LAURA BOLDRINI INAUGURA PARCO MINIERA ZOLFO DI CABERNARDI
“In Belgio i nostri emigranti erano chiamati ‘musi neri’, anche quelli partiti da qui per Marcinelle e a loro non affittavano neanche le case. Non potevano entrare nei locali perché c’era il divieto per gli animali e i ‘musi neri’. E i musi neri eravamo noi”. Così la presidente della Camera Laura Boldrini a Sassoferrato alla cerimonia di inaugurazione del Parco della miniera di zolfo a Cabernardi, dove ha rivolto un invito a “tenere viva la memoria”. Nel suo intervento, molto applaudito, Boldrini ha insistito: “Questa memoria bisogna tenerla viva, invece nel nostro Paese siamo tropo veloci a rimuoverla, ma questa è la nostra storia. Una storia che si sceglie di ignorare quando si sostiene che l’immigrazione è un’emergenza, un’invasione, mentre sappiamo bene che l’immigrazione c’è sempre stata da che uomo è uomo”.
“Molti – ha proseguito – vogliono ignorare questa storia e decidono di non vederla, decidono di non vedere negli occhi di chi arriva a Lampedusa gli occhi dei nostri padri, dei nostri nonni. Disumanizzare tutto questo fa male a noi prima che agli altri. I migranti che lavorano oggi nelle nostre campagne vivono in baracche peggiori di quelle che ospitavano i nostri emigranti in Belgio. Durante la mia visita a Marcinelle nel 2013 – ha ricordato – un’anziana donna italiana mi ha avvicinato e mi ha detto: ‘in una di quelle baracche io ho partorito, non c’era neanche l’acqua’. E noi, oggi, cosa stiamo restituendo di tutto questo? Manodopera al nero? Vorrei vedere la tolleranza zero anche su questo. Ciò accade anche perché non custodiamo la memoria, che ci aiuta a vedere in chi abbiamo di fronte l’essere umano, l’uomo e la donna”. All’inaugurazione del Museo, ricavato nel sito, dismesso da anni, sede tra il 1887 e il 1959 del più importante polo estrattivo dello zolfo d’Europa, erano presenti anche alcuni minatori che vi lavoravano. A uno di essi, Giuseppe, Laura Boldrini ha donato la medaglia della Camera dei deputati. (Ansa)