FABRIANO SALUTA CATERINA DORELLO, L’ARTISTA INNAMORATA DELLA CARTA

Addio a Caterina Dorello, l’artista, da diversi anni residente a Fabriano, innamorata dell’arte dell’incisione e del Giappone. Il trasferimento da Perugia a Fabriano proprio per studiare la carta e la sua produzione. Il decesso è avvenuto, nei giorni scorsi, all’Hospice dell’Ospedale regionale di Torrette di Ancona dove era ricoverata per colpa della malattia. Aveva 70 anni. Dopo la Maturità artistica in Ceramica, Caterina si era diplomata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e in seguito si è specializzata in Calcografia e Xilografia ai corsi estivi Internazionali della Grafica di Urbino e in Tecniche Sperimentali al Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Nel 1981 Caterina ha vinto una Borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione Giapponese per fare una ricerca sulle tecniche della Xilografia Tradizionale all’Università Nazionale dell’Arte e della Musica di Tokyo, la “Tokyo Geijutsu Daigaku”. Nel 1983, con una Borsa di studio del Tokyo Yoneyama Rotary Club, ha iniziato lo studio e la pratica della carta a mano giapponese, washi, nella cittadina di Ogawamachi, uno dei centri più famosi del Giappone per la produzione della carta, dove è rimasta per 12 anni. Negli ultimi anni il trasferimento a Fabriano. Nel 2010 ha concesso in comodato le sue attrezzature al Museo della Carta e della Filigrana. Sempre sulla carta washi, ha tenuto lezioni all’Unifabriano all’interno del corso “La carta come strumento creativo”. Le esequie sono state celebrate a Sirolo dove vivono alcuni familiari. “L’artista Caterina Dorello – scrive su Facebook Guido La Rovere, consigliere comunale – in punta di piedi come era arrivata se ne è andata, innamorata dell’arte dell’incisione e del Giappone da qualche anno viveva a Fabriano per studiarne la carta e la sua produzione. A tanti sarà capitato di vederla in giro a piedi, sempre con gli occhiali scuri e quell’aria seria, ma leggera. Che la terra ti sia lieve Caterina come lo sei stata tu con tutti noi…”

Marco Antonini