BAGNASCO IN CATTEDRALE: ‘MISERICORDIA FEDELE E RIVESTITA DI TENEREZZA’
Il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è tornato nelle Marche, la terra dove ha compiuto i primi passi da Vescovo nella Diocesi di Pesaro e ha dedicato il suo primo pensiero a coloro che subiscono e vivono l’incertezza della crisi economica e del lavoro. “Non si può essere misericordiosi se non si è giusti e se non c’è attenzione per coloro che sono in difficoltà”. Bagnasco ha scelto Fabriano per una catechesi sulla misericordia in preparazione all’Anno Santo indetto da Papa Francesco, una delle città simbolo del lavoro che ora fa i conti la precarietà. Il porporato è arrivato nella città della carta nel tardo pomeriggio di ieri. Prima un breve tour nelle bellezze artistiche della piazza San Giovanni Paolo II che ospita la Pinacoteca Civica, il Santuario della Madonna del Buon Gesù e il Museo Diocesano poi l’abbraccio con i fedeli in Cattedrale. Più di mille persone si sono radunate in occasione del Mercoledì della Fede, l’evento dello spirito organizzato, da anni, dal Vescovo di Fabriano-Matelica Mons. Giancarlo Vecerrica. Nel suo saluto ha sottolineato le difficoltà di una terra in forte crisi che ancora è attaccata ai valori e alla famiglia e che non deve essere abbandonata ma valorizzata dalle istituzioni locali e nazionali. “Fanno bene i Pastori delle Marche a tenere alta l’attenzione sulle problematiche che ci affliggono maggiormente come giovani e lavoro. Senza le nuove generazioni – ha detto Bagnasco – non c’è futuro. Da loro dobbiamo ripartire.” Prima della lectio magistralis si è soffermato anche sulla bellezza della Regione e sul legame che ha sempre mantenuto con questa terra. “Qui – ha confidato – ho svolto la mia palestra di episcopato dopo la nomina ad Arcivescovo di Pesaro.” Poi è entrato in profondità sui risvolti della quotidianità. “La nostra vita è piena di contraddizioni eppure Dio entra in ognuno di noi. Anche l’Europa, purtroppo, ha perso questa percezione e il Creatore è stato messo all’angolo. E’ diventato un bell’ornamento della propria casa ed esistenza ma non è la roccia su cui tutta la vita si fonda. L’indifferenza, nel nostro continente, ha raggiunto un valore così inimmaginabile che non è più il caso nemmeno di contraddirlo perché non interessa. Anche noi – ha dichiarato – crediamo in Cristo ma non ci chiediamo quanto entra nella nostra vita. In campo culturale e sociale siamo attenti a non nominarlo per colpa di una laicità malintesa.” Per questo il Papa ha indetto il Giubileo della Misericordia che “…sarà l’occasione – ha detto – per interrogarci sulla nostra fede e per risvegliarci dalle distrazioni che non ci fanno più sorprendere davanti all’amore di Dio che salva. Con il Giubileo riscopriremo la solidità dei rapporti umani e la grazia dei nostri limiti che ci ricorda come abbiamo sempre bisogno del prossimo.” Quasi in conclusione un riferimento alla tanta cronaca nera che ha preso spazio in tutti gli organi di informazione. “C’è violenza, odio e inganno perchè il mondo non si sente amato. Alla base di tutto – ha concluso – c’è sempre un’angosciante solitudine che ci porta alla fine.” Il Sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola a nome anche dei sindaci di Sassoferrato e Genga, presenti in Basilica, ha invitato istituzioni e cittadini a ricostruire il bene comune che nessuno difende perchè ” così si può rafforzare l’amore di Dio nelle istituzioni.”
Marco Antonini