RITROVATI FUSTI TOSSICI DI CROMO ESAVALENTE A VALTREARA

Genga – Cinque fusti contenente cromo esavalente, una delle sostanze più tossiche sia per l’uomo che per l’ambiente, sono stati ritrovati, dai carabinieri forestali di Fabriano, sotto al viadotto di Valtreara di Genga, a circa un metro di profondità. Erano interrati e sono stati rinvenuti, nei giorni scorsi, durante i lavori di raddoppio della tratta Ancona-Perugia, nell’ambito del progetto Quadrilatero. Il cantiere è stato subito sequestrato per un’area di circa mille metri quadrati: interdetta la zona del ritrovamento della sostanza in forma polverulenta e quella circostante che potrebbe essere stata contaminata negli anni. Il sospetto delle forze dell’ordine, infatti, è che quei cinque fusti pieni di cromo esavalente siano stati abbandonati in mezzo alla natura della Gola della Rossa durante i lavori di costruzione delle gallerie che hanno permesso un primo collegamento veloce tra Fabriano e Jesi negli anni ’70. La procura di Ancona ha aperto un fascicolo per smaltimento illecito. Le indagini sono solo all’inizio: i forestali, infatti, sospettano che altri fusti contenente cromo esavalente siano stati interrati nell’area interessata dal cantiere cinquant’anni fa. Per questo sono in corso verifiche in prossimità dei viadotti tra Serra San Quirico e Fabriano. Ad Astaldi, l’impresa che sta ultimando il raddoppio della SS76, il compito della bonifica dell’area che dovrà essere effettuata quanto prima. Nella zona di Valtreara, dove è avvenuto il ritrovamento, sono in corso anche campionature per quantificare il danno ambientale e capire se le sostanze sono fuoriuscite dal fusto che ha subìto l’usura del tempo e se hanno, e in che entità, contaminato l’ambiente.

Il cromo esavalente è considerato uno dei più importanti e pericolosi inquinanti ambientali, perché tossico, in grado di innescare mutazioni genetiche e cancerogeno. Grazie all’elevata solubilità in acqua è in grado di diffondersi in vaste aree. E’ uno dei metalli pesanti più utilizzati in ambito industriale ed è impiegato in diversi settori, da quello metallurgico per la saldatura ad arco in maniera prevalente, a quello chimico e tessile in forma meno diffusa. Grandi quantità di cromo esavalente sono rilasciate nell’ambiente in seguito ad attività come la cromatura dei metalli e la conservazione del legno. Mentre la Magistratura cercherà di dare un nome e un volto a chi, negli anni passati, ha interrato questi cinque fusti un metro sotto terra nel viadotto di Valtreara, i carabinieri forestali monitoreranno la zona per individuare altri possibili siti nascosti di questa sostanza pericolosissima. L’Arpam, intanto, effettuerà prelievi e campionature per stabilire l’entità della contaminazione. I primi accertamenti arriveranno nei prossimi giorni.

Marco Antonini