News

LICENZIAMENTI BEST, SCIOPERO IMMEDIATO

Seconda giornata di sciopero alla Best di Cerreto d’Esi, dopo che l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento per 55 dipendenti su un totale di 199. I lavoratori si sono ritrovati per presidiare le portinerie dello stabilimento, dove vengono prodotte cappe aspiranti. Ieri pomeriggio le Segreterie di Fim, Fiom e Uilm, di Cgil, Cisl e Uil di Ancona, insieme alla Rsu, incontreranno l’assessore regionale al Lavoro Loretta Bravi per informarla della situazione.

“Con riferimento alle notizie pubblicate sulla stampa, smentisco nel modo più assoluto che la procedura di mobilità porterà alla chiusura del sito produttivo di Cerreto. Al contrario, il sito ha un’importanza fondamentale per le strategie della società, anche a livello di Gruppo. Illustreremo il nostro progetto industriale nel corso della procedura prescritta dalla legge”. Lo afferma Roberto Leo, consigliere delegato di Best S.p.A. commentando i timori di dipendenti e sindacati dopo l’annuncio dell’avvio della procedura di mobilità per 55 dipendenti.

L’assessore regionale al Lavoro Loretta Bravi ha incontrato oggi pomeriggio in Regione le organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm, le segreterie di Cgil, Cisl e Uil e la Rsu per valutare quali percorsi intraprendere per scongiurare i 55 licenziamenti preannunciati alla Best di Cerreto D’Esi. I sindacati – riferisce una nota – hanno espresso la notevole preoccupazione dei dipendenti dell’azienda, soprattutto a seguito dell’esperienza vissuta dallo stabilimento Best di Montefano, che nel 2011 fu smantellato e trasferito in una notte. I dipendenti della Best sono già scesi da 850 agli attuali 203 e i sindacati hanno dunque chiesto che sia ritirata la procedura di mobilità per ulteriori 55 lavoratori. Bravi ha espresso solidarietà e vicinanza ai lavoratori e ha informato che i vertici della Best sono stati già convocati per l’8 settembre, per conoscere il progetto industriale aziendale. I sindacati hanno inoltre proposto di aprire urgentemente un tavolo regionale di concertazione con l’azienda, per verificare la possibilità di una soluzione. La proposta è stata recepita positivamente dall’assessore e il tavolo sarà convocato subito dopo l’incontro con i vertici della Best e coinvolgerà tutti i soggetti interessati.

“Abbiamo deciso di coinvolgere da subito le istituzioni in quanto non siamo disponibili a discutere di licenziamenti che porterebbero alla chiusura definitiva del sito produttivo marchigiano”, afferma Andrea Cocco, della Fim Cisl Marche. “Mentre il presidente del Consiglio parla di ripresa ed elogia i dati occupazionali, un’altra multinazionale, la Best spa, avvia una procedura di licenziamento collettivo per 55 persone. Questa è solo la punta dell’iceberg in un territorio dove è in atto un vero e proprio processo di deindustrializzazione. Ne sono conferma tutte le vertenze (Indesit, Whirlpool, Faber, Best, Tecnowind, CB, A.Merloni, JeP Industries etc.) che stanno interessando il territorio fabrianese”. Così Fabrizio Bassotti della Fiom Cgil di Ancona. “E’ urgentemente necessario – seguita – un intervento di politica industriale specifica per il settore dell’elettrodomestico, e per il territorio fabrianese, dove la disoccupazione è al 30%, va riconosciuto lo stato di crisi complessa con interventi straordinari. Questo serve al territorio e al Paese, non leggi come il Jobs Act che facilita i licenziamenti, estende la precarietà e rende i lavoratori ancora più ricattabili. Senza una vera politica industriale, la parola industria verrà cancellata dal vocabolario italiano”.
(Ansa)