MUSTICA: ‘A FABRIANO SERVE GIOCO DI SQUADRA’

Un importante progetto con l’ambizioso obiettivo di trasformare Fabriano in capitale ideale di un appennino che unisce e riconnette esaltando le potenzialità turistiche e di accoglienza del nostro territorio. Abbiamo incontrato Sergio Mustica, ideatore ed organizzatore del Festival “Lo spirito e la terra” per qualche anticipazione.

Il prossimo 19 giugno prenderà il via la seconda edizione del Festival “Lo spirito e la terra”: quali saranno i temi ispiratori di quest’anno per un programma così articolato e ricco di manifestazioni ed eventi?
“Il tema centrale rimane quello della ricerca e della riproposizione del Genius Loci cioè dell’anima della Città e del Territorio, lo Spirito nel senso della storia e delle esperienze degli uomini e le donne che lo hanno vissuto e lo vivono, la Terra nel senso della valorizzazione della natura della particolarità ed unicità della nostra Terra che abbiamo definito: “confine del cielo”.

Considerato il successo della scorsa edizione, possiamo fare una previsione riguardo le presente turistiche a Fabriano per la durata del Festival?
“Già l’anno scorso abbiamo avuto presenze di turisti, quest’anno contiamo di implementarle, naturalmente dobbiamo pensare che un Festival per entrare nelle programmazioni turistiche ha bisogno di anni di esperienza e noi siamo soltanto al secondo anno, ma credo di poter dire che siamo sulla buona strada” .

Da profondo conoscitore della città di Fabriano e del suo territorio, sia dal punto di vista storico – culturale che delle sue eccellenze eno-gastronomiche, ritieni che le attuali strutture ricettive e di accoglienza siano preparate ad affrontare questo importante numero di presenze in città?
“Credo che la Mostra “Da Giotto a Gentile” abbia costituito una grande esperienza e la dimostrazione concreta ed inequivocabile del nostro potenziale, ma dobbiamo ancora impegnarci molto sia sul versante delle produzioni agricole che su quello dell’accoglienza soprattutto, e questo è uno dei principali obiettivi dello Spirito e la Terra, dobbiamo creare le condizioni affinchè i fabrianesi per primi apprezzino e godano delle bellezze della nostra terra.

Hai sempre definito Fabriano come “capitale ideale del microcosmo appenninico”: quanto sono importanti iniziative come “Lo spirito e la terra “per esaltarne le particolarità e le tipicità?
“Quando all’alba più di trecento persone hanno ascoltato il concerto e poi in molti siamo partiti da San Silvestro verso Grottafucile, dove dopo secoli abbiamo riportato un momento di meditazione con la musica medievale, devo confessarti di aver pensato che veramente potremmo essere una Capitale ideale di un appennino che unisce e riconnette con se stessi turisti viandanti e viaggiatori non solo nei luoghi ma nella loro interiorità.

La crisi economica ed occupazionale sta mortificando e penalizzando pesantemente il territorio: questo cammino potrebbe essere un buon punto di partenza per continuare a credere nelle potenzialità del nostro comprensorio?
“Naturalmente credo di sì, il fatto che quest’anno partecipano all’organizzazione oltre ottanta, si hai capito bene, ottanta tra associazioni e professionalità individuali costituisce un buon punto di partenza soprattutto perchè il Festival ha l’obiettivo di connettere, creare sinergie, sviluppare quel gioco di squadra così raro a Fabriano, per questo abbiamo cambiato le date per collocarci immediatamente dopo il Palio con cui stiamo attivamente collaborando per sviluppare una promozione parallela. Ma naturalmente dobbiamo anche ricordare che ci sono anche altre esperienze che dimostrano questa capacità attrattiva basti pensare (limitandoci agli eventi di questo mese) allo straordinario successo dell’Acquarello e di Yoga Nomade che hanno riempito con iniziative di grande spessore la Città di turisti. Fabriano ed il suo comprensorio, cuore dell’appennino, possono creare una proposta turistica capace di dare risposte in termini occupazionali e di valore a tutti i livelli per il territorio.

Gigliola Marinelli