2014: NELLA PROVINCIA DI ANCONA CHIUDE 1 NEGOZIO AL GIORNO. SALDI PENALIZZANTI

2014: anno veramente difficile sia per il commercio, sia per i bar e i ristoranti. Lo dichiara la Cna, dati della Camera di Commercio di Ancona alla mano. Cominciando dal commercio al dettaglio, l’analisi della Cna è chiara e purtroppo spietata: nella provincia di Ancona il dato è preoccupante in quanto le 220 aperture (dal 1 gennaio al 1 dicembre 2014) non sono state sufficienti a coprire le 393 chiusure (saldo –173 unità); la media è di 36 chiusure al mese e cioè di circa un negozio al giorno. Commenta i dati Andrea Riccardi, segretario della Cna di Ancona e responsabile provinciale Cna Commercio e Turismo: “Ad Ancona risultano 56 aperture ma ben 91 cessazioni di negozi (8 al mese), mentre per quanto riguarda i ristoranti, nella provincia il saldo è pari a –29 unità e nel capoluogo a –7 (con una media di un’apertura ogni tre mesi, contro una cessazione al mese). Negativi anche i dati dei bar: in provincia nei primi 11 mesi dell’anno 60 chiusure e 28 aperture, nel capoluogo sostanziale pareggio, per quanti ne aprono, tanti ne chiudono”. I mesi più difficili sono stati quelli di ottobre e di novembre.

“La situazione nel territorio è critica e servono politiche volte a rilanciare i consumi e rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie – continua Riccardi –. Devono essere messe in campo azioni volte a favorire le imprese e incentivare la nascita di nuovi negozi e pubblici esercizi, riducendo la tassazione e la burocrazia e migliorando l’accesso al credito”. Il 2015 è partito con l’avvio dei saldi invernali, anticipati come in altre regioni al 3 gennaio. Alla domanda su come sono andate le vendite di fine stagione e come è stato l’avvio del nuovo anno, la Cna di Ancona risponde dopo aver effettuato un sondaggio che ha confermato la difficoltà di fare impresa. “Sull’andamento delle vendite di dicembre – precisa Riccardi della Cna di Ancona – si riscontra una generalizzata diminuzione rispetto allo stesso mese del 2013, dovuta al fatto che, con l’anticipo dei saldi al 3 gennaio, i clienti hanno aspettato il nuovo anno per effettuare acquisti. Sotto l’albero di Natale i pacchetti nascondevano per la maggior parte libri, giocattoli, intimo e tecnologia varia, ma per gli acquisti personali in genere i è atteso l’avvio dei saldi”. La Cna precisa inoltre che, sul fronte agro-alimentare, per le festività di dicembre si è confermata la tradizione marchigiana di consumare prodotti locali nei ristoranti della zona.

“I ristoranti durante le festività di dicembre hanno proposto menù con una media di costi dai 30 ai 40 euro a testa – continua il segretario della Cna di Ancona – e il numero delle prenotazioni non è variato rispetto a quello dello stesso periodo dell’anno precedente”. In sintesi, secondo la Cna, anticipare gli sconti invernali al 3 gennaio non ha aiutato le vendite di fine anno. Dall’indagine della Cna emerge anche che per le feste di dicembre le vendite sono state uguali o inferiori a quelle del 2013. Nel settore dell’abbigliamento-accessori confermata la tendenza degli ultimi anni: i consumatori non seguono più le ultime mode, guardano esclusivamente al prezzo. Anche il settore dei bambini segue la medesima dinamica: a dicembre positivi gli acquisti per i regali da mettere sotto l’albero, ma i genitori che dovevano acquistare per la famiglia hanno aspettato il 3 gennaio. La Cna di Ancona ha scattato infine una fotografia sulle spese che sono state destinate ai viaggi.

“Dalle interviste fatte – conclude Riccardi – è emerso che le destinazioni dei marchigiani che hanno preparato la valigia per trascorrere qualche giorno lontano da casa sono state diverse. Alla domanda: dove sono andati i marchigiani che sono partiti per l’estero? La risposta varia a seconda di chi ha prenotato il biglietto: gli amici hanno scelto le capitali europee come Londra ed Amsterdam, le coppie Parigi e Praga, mentre chi poteva spendere di più ha preferito il mare alla montagna”.

cs