ORDINAZIONE MARCO STRONA. IL VESCOVO: ‘COMBATTI INDIVIDUALISMO ED EGOISMO’
Cattedrale gremita per l’ordinazione diaconale di Marco Strona mercoledì scorso 25 marzo. Il vescovo Giancarlo Vecerrica, insieme ai sacerdoti della Diocesi, ha celebrato il rito nel giorno della solennità dell’Annunciazione del Signore. Il clero si arricchisce, così, di un futuro sacerdote che verrà ordinato a settembre. Marco, fabrianese – classe 1984 – figlio del dirigente scolastico dell’istituto superiore Morea-Vivarelli, ha frequentato l’Almo Collegio Capranica di Roma. Ha studiato prima filosofia all’università di Perugia, poi un dottorato in filosofia della religione. Infine ha completato gli studi teologici alla Gregoriana nella Capitale. Ha fatto, inoltre, diverse esperienze missionarie in Guatemala. Il presule, nella sua omelia, ha spiegato il senso dell’ordinazione nel giorno della festa del si. “Il contenuto dell’Annunciazione riguarda l’attesa del Messia. Maria è la più alta espressione dell’attesa di Dio e della nostra attesa. Il sì di Maria è per la vita; è la sorgente di una possibilità indefinibile dell’umana immaginazione, come ha concluso l’Angelo a Maria: “Nulla è impossibile a Dio”. Con il sì di Maria Dio si è reso presenza, nell’umanità di Gesù. A Maria, che consegna la sua libertà a Dio, per il quale tutto è possibile, viene data la possibilità dell’impossibile. Non mi pare disdicevole accogliere qui l’invito del filosofo Camus: “Siate realisti, chiedete l’impossibile”. Poi il collegamento tra il si di Maria e il si di Marco Strona. “Il sì di Maria, così il tuo sì, non è una parola ma è una sostanza di vita e di possibilità. È la tua libertà che consegna la tua persona, il tuo essere, a Dio. Nell’epoca in cui tutto è ideologizzato, anche la fede cristiana rischia di perdersi nel vuoto di sostanza e perciò cadere nell’infedeltà: per quanti il sì di ieri è volato via e si è perso! Invece, Maria dicendo sì ha consegnato tutta la sua vita, tutta la sua persona a Dio. È la sua persona, non appena la sua voce, che dice sì all’incarnazione di Gesù e da questo atto consegna tutta la sua vita, cambiando tutti i suoi progetti. Il sì allora è una persona, è la tua persona – spiega mons. Vecerrica – che si immette nel piano di Dio per questo mondo, per cui potrai dire, come San Paolo “Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me”.
Il Vescovo ha poi ripercorso la vita del diacono ed il cammino che il giovane ha fatto all’interno della Chiesa. “Beata la tua famiglia, che qui ringrazio, beato il Collegio Capranica che ti ha guidato, beata questa nostra diocesi che ti ha curato, seguito e accolto. Beata l’Azione Cattolica che ha suscitato la tua vocazione come altre belle vocazioni. Beato il paese del Guatemala che ti ha affascinato. Beato tu, Marco, che accogli e porti Gesù a tutti: tu ci aiuti a vivere le beatitudini, con il desiderio di far crescere la passione per il nuovo umanesimo.” Poi i compiti affidati al nuovo diacono. “Combatti la chiusura, l’individualismo, l’egoismo, il narcisismo, che sono i mali del mondo di oggi, presenti anche nel nostro territorio e che sfiorano anche noi sacerdoti e cristiani. Quanti personalismi, quanti cuori chiusi alle proposte straordinarie e meravigliose della nostra Chiesa, quanto scetticismo di fronte all’utopia cristiana, che può diventare possibile, e che Papa Francesco coraggiosamente porta avanti. La proposta di Dio che ci arriva attraverso la Chiesa non corrisponde a ciò che un prete o un diacono pensa o progetta, a ciò che un laico pensa e vorrebbe fare. Ricordiamoci che Dio propone sempre cose nuove e impossibili che diventano possibili, come è accaduto a Maria, a Giuseppe e poi agli Apostoli. La strada del diacono è quella dell’umiltà e del coraggio, dell’obbedienza e della creatività.” L’attesa, ora, è per l’ordinazione sacerdotale che avrà luogo a settembre. In tema di vocazione, invece, l’appuntamento, in tutta Italia, è per il 26 aprile. Nella quarta domenica di Pasqua, infatti, si celebrerà la Giornata per le Vocazioni. “Quanto desidero che ogni parrocchia e ogni gruppo ecclesiale prepari questa Giornata in una maniera “esplosiva”, per vivere questo tema della vocazione in modo vero, sentito e attraente. Pensate che sorpresa è diventare degli “scopritori” della vocazione che Dio dà a un ragazzo o a un giovane e che giace nascosta, accantonata e non riconosciuta! Che ogni sacerdote e ogni fedele si senta chiamato a dare voce a Dio per i ragazzi e i giovani: si senta chiamato a proporre ed accompagnare una vocazione di consacrazione. Non datevi pace – conclude il vescovo – finché non riuscite a vivere questa missione vocazionale.” Oggi, intanto, celebrazione della Messa Crismale in Cattedrale alle ore 18. Poi iniziano i riti del Triduo Pasquale.
Marco Antonini