FERROVIE SORDE E INSENSIBILI AI NOSTRI APPELLI

“Le ferrovie si sono dimostrate sorde e insensibili ai nostri appelli a non disperdere gli investimenti fatti e le professionalità dei lavoratori. Non hanno voluto spostare a Fabriano, in una struttura efficiente, lavorazioni che hanno sparse per l’Italia. Una scelta deprecabile e da condannare. Una prima comunicazione della possibile chiusura del deposito locomotive era arrivata a giugno. Nonostante gli interventi di parlamentari del nostro territorio, l’impegno del consigliere regionale del Pd Giancarli e degli assessori regionali ai trasporti, abbiamo solo ottenuto di rinviare la chiusura al prossimo mese di dicembre.” Così il Sindaco di Fabriano il giorno dopo l’annuncio della chiusura della storica sede del Deposito Ferroviario della città a partire dal primo gennaio 2016. Tre anni fa i primi allarmi sulla possibile chiusura da parte del sindacato Fast-Confsal. Il piano industriale, illustrato da Trenitalia, ha sancito la soppressione anche di questo servizio indispensabile per il trasporto su rotaia di Marche e Umbria. Non è servito nemmeno il ridimensionamento e il taglio delle ore di lavoro degli ultimi mesi per sopravvivere. Una sconfitta che arriva dopo la soppressione della linea ferroviaria Fabriano-Pergola e il taglio dei servizi di pulizia dei treni regionali che sono spesso sporchi e che scatenano, periodicamente, le proteste dei pendolari. Trenta persone rischiano il posto di lavoro: venti sono dipendenti di Trenitalia che attendono una lettera di trasferimento e dieci sono addetti di due ditte appaltatrici che svolgono mansioni di pulizia. “Il gruppo FS – spiega in una nota Filt-Cgil Marche – ha deciso di infierire sul territorio fabrianese. Non bastavano le chiusure delle grandi aziende metal meccaniche di questi anni, non bastavano le delocalizzazioni che hanno messo in ginocchio la realtà produttiva ed economica della città. Quello che proviamo è un profondo rammarico per la perdita di un impianto che per 150 anni ha dato lavoro a tante persone, contribuendo al benessere e all’espansione del territorio marchigiano. Trenitalia ha deciso di chiudere un impianto perfettamente rispondente a tutti i requisiti strutturali, organizzativi e di sicurezza, che poteva garantire un avamposto funzionale per eventuali guasti o in caso di neve che a Fabriano non è poi una cosa inusuale.

Marco Antonini