e da interminabili liste di attesa. Certo è che queste ultime aumenteranno vertiginosamente se andremo a chiudere anche quei pochi presidi rimasti celebrando peraltro il funerale della sanità pubblica in favore della nascita di quella privata. Su queste scellerate scelte del governatore Ceriscioli interrogherò la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin affinché si esprima su questa posizione e su come intenderà intervenire. Nella speranza che nessuna donna si troverà costretta a partorire in auto – e ci piacerebbe sapere se il governatore Ceriscioli questo lo ritiene “in sicurezza”- in mezzo alle strade fatiscenti che portano all’ospedale più vicino.