BALLARO’ VINCE …DI MARTEDI’, IL RACCONTO DELLA NOSTRA INVIATA

Ballarò, il talk show di Rai tre del Martedi sera, si presenta al pubblico con una edizione rinnovata. Non solo un nuovo conduttore – un bravissimo giornalista di Repubblica – Massimo Giannini, ma anche uno staff che vede nuovi protagonisti e autori. Senza dubbio una serata particolare: innegabile la sfida tra La7 con Floris e il suo nuovo programma e Ballarò nella sua edizione rinnovata con Giannini. I dati auditel parlano chiaro: vittoria netta di Giannini su Floris. Il programma di Rai3 ha totalizzato 2.503.000 spettatori (11.76% di share), su La7 755.000 spettatori (3.47% di share). A Ballarò nuova anche la sigla. Rock arrangiato da Ivano Fossati. Giannini ci racconta che è “un regalo di un amico, una sigla che ci ha dato molto sprint, questo è quasi un Ballarò 2.0”. Apre le Danze l’editoriale di Giannini  dietro una scrivania. Sorriso teso, consapevole della sfida con il suo collega Floris. “Ballarò doveva cambiare. La nostra non sarà una rivoluzione, abbiamo introdotto delle novità ma lo faremo rispettando sempre il senso della nostra missione. Subito due ringraziamenti: a Giovanni Floris, senza il quale questo programma non sarebbe diventato quello che è e perché “non è il nostro caso” quello dei giornalisti che “per gusto sadico e a volte un po’ miserabile parlano e scrivono male l’uno dell’altro: ognuno ha fatto le proprie scelte e in bocca al lupo. Il secondo ringraziamento è per la Rai “grande patrimonio italiano troppo spesso screditato e delegittimato” ma che “è stato e resterà sempre la più importante azienda culturale di questo paese, deve solo avere l’orgoglio e il coraggio di dimostrarlo ogni giorno e lo può fare perché lo sa fare”. Giannini conclude il suo primo monologo di apertura facendo una considerazione importante che in poche battute chiarisce la linea che la sua edizione vuole rappresentare. “Questo sarà un programma di parte ma la parte restano sempre e solo i telespettatori” e i cittadini che “hanno il diritto di sapere, conoscere, capire”. Crozza viene sostituito da Benigni. Giannini chiede come sarà Italia del 2020.Benigni: “La vedo un paese felice in cui la gente lavora, pulito, rispettoso della cultura, della natura. E questa è la Svizzera. O forse m’aveva chiesto dell’Italia? …  la chiacchierata prosegue e si sposta sull’Europa. Benigni sottolinea che “Vale ancora il motto di Kissinger quando disse ‘qualcuno sa il numero di telefono dell’Europa?” La prima novità è che ogni puntata vedrà un faccia a faccia con un politico o il personaggio del momento. In questa prima puntata il professore Romani Prodi che puntualizza la sua ormai posizione secondaria nella politica, perchè ognuno ha il suo tempo, ed è meglio “uscire” prima che sia troppo tardi. Parte dell’intervista naturalmete ha avuto come oggetto l’annoso problema dell’Europa che “rischia di fallire. Non siamo più il punto di riferimento nel mondo. L’Europa ha paura del futuro. La crisi è stata costruita dagli Stati Uniti , l’Europa c’è entrata, loro ne sono usciti , noi no, perchè l’europa è divisa .” Ospiti della puntata il sottosegretario Delrio che sottolinea i numeri dell’Italia del 2014: ” il semestre italiano sta mettendo al centro dell’agenda europea il tema della crescita”. La deflazione spiega Giannini si verifica “non perchè siamo bravi a produrre ma perchè la gente consuma di meno”  Renato Brunetta sottolinea le colpe della crisi Italiana e ricorda che ” i contenuti della politica di Renzi non sono passate attraverso le urne”. Ferruccio De Bartoli affronta invece la tematiche delle riforme del governo di Renzi : “Oggi Renzi ha lasciato balenare l’idea che si possa andare al voto. Sul Lavoro mi domando se il Pd lo seguirà. I cittadini non si fidano più delle istituzioni. Legge elettorale e subito al voto, questo è il suo messaggio, ma ho qualche dubbio che il partito democratico, lo seguirà. Il problema è che le riforme si annunciano ma non si fanno. E questo ci rende poco credibile quindi non si fidano di noi” Passa il messaggio  delle riforme a metà. ” L’economista Mazzucato crede che l’articolo 18 non sia un vero problema per la crisi del lavoro, in considerazione di tutto il sistema e della qualità del lavoro, in rapporto anche alla finanza. “In Germania hanno un capitale paziente, di lungo termine. In Italia la banca statale non opera in modo strategico. In Germania c’è una struttura molto più forte e si investe di più in ricerca e sviluppo. In Germania non discutono di come semplificare i licenziamenti, ma come strutturare meglio l’orario di lavoro. In Italia l’ambiente è triste, non reagisce e non prende esempio da chi funziona”. A conclusione della puntata due novità: i sondaggi sono di Alessandra Ghisleri e in questa puntata riguardano il  mondo del lavoro e la precarietà. Cosa blocca il mondo del lavoro, come ci si pone sull’articolo 18, che percezione si ha del sindacato, che cos’è la flessibilità. Servizi esterni affidati a Eva Giovannini, Alessandro Poggi.  Da Piazza Montecitorio la giornata politica con la scheda di Cecilia Carpio. Interessante la scheda che spiega la “TROIKA” nel sistema Europeo. Ultima novità la soap di una ipotetica campagna elettorale di un politico, interpretato da un bravissimo Filippo Timi che ci terrà incuriositi e incollati allo schermo per vederne la fine. Bella questa nuova edizione. Da Vedere.

Gessica Menichelli

Foto di Gianmario Scolamiero