PENSIONI E ASSEGNI SOCIALI, SERVIZI GRATUITI A RISCHIO. CNA LANCIA L’ALLARME

La sforbiciata di 150 milioni di euro prevista nella Legge di Stabilità rischia di mettere ko i Patronati, soggetti indispensabili per l’accesso gratuito ai diritti in tema di pensioni, invalidità, assistenza. L’allarme è lanciato dalla Cna, secondo la quale è urgente trovare una soluzione affinché si possa continuare a garantire servizi gratuiti ai cittadini che altrimenti dovranno mettersi le mani in tasca e pagare. “Attraverso il Patronato Epasa – spiega Massimiliano Santini (foto), direttore provinciale Cna – noi ad esempio vediamo transitare il 96% delle domande di assegno sociale, il 77% delle domande di indennità di accompagnamento, il 93% delle domande di pensione di anzianità o anticipata, il 96% delle domande di pensione ai superstiti, il 89% delle domande di pensione di inabilità, il 91% delle domande di pensione di vecchiaia, il 94% delle domande di pensioni supplementari, il 64% delle domande di ricostituzione pensione per contributi pregressi, il 94% delle domande di ricostituzione pensione per supplemento e il 32% delle domande di rinnovo assegno di invalidità”. “Non ci sono dubbi – continua il direttore della Cna – sul grandissimo valore che questo sistema capillare, con i suoi uffici sparsi sul territorio, garantisce ai cittadini. Sono domande di pensione di vecchiaia, di anzianità, anticipata o supplementare. O di assegno di invalidità, sociale e accompagnamento. E’ il riconoscimento concreto dei diritti da parte dello Stato ai cittadini. Numeri che rischiano di essere azzerati da una spending review talvolta cieca e poco selettiva”. “Da parte nostra – ci tiene a precisare Santini – non cerchiamo di sfuggire al cambiamento o di evitare una nostra riorganizzazione interna che garantisca risparmi e aumenti l’efficienza. Operazione che, con i tagli degli anni scorsi, abbiamo già realizzato in larga misura. Ma siamo preoccupati per quei cittadini che hanno tutto il diritto di ottenere certi servizi gratuitamente”. D’altra parte, stando ai numeri dei Patronati italiani, è dimostrato che il riconoscimento dei diritti ai cittadini passa proprio per questi uffici, un ruolo riconosciuto tanto dallo Stato quanto dall’Inps. Ora, se i Patronati non potessero più permettersi di svolgerlo, il rischio è che tornando in carico alla pubblica amministrazione, servirebbero migliaia di uffici e centinaia di milioni di euro. “Siamo consapevoli della difficile situazione del Paese e quindi non vogliamo sottrarci al dovere di contribuire, in termini di sacrifici, all’azione di risanamento e all’ammodernamento dell’Italia – conclude Santini della Cna – ma chiediamo un’azione sostenibile. Per questo da tempo Cna Epasa sta promuovendo una riforma del sistema nell’ambito di una più complessiva riforma del welfare, sul modello dei paesi europei in cui pubblico, privato e terzo settore collaborano nell’erogazione dei servizi alle persone”.

cs