GIULIA GERINI, WEB E GRAPHIC DESIGNER, FILIGRANA ALLA RIBALTA INTERNAZIONALE

Fabrianese doc, con tanta energia e voglia di fare, la giovane Giulia Gerini, attualmente Web e Graphic designer presso lo studio Reclame Progetti di Perugia, ha portato la filigrana made in Fabriano alla ribalta internazionale grazie al progetto “SIGNUM-Facere chartam ad usum fabrianensem”. L’abbiamo incontrata per raccontare ai nostri lettori il percorso che, grazie a SIGNUM, l’ha condotta ad importanti riconoscimenti e ad una fattiva collaborazione con CNA per l’Annual Meeting UNESCO 2019.

Giulia, che cos’è “SIGNUM” e da dove hai tratto l’ispirazione per questo ambizioso progetto?
Signum è il progetto di tesi che ho realizzato per la mia laurea triennale in Disegno Industriale e nasce dalla voglia di riscoprire le potenzialità dell’editoria tradizionale, volendo riattribuire alla carta un valore che sta scomparendo (vedi computer e dispositivi digitali). I professori del mio corso di laurea ogni anno scelgono un tema da seguire per iniziare a progettare la tesi e nel 2015 fu scelto “Cultura e Valorizzazione del Territorio”. Il mio primo pensiero fu la carta. Da qui è nata l’idea del progetto, non potendo portare come macro-tema “la carta”, perché troppo generico, ho iniziato la ricerca e, approfondendo l’argomento, ho scelto come tema una della tre innovazioni che ci ha reso famosi e ci rende ancora famosi in tutto il mondo, la filigrana.

Il tuo progetto è stato pubblicato sull’ADI Design Index 2017, un importante riconoscimento che ti ha aperto sicuramente nuove prospettive come il Book City Milano 2018, te lo aspettavi?
No, non me lo sarei mai aspettato! È stata una grandissima soddisfazione vedere il mio nome nell’Adi Design Index 2017, un libro che raccoglie, ogni anno, progetti considerati “il miglior design italiano”. Questo riconoscimento mi ha permesso di concorrere insieme ai grandi del design italiano al tanto ambito “Compasso d’Oro” nella sezione della “Targa Giovani”. Soprattutto sono felice che sia successo grazie a questo progetto, perché in qualche modo rappresenta uno degli aspetti più belli della città in cui sono cresciuta, Fabriano. Ed è proprio per questo che quando ne parlo, anche sabato 17 Novembre all’evento realizzato dall’Aiap, mi piace trasmettere quella “meraviglia” che ho provato nello scoprire tante cose su questo fantastico mondo.

Fabriano sta vivendo in questi ultimi anni una profonda crisi che ha portato molti tuoi coetanei ad abbandonare il nostro territorio in cerca di fortuna altrove. Credi che il recupero del nostro “saper fare” possa essere una possibile strada da tracciare per voi ragazzi? Si può ripartire dalla nostra tradizione artigiana per costruire un nuovo sbocco professionale per le giovani generazioni?
Diciamo che anche io sono tra quei “coetanei” che hanno lasciato la città, prima per studio e ora per lavoro. Sicuramente riprendere in mano alcune vecchie tradizioni e, tramite queste, inventarsi qualcosa di nuovo potrebbe essere un modo sia per non dimenticare il nostro grande “saper fare” e non aver paura di sporcarci le mani, sia per creare “attrazione” verso la città che, a mio parere, è ancora ancorata a delle idee un po’ vecchie che non le fanno sicuramente bene e che spingono molti a cercare “il nuovo” altrove.

Ci stiamo avvicinando a grandi passi all’Annual Meeting delle Città Creative UNESCO 2019, una prestigiosa vetrina internazionale che vedrà i riflettori puntati su Fabriano Città Creativa. Puoi anticipare ai nostri lettori qualche progetto a cui stai lavorando per questa occasione?
Non so bene quanto io possa anticipare. Comunque, insieme alla CNA di Fabriano, stiamo lavorando e portando avanti il progetto di cui vi ho appena parlato, “Signum”. Stiamo pensando di dargli ulteriore “luce” in questa occasione, soprattutto perché questo progetto è il perfetto connubio tra tradizione ed innovazione, legata si al mondo della carta, ma potrebbe essere un modo per far capire come poter trasformare una “vecchia idea” in una “nuova”, partendo da quelle che sono le nostre tradizioni artigiane.

Gigliola Marinelli